SONO UNA DOCENTE DI MONTAGNA…E TUTTI CE L’HANNO CON ME!
Data: Sabato, 17 settembre 2005 ore 01:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


SONO UNA DOCENTE DI MONTAGNA…E TUTTI CE L’HANNO CON ME! Intervista a una docente precaria che ci racconta un episodio occorsole in questi giorni: ha ricevuto una lettera di ricorso secondo la quale sarebbe colpevole di…avere insegnato in uno sperduto paese di montagna della provincia di Catania. Ma la colpa è davvero sua…o dell’amministrazione…o dei vari TAR che non si decidono a pronunciarsi in modo unanime?! D: Professoressa, ci racconti un po’ cosa le è accaduto. A quanto pare si tratta di un episodio che l’ha amareggiata parecchio… R: Sì, mi ha amareggiato perché credo di non avere colpe e di entrarci ben poco. Dunque qualche giorno fa ho ricevuto una lettera raccomandata nella quale venivo citata, insieme ad altri colleghi, come oggetto di un ricorso avanzato da una collega, la quale era stata “scavalcata” dalla sottoscritta nelle graduatorie permanenti. Chiaramente il problema in questione era il doppio punteggio da me ottenuto non per mia volontà, ma in base a una precisa normativa, di cui non voglio qui valutare l’opportunità o meno, ma che, in quanto esistente, mi dava diritto, e dico diritto, al doppio punteggio. D: Insomma lei è stata tirata in causa magari motivatamente da parte della ricorrente, ma è evidentemente incolpevole dell’illegittima attribuzione. R: Senta, io so che la parola legittimo in lingua italiana significa “secondo legge”. Se lo stato italiano legifera in modo assurdo o incontrollato o balordo, poi non deve essere il cittadino a pagarne le conseguenze. Io ho insegnato in una scuola che sembrava di montagna, l’ho dichiarato e mi è stato assegnato un determinato punteggio: adesso è scontro tra docenti montagnardi e non, con pesanti conseguenze sull’armonia tra precari. E’ una cosa che dispiace molto. D: Secondo lei a chi va attribuita la colpa di questa situazione? R: Qui non si capisce più niente. C’è chi se la prende con il CSA, chi invece lo difende perché ha semplicemente seguito le indicazioni del TAR. Poi ci sono diversi TAR che emanano sentenze, quello di Catania dice una cosa, risponde il Tar del Lazio e smentisce. Ma le pare logico? Quante giustizie ci sono in Italia? D: Quale potrebbe essere dunque la soluzione? R: Lo chiede a me? Boh, siamo in attesa di chiarimenti definitivi che ci evitino in futuro il recapito di queste spiacevoli comunicazioni. Io posso dare solo un consiglio a tutti i docenti: prima di insegnare…munitevi di un avvocato! SILVANA LA PORTA





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