COSI' I DOCENTI PAGANO LA RIFORMA
Data: Sabato, 22 ottobre 2005 ore 01:15:00 CEST
Argomento: Comunicati


Così i docenti pagano la riforma 21 ottobre 2005 - Repubblica Palermo Gli effetti in Sicilia della riduzione degli orari per alcune materie nelle scuole superiori Cinquemila posti a rischio Con la riforma Moratti, in Sicilia, a rischio 5 mila posti. Come due grandi industrie che chiudono i battenti gettando nella disperazione operai e famiglie. Di riforma a costo zero parla Enza Albini, segretario regionale della Flc Cgil. «Entro il 2007 - spiega - andranno in pensione proprio 5 mila insegnanti, che non vedranno nessun turn over. La qualità dell´offerta formativa calerà sensibilmente e la situazione del lavoro in Sicilia, già precaria per effetto dell´alto tasso di disoccupazione, di lavoro nero e irregolare, peggiorerà. Lasciando spazio a ulteriore precarizzazione del sistema». Il conto che la Sicilia dovrà pagare alla Moratti, per difetto (ovviamente), è presto fatto. Tra l´offerta formativa obbligatoria che nel complesso - per gli otto nuovi licei morattiani - cala rispetto all´attuale, l´istruzione professionale che sarà assicurata dalle regioni e gli imminenti tagli agli organici della scuola elementare e media, le prospettive non sono affatto rosee. «Temiamo di essere di fronte a un´intenzionalità politica finalizzata ad un esodo del personale, anche fuori dal comparto scuola», scrive Piera Formilli nell´ultimo numero di Scuola e formazione, mensile della Cisl scuola. Nel sistema dei licei saranno 600/700 le cattedre che spariranno nei prossimi anni per effetto del calo delle ore di insegnamento obbligatorio. Per arginare la falla, gli istituti superiori dovrebbero essere così persuasivi da indurre tutti gli alunni a scegliere anche le ore facoltative. Il prezzo più salato lo pagheranno i docenti di materie tecniche giacché è proprio l´istruzione tecnica - che in Sicilia conta 4.105 classi, pari a un terzo del totale - che subirà il maggiore taglio alle ore di insegnamento. Il tanto temuto passaggio degli istituti professionali sembra ormai certo. Lo conferma il comunicato stampa del governo dopo l´approvazione del decreto di tre giorni fa, che a proposito del sistema dell´Istruzione e formazione professionale spiega: «i livelli essenziali di prestazioni (saranno) garantiti dallo Stato e assicurati dalle Regioni», con percorsi triennali e quadriennali che rilasceranno, rispettivamente, "il certificato di qualifica professionale", e "il diploma professionale". Gli stessi titoli rilasciati attualmente dagli istituti professionali, ma con l´accorciamento del percorso massimo da 5 a 4 anni. Negli Ipsia e alberghieri si perderanno in totale da 30 (per i corsi quadriennali) a 60 ore di lezione (per quelli triennali) che, possono essere tradotti in 1.400 posti in meno. E a proposito di ore obbligatorie e facoltative - sistema già attivato alla elementare e alla media - l´ultima novità arriva direttamente dal ministero che con una recente nota chiede alle scuole elementari di segnalare le classi che funzionano col solo orario obbligatorio (27, tre in meno rispetto al vecchio corso), quelle che funzionano con 30 ore (27 più 3 facoltative) e, infine, il numero di classi che tengono a scuola gli alunni per 37 o 40 ore (una minoranza). «Appare con evidenza come la rilevazione sia costruita con un solo intento: ridurre ulteriormente le risorse e tagliare ancora il numero dei posti», dicono dalla Flc Cgil. Un taglio (dal 10 al 14) per cento, che in Sicilia si traduce in una perdita variabile fra 2.300 a 3.200 posti. Salvo Intravaia





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