SCUOLA, NUOVA TEGOLA PER I PRECARI?
Data: Mercoledì, 19 ottobre 2005 ore 01:10:00 CEST
Argomento: Opinioni


Scuola, nuova tegola per i precari! Per le assunzioni saranno superati dai docenti abilitati nelle Ssis? Chi non frequentò i tanto discussi corsi di abilitazione viene considerato come sprovvisto di professionalità. Notizie sempre più allarmanti per i docenti precari della scuola. Dopo che il Governo ha annunciato l’assunzione di altri 30.000 precari nei prossimi due anni, la maggioranza starebbe orchestrando delle strategie per sistemare i docenti abilitati nelle Scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario, le famigerate Ssis, a danno dei loro colleghi. Questo, almeno, stando alle proteste dei precari abilitati con concorso ordinario o con concorso riservato, cioè buona parte dei precari storici che non hanno mai preso in simpatia i colleghi «sissini». Il conflitto è andato avanti a forza di carte bollate, ricorsi, sentenze, che hanno visto quasi sempre vincenti gli abilitati delle Ssis, ai quali viene in genere addebitata la «colpa» di non avere sostenuto alcun concorso ma di avere ottenuto l’abilitazione pagando ingenti somme a titolo di iscrizione ai corsi. Va detto, comunque, che anche i concorsi riservati si sono rivelati spesso delle autentiche farse, come gli stessi interessati ammettono. La guerra che sembrava sopita è però riscoppiata nelle ultime ore. Il teatro di battaglia è stavolta la settima commissione della Camera che ha appena approvato le nuove norme per la formazione e il reclutamento degli insegnanti. Qui l’on. Angela Napoli (An), relatrice di maggioranza, ha chiesto al governo «che siano adeguatamente valorizzati e valutati i percorsi formativi di quanti, negli ultimi anni, hanno conseguito l’abilitazione nei corsi di laurea in scienze della formazione primaria e nelle scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario (Ssis)». Poi ha aggiunto: «Nel corso degli anni sono profondamente mutate le esigenze della scuola che, dovendo fronteggiare le sfide dell’attuale società della conoscenza, deve garantire un livello dell’offerta formativa particolarmente elevato, necessitando quindi di un corpo docente che sia all’altezza del suo importante ruolo». Ma ecco la parte ritenuta più offensiva da quanti insegnano a scuola da anni e forse da decenni, che vengono additati come sprovvisti di professionalità. Secondo il resoconto parlamentare, infatti, «ne consegue pertanto, a suo avviso, che coloro che hanno acquisito l’idoneità in concorsi banditi circa un decennio fa non sono presumibilmente provvisti dei requisiti necessari per adempiere adeguatamente l’essenziale funzione che sono chiamati a svolgere, anche alla luce del fatto che la scuola italiana non ha puntato in passato sulla predisposizione di percorsi volti all’innalzamento qualitativo del corpo docente». L’intervento dell’on. Napoli non è stato gradito dal popolo dei precari storici, che parlano di ignobili affarmazioni. Molti sissini modenesi alle prime armi, peraltro, ammettono che non basta la scuola di specializzazione per consentir loro di fronteggiare le nuove esigenze della scuola. D’altra parte, il modo migliore di reclutare i docenti non è certo quello di mandare allo sbaraglio in classe centinaia di migliaia di laureati, come si fa da sempre, regolarizzando a posteriori la loro posizione con concorso, e inserendoli in ormai goliardiche graduatorie permanenti. L’approvazione definitiva delle nuove norme, che prevedono pure un nuovo (e anch’esso contestato) accesso all’insegnamento, riservato ai laureati in facoltà dedicate proprio alla didattica, è giunta venerdì con la riforma delle scuole superiori. Gazzetta di Modena, 16 ottobre 2005





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