DOPPIO PUNTEGGIO, A RISCHIO IMMISSIONI IN RUOLO
Data: Mercoledì, 03 agosto 2005 ore 00:34:48 CEST
Argomento: Comunicati


Doppio punteggio, pronti anche ricorsi al giudice del lavoro Rischia di diventare ancora più ingarbugliata la questione delle graduatorie dei docenti che avevano ottenuto il cosiddetto «doppio punteggio» perché avevano insegnato in comuni di montagna ritenuti «sedi disagiate». L'unico punto sul quale si sta facendo un po' di chiarezza è quello di un eventuale appello al Cga del direttore dell'ufficio scolastico regionale dott. Guido Di Stefano in opposizione alla sentenza del Tar di Catania che il 15 giugno scorso ha dato ragione a docenti catanesi assistiti dall'avv. Fabio Rossi, che non hanno prestato servizio nei paesi di montagna. Infatti, i docenti «montani» che hanno ottenuto il doppio punteggio piazzandosi nei primi posti delle graduatorie permanenti. Contrariamente a quanto affermato dal direttore generale, come si è detto, nessun appello, almeno fino adesso, sarebbe stato presentato. Ce lo ha confermato il Provveditore agli studi Zanoli che ci ha detto: «Sia il Miur, sia la Direzione scolastica regionale, sia il Csa hanno chiesto all'avvocatura delleo Stato di Palermo di proporre ricorso con richiesta di sospensiva. Probabilmente tale ricorso non è stato ancora presentato a causa della sospensione feriale. Ritengo che qualora questo ricorso non sia stato presentato, lo sarà entro brevissiomo termine». Che il ricorso non sia stato ancora presentato, lo ha confermato l'avv. Rossi, difensore dei docenti «non montani», il quale ci ha dichiarato che «fino adesso non ha ricevuto alcuna notifica di appelli contro la sentenza del Tar di Catania». Il legale a tal proposito rileva: «Non sta a me formulare valutazioni sui modi e sui tempi di un eventuale appello dell'amministrazione scolastica nei confronti della sentenza del Tar purchè sia chiaro che, allo stato, ignorare un provvedimento esecutivo dell'autorità giudiziaria costituisce senz'altro un comportamento contrario alla legalità, tanto più grave in quanto posto in essere da una pubblica amministrazione. Piuttosto non posso che esprimere perplessità sull'ostinazione che sta dimostrando il Csa nel difendere a tutti i costi una disciplina la cui illogicità è stata riconosciuta anche dal tribunale del lavoro di Catania e risulta, peraltro, di immediata evidenza. Per fare un esempio un docente catanese, per il solo fatto di avere insegnato a Nicolosi, si trova in graduatoria un punteggio doppio (con le ovvie conseguenze sulle possibilità di sistemazione lavarative) rispetto ad un collega che abbia lavorato a S. Cono o a Caltagirone o, ancora, in un quartiere a rischio di Catania: dov'è la logica in tutto ciò?» Come è già noto, il Tar etneo ha riconosciuto che i Comuni di Linguaglossa, Maletto, Milo, Maniace, Nicolosi, Pedara, Vizzini, Randazzo, Bronte, Castiglione di Sicilia, S. Alfio e Zafferanà non possono essere considerati tra i Comuni di montagna ai fini dell'attribuzione del punteggio maggiorato. Fra l'altro, il Tar ha respinto un'impugnativa presentata dal dott. Di Stefano il 3 giugno 2004 (prot.29), limitatamente all'inclusione di detti comuni nell'elenco dei paesi di montagna. Per il segretario provinciale della Cgil Franco Tomasello la situazione diventa ingestibile da parte dell'amministrazione perifica perchè alcuni ricorrenti si stanno accingendo a presentare con procedura di urgenza istanza al giudice del lavoro. La Cgil presume che il giudice del lavoro si pronuncerà in modo omogeneo rispetto alla sentenza del Tar. Ciò significa che a settembre se l'ufficio scolastico regionale sarà soccombente si determinerà aggravio considerevole per le casse dello Stato ed i contratti dovranno essere rifatti ex novo; le scuole saranno nel caos e non vi sarà un ordinato inizio dell'anno scolastico. MARIO CASTRO





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