CONTRATTI PUBBLICI, AUMENTI A RISCHIO?
Data: Martedì, 18 ottobre 2005 ore 01:10:00 CEST Argomento: Comunicati
Contratti pubblici, aumenti a rischio
17 ottobre 2005 - Secolo XIX
La protesta dei sindacati dopo le voci di un rinvio. Il ministro Alemanno rassicura: «Le intese non si toccano» Il governo perde tempo, l'accordo di maggio forse slitta al 2006
Rischiano di slittare gli aumenti dei dipendenti pubblici. Nonostante i contratti siano stati firmati, oltre tre milioni di lavoratori pubblici potrebbero ricevere i soldi in busta paga solo nella primavera dell'anno prossimo anziché entro dicembre. Sarebbe una boccata d'ossigeno per il governo, che ha dovuto correggere i conti 2005 con una manovra bis da 2 miliardi di euro, ma i sindacati sono in stato di massima all'erta e si preparano a dare battaglia. «I patti vanno rispettati», ha detto il capo della Cisl Savino Pezzotta. «Sarebbe un inammissibile voltafaccia», ha osservato Guglielmo Epifani, il segretario della Cgil.
L'allarme su un possibile "congelamento" degli aumenti contrattuali si era diffuso nei giorni scorsi mentre il governo si preparava a varare i tagli aggiuntivi per contenere il deficit 2005 dentro il limite del 4,3 per cento concordato in sede europea. E a quanto pare il pericolo di uno slittamento c'è, per una questione di lungaggini burocratiche e per lo scarso tempo disponibile. A questo si aggiunga che il Tesoro si eviterebbe un esborso di 6,5 miliardi entro dicembre, più o meno la cifra che manca all'appello nel 2005 a causa delle fallite vendite degli immobili pubblici.
Gli aumenti concordati tra governo e sindacati lo scorso maggio rischiano quindi di restare sulla carta. I ministri, per ora, hanno gettato acqua sul fuoco: «Un rinvio dei pagamenti? Non mi risulta», ha detto il ministro della Funzione pubblica Udc Mario Baccini, che ha messo la sua firma sotto l'accordo con gli aumenti per i dipendenti pubblici. «L'accordo con i sindacati non è in discussione e non deve essere messo in discussione», ha chiarito il ministro di An, Gianni Alemanno, deciso ad affrontare la questione al vertice di maggioranza convocato per domani.
Il vertice della Cdl dovrà servire a concordare il maxi-emendamento con le modifiche alla Finanziaria 2006, sul quale poi sarà posta la fiducia. Ma ora è spuntata la nuova grana dei contratti pubblici in panne, che potevano servire a rinviare un esborso utile a raddrizzare il bilancio 2005. «Per quello che mi risulta, le risorse gli aumenti sono dentro la Finanziaria», ha precisato ancora Alemanno. In effetti, gli stanziamenti nel bilancio ci sono: i 6,5 miliardi previsti dalla passata manovra che dovrebbero essere pagati entro dicembre a scuola, ministeri e vigili del fuoco e un altro miliardo, che è finito nella Finanziaria 2006.
Il problema è che siamo a ottobre e difficilmente sarà possibile sbloccare le somme, che viaggiano sospinte da direttive e complicate verifiche contabili. Di conseguenza, i lavoratori della sanità e degli enti locali, le cui posizioni contrattuali sono tuttora in una fase di definizione, vedranno gli aumenti solo nel 2006. «Dopo aver detto in tutti i modi e in tutte le sedi che gli aumenti sarebbero stati erogati entro il 31 dicembre, il governo ora prende la strada opposta. E' una scelta sgradevole che avrà un'adeguata risposta da parte del sindacato», ha sostenuto Epifani.
«E' l'ennesimo imbroglio per i lavoratori», ha tuonato la Cgil-Funzione pubblica. E Pezzotta ha messo in guardia il governo: «Sui contratti pubblici c'è un accordo per il quale siamo già in ritardo. Quello che avviene dimostra che lo sciopero generale del 25 novembre è giusto e che noi abbiamo ragione». Dopo aver avallato l'ipotesi di un rinvio, il sottosegretario Learco Saporito ha tentato di correggere il tiro. «Non ho mai parlato della volontà del governo di far slittare i contratti dei dipendenti pubblici. Gli incrementi concordati a maggio sono contenuti nella legge finanziaria che sarà varata a fine anno». Il che non chiarisce se gli aumenti del 2005 saranno davvero erogati o si andrà all'anno prossimo.
Il vertice della Cdl sulla Finanziaria ha molti temi da discutere: a parte il "giallo" dei contratti pubblici, sul tavolo c'è anche l'ipotesi di una sanatoria fiscale sotto forma di concordato di massa, che vale 3 miliardi di euro. E mentre la maggioranza affronterà i nodi ancora irrisolti della Finanziaria, il governatore Antonio Fazio esprimerà il suo giudizio su manovra e conti pubblici davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. A meno che Fazio non decida di farsi sostituire da qualche dirigente, come è accaduto all'Ecofin di Manchester, il ritorno del governatore sulla scena parlamentare ha il sapore dei grandi eventi.
Michele Lombardi
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