COME ESSERE PRIMI AL P.I.S.A. - O.C.S.E.
Data: Venerd́, 30 settembre 2005 ore 08:58:56 CEST
Argomento: Rassegna stampa


 

Nell'articolo pubblicato oggi su Corriere della Sera, riportato da Edscuola.it, Enja Riegel, preside della Helen Lange Schule, scuola pubblica di Wiesbaden, in Germania, spiega come ha organizzato la Sua scuola ...& un personale grido...

da Corriere della Sera
Venerdì, 30 Settembre 2005
La preside migliore del mondo: pochi libri, ricerche, stage
La formula sperimentata alla Helen Lange: team di sei docenti per ogni classe
il Modello Tedesco
«Una scuola dove si impara a vivere, non solo a studiare».

Non è uno slogan pronto uso di qualche prestigioso istituto privato, ma è la chiave di lettura che Enja Riegel, preside (da poco in pensione) della Helen Lange Schule, scuola pubblica di Wiesbaden, in Germania, usa per spiegare il suo successo.

Questa signora di 65 anni è riuscita a fare qualcosa che in pochi avrebbero creduto possibile: i suoi studenti hanno raggiunto i primissimi posti nell’indagine Pisa, il Programme for International Student Assessment dell’Ocse che valuta l’apprendimento dei 15enni in base a standard mondiali. Alla pari con i «campioni» finlandesi, giapponesi, taiwanesi.

Tutto questo in una Germania sotto choc, dopo che la stessa indagine l’aveva vista piazzarsi molto al di sotto della media europea. Da quando - era il 2002 - il Max Planck Institut di Berlino ha reso noti i risultati, Frau Riegel si è trasformata in una specie di guru, ospite di convegni e conferenze, autrice di un libro («La scuola può farcela») tradotto perfino in cinese.
Ieri a Roma Enja Riegel è intervenuta al seminario su «Governo della scuola autonoma: responsabilità e accountability» (organizzato dall’Associazione Treellle con la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo).

La sua storia è l’esempio concreto che cambiare è possibile, basta sapere cosa si vuole: «E io, quando sono entrata alla Helen Lange, avevo già una mia visione di scuola». Al suo arrivo, nel 1994, l’istituto era in sfacelo, lo staff demotivato. «La prima mossa è stata organizzare una specie di "turismo pedagogico", in Germania, Francia, Svizzera... Gli insegnanti visitavano le scuole migliori e tornavano pieni di idee. Volevamo una riforma radicale, non ci bastava un "normale" istituto comprensivo».
 

Il metodo di lavoro è stato stravolto, «abbiamo creato un team di 6 docenti che segue una classe per tutto il percorso, dalla 5° alla 10° (dai 10 ai 16 anni, ndr ). E ogni insegnante si occupa, oltre che delle sue due materie, anche delle altre, imparando dai colleghi specializzati».

Ma la fama della Helen Lange è legata soprattutto all’organizzazione del tempo-scuola: due volte all’anno, per sei settimane, i ragazzi si immergono in un progetto di ricerca interdisciplinare che li impegna per metà delle ore curricolari. Poi ci sono gli stage: negli asili per i più piccoli, nelle aziende per i più grandi. Nel penultimo anno, per 5 settimane libri e quaderni non esistono più, sostituiti dal palcoscenico. Al posto del prof, un regista professionista. «Quello dei programmi "da seguire a tutti i costi" è un falso problema, è più importante che i ragazzi sappiano mettersi alla prova. Il teatro è un’ottima palestra di vita».
C’è, è vero, il problema dei soldi. Il sistema scolastico tedesco, centralizzato per Land , non prevede grossi budget. «Per questo abbiamo fatto un patto con il Comune: la scuola la teniamo pulita noi. E i 27.000 euro l’anno che andrebbero a una ditta esterna, li usiamo per coprire le spese dei progetti. E da quando siamo diventati famosi (ride, ndr ), "vendiamo" anche visite guidate...». Nonostante i successi, il governo «non ci vede di buon occhio: all’inizio la maggioranza socialdemocratica ci voleva addirittura trasformare in un progetto-pilota, oggi che al potere c’è la Cdu siamo completamente ignorati. Ma continuiamo per la nostra strada». I risultati, del resto, sono innegabili. «E sono certa - conclude la Riegel - che il modello può funzionare ovunque.

Anche in Italia. Tutto dipende dai presidi: se hanno voglia di cambiare la scuola, allora la scuola cambierà».
 

n.d.r. "Grido : Valutatori dei nuovi D.S. del corso-concorso fate in modo che la selezione dei nuovi D.S. avvenga in tale direzione e MIUR (dal Ministro ai vari Dirigenti locali) verificate gli attuali D.S. non solo con strumenti cartacei del SI.VA.DI.S.?".

Per un'Italia veramente efficiente occorre un deciso cambiamento, chi ha difficoltà a fare il proprio lavoro deve essere spostato in altre attività - non è la qualifica dirigenziale che fa il dirigente!.
Salvatore Ravidà







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