CATANIA, DOCENTI NON MONTANI IN ATTESA DI RISPOSTE
Data: Martedì, 06 settembre 2005 ore 01:05:00 CEST
Argomento: Comunicati


docenti non «montani» aspettano ancora risposte L'inizio del nuovo anno scolastico è ormai vicino, ma ancora ci sono diversi problemi da risolvere per un sereno avvio delle lezioni. Secondo l'avvocato Fabio Rossi, che ha difeso i docenti non «montani», che hanno ottenuto una sentenza favorevole del Tar di Catania nei confronti dei loro colleghi che hanno prestato servizio nelle scuole ubicate nei paesi di montagna, ottenendo il punteggio doppio, l'amministrazione fino ad ora, contrariamente a quanto dichiarato, non ha ancora presentato alcun appello nei confronti della sentenza del Tar. Le conseguenze sono tante, tra cui notevoli aspettative di chi ha vinto il ricorso e non ha visto nessuna diversa sentenza cancellare il diritto acquisto. Secondo l'avv. Rossi, qualora la Direzione scolastica regionale avesse ritenuto di dover sottoporre la sentenza del Tar di Catania a una verifica da parte del Cga, avrebbe dovuto sottoporre immediato appello sciogliendo così ogni dubbio a riguardo. Comunque, risulta che le nomine fatte dai docenti reclutati dalle graduatorie permanenti sono tutte con riserva, cioè in attesa che si risolva la vertenza. Inoltre vi sono tanti ricorsi dei docenti non montani presentati al Tribunale del lavoro. Malgrado nei giorni scorsi il dirigente del Csa Raffaele Zanoli avesse dichiarato che la questione dei docenti reclutati sull'organico di diritto e quelli di fatto, fosse stata concordata con le organizzazioni sindacali, queste ultime non sono di questo parere. A tal proposito il segretario provinciale della Cgil scuola, il professore Franco Tomasello, commenta: «Si manifesta per l'ennesima volta l'incapacità del Miur e delle stanze periferiche a gestire atti negoziali. Non siamo interessati a sterile polemiche, però i funzionari del Miur dovrebbero mettersi d'accordo fra di loro e non assumere atteggiamenti strumentali. Ricordiamo all'amministrazione che l'assegnazione delle sedi dei docenti neo-immessi nei ruoli non può essere una misura unilaterale, poiché tale atto discende da un accordo negoziale fra le parti, cioè materie di natura contrattuale poiché si applica l'intesa nazionale sulle assegnazioni provvisorie». «Per questo - continua Tomasello - occorre mostrare nervi saldi e prepararsi al confronto eventualmente anche in sede giudiziaria, con i rappresentanti legali e sindacali dei lavoratori della scuola, ai quali si sta negando un diritto che l'amministrazione aveva già concordato con le organizzazioni sindacali della scuola. Stavolta lo scontro non è solo con la Cgil, ma con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, cioè Cisl, UIL, Snals, che hanno unitariamente costruito una vertenza ampiamente condivisa». Rumoreggiano infine alcuni presidi con cui il vicedirettore dell'ufficio scolastico regionale, Sasà Italia, ha parlato della stipula di un contratto annuale, e non fino a 70 anni, come un recente decreto del Consiglio dei Ministri prevede. Comunque, la nota positiva deriva dal fatto che sono stati stipulati tutti i contratti sia al personale docente che Ata, per cui si potrà iniziare con l'organico al completo fin dal primo giorno di lezioni. MARIO CASTRO





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