STORIA
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SU
FINALITA'
L'insegnamento di Storia si propone di:
1. ricostruire la complessità del fatto storico
attraverso l'individuazione di interconnessioni, di rapporti tra
particolare e generale, tra soggetti e contesti;
2. acquisire la
consapevolezza che le conoscenze storiche sono elaborate sulla base di
fonti di natura diversa che lo storico vaglia, seleziona, ordina e
interpreta secondo modelli e riferimenti ideologici;
3. consolidare
l'attitudine a problematizzare, a formulare domande, a riferirsi a tempi
e spazi diversi, a dilatare il campo delle prospettive, a inserire in
scala diacronica le conoscenze acquisite in altre aree disciplinari;
4. riconoscere e valutare
gli usi sociali e politici della storia e della memoria collettiva;
5. scoprire la dimensione
storica del presente;
6. affinare la
"sensibilità" alle differenze;
7. acquisire
consapevolezze che la fiducia di intervento nel presente è connessa
alla capacità di problemizzare il passato.
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Le finalità del triennio
riprendono e sviluppano le finalità del biennio. Esse descrivono due campi di
intervento.
Il primo riguarda la specificità
del lavoro storico e lo statuto epistemologico della storia, e ad esso fanno
riferimento le finalità 1 - 4 sulla complessità del fatto storico, sul
laboratorio delle fonti e dei concetti, sull'uso della memoria storica.
Il secondo riguarda i bisogni
formativi degli studenti, che vengono individuati nella esigenza della
realizzazione di sé e dell'apertura al mondo e agli altri: la storia aiuta ad
apprezzare differenze, a orientarsi nel mondo. In ciò consiste la scoperta del
presente come storia (finalità 5, 6 e 7).
Le finalità nel loro insieme
individuano, inoltre, uno specifico aspetto del triennio, che consiste
nell'attitudine a porre domande, a costruire problemi, analizzarli,
interpretarli e valutarli.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
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Lo studente alla fine del triennio dovrà dimostrare di
essere in grado di:
1. utilizzare conoscenze e competenze acquisite nel
corso degli studi per orientarsi nella molteplicità delle informazioni
e per leggere gli interventi;
2. adoperare concetti e
termini storici in rapporto agli specifici contesti storico-culturali;
3. padroneggiare gli
strumenti concettuali, approntati dalla storiografia, per individuare e
descrivere persistenze e mutamenti, ad esempio: continuità, cesure,
rivoluzione, restaurazione, decadenza, progresso, struttura,
congiuntura, ciclo, tendenza, evento, conflitto, trasformazioni,
transizione, crisi;
4. usare modelli
appropriati per inquadrare, comparare, periodizzare i diversi fenomeni
storici locali, regionali, continentali, planetari;
5. ripercorrere, nello
svolgersi di processi e fatti esemplari, le interazioni tra i soggetti
singoli e collettivi, riconoscere gli interessi in campo, le
determinazioni istituzionali, gli intrecci politici, sociali, culturali,
religiosi, di genere e ambientali;
6. servirsi degli
strumenti fondamentali del lavoro storico: cronologie, tavole
sinottiche, atlanti storici e geografici, manuali, raccolte e
riproduzioni di documenti, bibliografie e opere storiografiche;
7. conoscere le
problematiche essenziali che riguardano la produzione, la raccolta, la
conservazione e la selezione, l'interrogazione, l'interpretazione e la
valutazione delle fonti;
8. possedere gli elementi
fondamentali che danno conto della complessità dell'epoca studiata,
saperli interpretare criticamente e collegare con le opportune
determinazioni fattuali.
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Gli obiettivi del triennio
perseguono due scopi. Da una parte proseguono e rinforzano il lavoro avviato nel
biennio; dall'altra marcano il salto qualitativo che deve caratterizzare lo
studio della storia nel triennio.
Gli obiettivi descrivono campi
operativi ristretti, che non esauriscono l'orizzonte individuato dalle finalità.
In particolare al primo gruppo di finalità (1 - 4) sulla complessità del fatto
storico e sul laboratorio, corrispondono gli obiettivi 2, 3, 4, 6 e 7.
Al secondo gruppo di finalità
(5, 6 e 7), sui bisogni formativi degli allievi corrispondono gli obiettivi 1,
2, 3, 4, 5. L'obiettivo 8 descrive il livello di conoscenze che l'allievo deve
dimostrare di possedere.
Questi obiettivi non sono
proposti in ordine progressivo di difficoltà, ma vanno perseguiti in modo
differenziato, a seconda degli argomenti di studio.
Ad esempio: gli obiettivi di
laboratorio costituiscono lo scopo principale di un eventuale lavoro sulle
fonti; un itinerario prevalentemente basato su materiale manualistico si potrà
prestare al raggiungimento di obiettivi legati all'uso di concetti e modelli;
nell'analisi di dati di attualità si potrà perseguire il raggiungimento di
diversi obiettivi.
CONTENUTI
Terzo Anno [ 2 ore ]
Fino alla metà del '600
1. L'Europa del
basso-medioevo: poteri di diritto e poteri di fatto: il rapporto città
campagna e l'organizzazione del territorio.
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1.1 Le istituzioni che organizzano il
territorio: impero, monarchie, città, feudalità.
1.2 La chiesa:
accentramento; teocrazia; potere temporale.
1.3 Le
trasformazioni dell'impero, dei regni, degli ambienti urbani. I
conflitti. Il fallimento della teocrazia.
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2. L'avanzamento e l'arresto
delle frontiere interne e esterne della Europa.
2.1 Le spinte demografiche e produttive; la ricerca
di nuove terre. Verso una nuova articolazione della società: ambiente
urbano e rurale.
2.2 Contatti, guerre,
scambi: mondo latino, mondo germanico, mondo slavo; il Mediterraneo e
l'Italia; Bisanzio; l'Islam; l'Asia mongolica.
2.3 Crisi del XIV secolo:
flessione demografica, mutamenti della produzione e dei mercati,
tensioni economiche e contrasti sociali.
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3. Dall'unitarietà del mondo
medioevale alla molteplicità del mondo moderno.
3.1 Il processo di
differenziazione degli ambiti ecclesiastico e laico; il diritto
canonico, il diritto romano, le consuetudini. Il ruolo del laico nel
mondo. Nuove forme di religiosità. Ordini mendicanti. Movimenti
ereticali.
3.2 Il processo di
differenziazione culturale: la cultura cortese e urbana; le università.
La distinzione progressiva fra Dio, uomo, natura. Dalla
"rinascita" del XII secolo all'umanesimo, ai rinascimenti. Gli
strumenti della comunicazione culturale.
3.3 La crisi
dell'universalismo politico: nuove dottrine politiche e concetto
d'impero; dall'impero "universale" all'impero
"dinastico". La crisi del centralismo ecclesiastico: le teorie
conciliariste.
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4. La formazione dell'Europa
degli stati.
4.1 Stati nazionali e stati regionali. La
centralizzazione e il controllo del territorio: burocrazia, fisco,
esercito e guerre.
4.2 L'impero asburgico.
L'Europa orientale, la vicenda di Bisanzio e l'impero ottomano.
4.3 Guerre di egemonia.
Pace come aspirazione morale e paci come strumenti di nuovi equilibri.
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5. Conquista di nuove terre,
ridefinizione di identità, mutamento di equilibri in Europa.
5.1 Popolazione e risorse. Relazione
uomo-natura-tecnica.
5.2 Il controllo
dell'oceano Indiano. L'Africa, le Indie, le Americhe. Esploratori,
conquistatori, missionari, mercanti. Imperi coloniali.
5.3 Differenze e
riconoscimento dell'altro.
5.4 Nuove risorse e nuove
gerarchie economiche e territoriali: Atlantico, Mediterraneo e mare del
Nord.
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6. Il tempo delle trasformazioni:
religione, cultura, mentalità.
6.1 Le riforme religiose: protagonisti, sviluppi,
guerre, differenziazioni, nuovi assetti.
6.2 L'autonomia della
politica. Stati e chiese. Gli strumenti del controllo sociale.
6.3 Individualismo e
razionalismo: rivoluzione scientifica, nuove culture. La civiltà
barocca.
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Quarto Anno [ 2 ore ]
Dalla metà del '600 alla fine del '800
1. Governati e governanti fra partecipazione e concentrazione
del potere. Lotte politico-sociali, dottrine politiche, configurazioni
istituzionali. Quadro europeo e modelli regionali.
1.1 Dai ceti di antico regime alle nuove classi
emergenti. La doppia rivoluzione inglese e il parlamentarismo. I
sussulti di metà seicento. Repubblica e autogoverno: il caso olandese.
Poteri centralizzati e resistenze civili: il "laboratorio"
francese.
1.2 Prodromi della teoria
liberale: la rappresentanza politica e la divisione dei poteri. Nascita
dell'opinione pubblica. La riorganizzazione amministrativa.
1.3 Statualità
emergenti, periferie dell'Europa e nuovo equilibrio europeo.
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2. La trasformazione sociale.
Popolazione, economia, società e territorio fra "crisi generale" e
"nuove frontiere.
2.1 Esplosione demografica, produzione agricola e
nuovi rapporti sociali nelle campagne.
2.2 Dal lavoro agricolo
all'organizzazione manifatturiera: approvvigionamenti, tecniche d'uso,
macchine. Avvio della rivoluzione industriale.
2.3 Energie, risorse,
ambiente.
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3. Il problema della rivoluzione
come paradigma del cambiamento. Dall'età barocca alla stagione delle riforme.
Europa e America a confronto.
3.1 Rivoluzione culturale: illuminismo, diffusione di
nuovi modelli comportamentali. Razionalismo, individualismo,
utilitarismo, cosmopolitismo.
3.2 Critica della
tradizione e progettualità delle riforme. Dispotismo illuminato.
3.3 La scelta
rivoluzionaria: Stati Uniti d'America e Francia.
3.4 La rivoluzione
francese in Europa.
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4. Nazione e popolo. Prospettive
sociopolitiche e culturali nell'epoca del liberalismo classico.Borghesie alla
prova.
4.1 Cultura romantica, ideali socialisti ed
umanitari, pensiero liberale, cattolicesimo e liberalismo. Mete e
conquiste costituzionali.
4.2 Dalla rivoluzione
francese ai risorgimenti nazionali.
4.3 Il quarantotto.
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5. Processi di integrazione
nazionale e costruzioni sovranazionali.
5.1 Questioni politiche e istituzionali nella
formazione dello Stato unitario in Italia.
5.2 Il processo di
unificazione tedesca: monarchia, esercito, classi sociali e formazione
del mercato nazionale.
5.3 Espansione della
"frontiera" e guerra civile americana.
5.4 L'articolarsi del
quadro europeo e gli imperi plurinazionali.
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6. L'economia mondiale e la
rottura dell'equilibrio europeo.
6.1 La grande depressione: crisi agraria, migrazioni
- emigrazioni.
6.2 Protezionismo,
militarismo e stato interventista. I caratteri della seconda rivoluzione
industriale.
6.3 Internazionalismo
socialista: la Comune.
6.4 Imperialismo e
colonialismi. Dall'egemonia bismarkiana alla crisi dell'equilibrio
europeo.
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Quinto Anno [2 ore]
Il '900
1. Le forme della società di massa.
1.1 L'andamento demografico.
1.2 Mobilità e questioni
sociali: borghesie, classi operaie, gruppi marginali. Il movimento
operaio e lo sviluppo dei sindacati. Il socialismo ed il pensiero
sociale cattolico. La questione femminile.
1.3 L'organizzazione dei
sistemi politici: parlamenti, partiti e riforme elettorali.
Comportamenti collettivi, formazione del consenso: scuola, opinione
pubblica, legislazione sociale. I movimenti nazionalisti. La crisi di
fine secolo in Italia e i caratteri dell'età giolittiana.
1.4 La crisi del
positivismo e la ridefinizione dei paradigmi della scienza. Nuove
tendenze culturali.
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2. La dissoluzione dell'ordine europeo.
2.1 I segni precursori dell'instabilità:
competizioni interstatali e imperialismi, conflitti regionali, ideologie
nazionaliste.
2.2 La prima guerra
mondiale.
2.3 Le due rivoluzioni
russe e il comunismo di guerra. I movimenti di massa in Europa e il
fallimento della rivoluzione in occidente. La crisi dello Stato liberale
in Italia.
2.4 I trattati di pace e
la nuova mappa geopolitica mondiale. I movimenti di liberazione nel
Terzo mondo e il nodo del Medio Oriente. Le relazioni internazionali e
la Società delle Nazioni.
2.5 La fabbrica del
consenso: la radio, il cinema e i nuovi modelli della vita privata.
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3. Dalla guerra alla guerra.
Strategie e tentativi di controllo della crisi.
3.1 Scenari e attori internazionali della crisi. La
frammentazione del mercato mondiale.
3.2 L'emergenza
totalitaria: lo stato fascista in Italia, l'ascesa del nazismo in
Germania, la diffusione dei regimi autoritari in Asia e in America
latina.
3.3 La sfida dell'Unione
Sovietica e il socialismo in un paese solo; l'industrializzazione
forzata e le basi sociali dello stalinismo; il partito-Stato e il
mosaico delle nazionalità.
3.4 Crisi economica e
risposte delle democrazie occidentali: gli Stati Uniti e il New Deal, le
politiche economiche keynesiane in Francia, Gran Bretagna e nei paesi
scandinavi.
3.5 L'insicurezza
collettiva e l'erosione della pace: i fronti popolari e la guerra civile
spagnola. L'espansionismo hitleriano, il riarmo e il fallimento delle
diplomazie.
3.6 La seconda guerra
mondiale come conflitto totale. Le conseguenze politiche ed economiche.
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4. Il mondo bipolare.
4.1 L'ordine delle superpotenze: la conferenza di
Yalta e la divisione del pianeta in sfere d'influenza; gli accordi di
Bretton Woods e il sistema economico internazionale; la nascita
dell'ONU. La fine della "grande alleanza" e la guerra fredda.
Il potere atomico e l'equilibrio del terrore.
4.2 I due blocchi tra
competizione e distensione: gli USA e la "nuova frontiera"
kennedyana; il processo di unificazione europea; la destalinizzazione in
URSS; le democrazie popolari dell'est.
4.3 L'Italia
repubblicana: istituzioni, sviluppo economico, lotta politica, squilibri
sociali.
4.4 L'esplosione della
periferia: inflazione demografica e decolonizzazione del Terzo Mondo;
India e Cina, due decolonizzazione del terzo Mondo; India e Cina, due
rivoluzioni a confronto; la crisi del sud-est asiatico; questione
palestinese e conflitti arabo-israeliani; l'emancipazione dell'Africa;
dipendenza economica e dittature militari in America latina.
4.5 La Chiesa cattolica e
la "svolta" del Concilio vaticano II.
4.6 Il sessantotto.
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5. Verso il nuovo ordine
mondiale.
5.1 Le trasformazioni dell'economia e la società
post-industriale. Lo squilibrio Nord/Sud e i limiti dello sviluppo.
Movimenti demografici e migrazioni internazionali.
5.2 Il sociale
ridefinito: soggettività emergenti, movimenti collettivi e istituzioni
diffuse; il microsistema della famiglia. Le patologie sociali. Il
governo della società complessa.
5.3 Rivoluzione
informatica e tecnologica; la diffusione planetaria dei mass media, il
confronto tra culture. Scienza e nuovi problemi.
5.4 La
"rivoluzione" del 1989: crollo di sistemi, imperialismi e
localismi.
5.5 La geopolitica
ridefinita: spinte nazionalistiche e identità nazionali. Comunità
sovranazionali. Fondamentalismi, nuove emarginazioni. Uso delle risorse
e redistribuzione della ricchezza.
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INDICAZIONI DIDATTICHE
1. Il pensiero storico, in quanto metodo e forma di
spiegazione euristica della realtà umana e sociale, è parte costitutiva e
integrante del sapere e della cultura occidentale. La nostra cultura è
intimamente storica. In questo senso la storia può essere riconosciuta come una
espressione culturale diffusa e come un peculiare modello di investigazione
della realtà. La pervasività stessa del pensiero storico consente la sua
trasformazione in senso comune storico, su cui possono innestarsi usi sociali,
politici ed ideologici, talvolta impropri, rispetto ai quali la scuola ha
compiti di chiarificazione e di critica.
2. La storia è la disciplina che studia e indaga le
differenze e il mutamento, le strutture, le permanenze e le continuità;
rapporta l'evento al contesto generale specifico; inserisce il caso particolare
in una trama di relazioni, retaggi, opportunità; considera in un'ottica di
complessità soggetti, azioni, comportamenti e valori. La storia dunque si
realizza come operazione di selezione, contestualizzazione, interpretazione e
come disciplina fondata su un metodo rigoroso di indagine sui fatti, su una
tecnica collaudata di ricerca delle relazioni, su una ermeneutica controllabile
ed esplicita. Infine procede alla spiegazione di eventi, processi e permanenze
mediante proprie tecniche di discorso.
3. Finalità essenziale dell'insegnamento storico è quella
di educare gli studenti alla consapevolezza del metodo storico, per ciò che
attiene all'accertamento dei fatti, all'investigazione, all'utilizzo,
all'interpretazione delle fonti, all'esposizione delle argomentazioni. Ciò
avviene non su procedure astratte, ma in stretta relazione e interdipendenza con
i contenuti. L'interazione metodo/contenuti costituisce l'asse privilegiato
della didattica storica. Nel pieno rispetto di tale interazione, l'insegnante
sceglie percorsi didattici, finalizzati all'acquisizione di obiettivi cognitivi
e metodologici, programmaticamente individuati ed esplicitati, percorsi che
utilizzano - a misura degli studenti - le procedure del metodo storico:
formulazione delle domande, definizione del "nodo problematico",
sviluppo delle dinamiche interne e delle interrelazioni contestuali,
accertamento delle eredità.
4. La storiografia offre la possibilità di puntualizzare
mezzi di indagine e modelli di interpretazione, e consente il vaglio critico del
patrimonio delle conoscenze acquisite e il loro utilizzo, la possibilità di
confronti e di comparazioni. Essa consente altresì di individuare i punti di
vista, i riferimenti ideologici, la strumentazione teorica e concettuale.
5. La struttura dei contenuti proposti, composta da grandi
contestualizzazioni e dalla loro articolazione, si incontra con le modalità di
apprendimento proprie del giovane che ha bisogno di "viaggiare" tra le
grandi generalizzazioni e l'esattezza del concreto. Essa segnala un metro per
risolvere la prescrittività dei programmi di storia, stretti tra la complessità
e l'ampiezza dei fatti da esaminare, la necessità della selezione e il rapporto
non episodico con la riflessione storiografica.
6. I contenuti individuati riguardano in particolare l'uomo
associato in collettività, teso a realizzare un'esistenza accettabile, a
sfruttare al meglio il patrimonio delle conoscenze accumulate, inserito in un
contesto dato di relazioni, di vincoli, di rappresentazioni e
autorappresentazioni, di possibilità e rapporto tra uomo, natura e cultura e
tra collettività e sfruttamento delle risorse ambientali; le forme di governo
delle risorse, delle culture, delle società; l'articolazione delle identità e
delle soggettività.
7. Nello stesso modo in cui lo storico utilizza fonti
documentarie che sono oggetto di indagine da parte di discipline non
assimilabili alla storia (geografia, linguistica, filosofia, economia,
psicologia, sociologia, etologia, ecc.) - proponendo così una ricerca di tipo
pluridisciplinare o interdisciplinare -, anche l'insegnante di storia deve saper
utilizzare una strumentazione ermeneutica pluridisciplinare. Ad essa lo
predispone la stessa natura della storia che mutua, all'occasione, da altre
discipline lessico e quadri di riferimento concettuali.
8. La didattica storica qui prospettata necessita di una
strumentazione di supporto articolata e accessibile: carte geografiche, tabelle
cronologiche e sinottiche, manuali di storia, testi storiografici, testi
documentari, raccolta di fonti, riproduzioni di documenti, materiale
computerizzato ecc.
Così configurata, questa didattica costituisce un vero e
proprio laboratorio di storia (ove possibile da realizzare anche in una sede
apposita), del quale fanno parte a pieno titolo visite ad archivi pubblici e
privati e a musei.
A seconda della tipologia dell'unità di studio, cambiano le
prove di verifica. Ad esempio un lavoro di concettualizzazione spazio-temporale
richiede che lo studente dimostri la padronanza di carte geografiche e
cronologiche; un lavoro sulle fonti, che lo studente dimostri di saper formulare
questionari di interrogazione di un documento, o di saper confrontare più
documenti in modo corretto; un lavoro che implichi la lettura dei testi
differenziati (manuali, saggi e articoli divulgativi) richiede che lo studente
dimostri le proprie competenze d'uso di generi testuali diversi; se l'allievo
deve riferire - oralmente o per iscritto - sul proprio lavoro, si richiede la
capacità di pianificare una relazione, di argomentare con proprietà, di
servirsi del lessico specifico, di operare rimandi alle fonti di informazione.
Se l'allievo deve dimostrare di possedere le conoscenze studiate, saranno utili
prove strutturate quali domande vero falso e a risposta multipla, testi a
completamento, ecc.
E' essenziale, infine, che l'insegnante accerti le
competenze, le conoscenze e le abilità acquisite dagli allievi, mediante prove
di ingresso, predisposte in funzione sia del raccordo col biennio, sia dell'unità
di studio prescelta.
Il programma mette a disposizione del docente un materiale
suddiviso e organizzabile in modo da progettare programmazioni che, oltre a
garantire l'acquisizione delle conoscenze essenziali, rispondano ai bisogni
degli studenti, agli stili di insegnamento, alle disponibilità orarie. Tale
flessibilità permette di caratterizzare l'insegnamento rispetto all'indirizzo e
di costruire occasioni interdisciplinari.
La struttura dei contenuti proposti è composta da grandi
contestualizzazioni, corrispondenti alle titolazioni di ciascun contenuto
(indicate con i numeri), ciascuna delle quali si articola in un itinerario
possibile, (indicato dalla serie di lettere). Queste articolazioni vanno intese
come piste di lettura utili per la esplicitazione delle contestualizzazioni.
Sono prescrittivi, per ciascun anno, tutte le
contestualizzazioni e non meno di tre itinerari.
Le contestualizzazioni sono prescrittive perchè nel loro
insieme consentono di costruire una mappa cognitiva utile per comprendere il
periodo storico previsto nell'anno. E' prescrittivo lo studio di almeno tre
itinerari, in modo da garantire una varietà sufficiente di approcci, e da
abituare lo studente al lavoro di confronto tra fatti e contestualizzazioni.
L'insegnante potrà costruire, inoltre, uno o più itinerari
- sostitutivi di quelli proposti - combinando in modo coerente e storicamente
significativo singoli punti, tratti dalle diverse articolazioni (contrassegnate
dalle lettere), in modo da percorrere trasversalmente i contenuti proposti.
Ciascun contenuto è suscettibile ancora di approfondimenti culturali di ricerca
anche nella dimensione storica locale.
Dal monte ore a disposizione, un terzo potrà essere dedicato
allo studio delle contestualizzazioni; la restante parte - dedicata allo studio
degli itinerari - potrà essere ripartita secondo le esigenze della
programmazione.
La metà del XVII secolo e la fine del XIX separano lo studio
nelle tre annualità. Tale periodizzazione non segnala una cesura netta.
Infatti, il programma è costruito con percorsi tematici che possono sovrapporsi
cronologicamente e svilupparsi secondo temporalità proprie.
Il programma dell'ultimo anno è presentato in forma più
analitica. Tale scelta nasce dall'esigenza di fornire, attraverso conoscenze più
ampie e approfondimenti indispensabili, una piena comprensione del proprio
tempo.
TORNA
SU
LINGUA STRANIERA
TORNA
SU
FINALITA'
Le finalità del triennio integrano e ampliano le finalità del biennio e mirano
a potenziare i seguenti aspetti:
- la competenza comunicativa per consentire un'adeguata interazione in
contesti diversificati ed una scelta di comportamenti espressivi sostenuta
da un più ricco patrimonio linguistico;
- la comprensione interculturale, non solo nelle sue manifestazioni
quotidiane, ma estesa a espressioni più complesse della civiltà straniera
e agli aspetti più significativi della sua cultura;
- la consapevolezza della matrice comune che lingue e culture appartenenti
allo stesso ceppo conservano attraverso il tempo pur nelle diversità della
loro evoluzione;
- l'educazione linguistica che coinvolga la lingua italiana, sia in un
rapporto comparativo sistematico, sia nei processi di fondo che stanno alla
base dell'uso e dello studio di ogni sistema linguistico;
- la consapevolezza dei propri processi di apprendimento che permetta la
progressiva acquisizione di autonomia nella scelta e nell'organizzazione
delle proprie attività di studio.
OBIETTIVl DI APPRENDIMENTO
Alla fine del triennio lo studente dovrà dimostrare di essere in grado di:
- comprendere, in maniera globale o analitica, a seconda della situazione,
testi orali relativi anche al settore specifico dell'indirizzo;
- sostenere semplici conversazioni, su argomenti generali e specifici,
adeguate al contesto e alla situazione di comunicazione;
- produrre testi orali per descrivere processi o situazioni con chiarezza
logica e precisione lessicale;
- comprendere in maniera globale testi scritti di interesse generale
specifici del settore di specializzazione;
- comprendere in modo analitico testi scritti specifici dell'indirizzo
- trasporre in lingua italiana testi scritti di argomento tecnologico;
- individuare le strutture e i meccanismi linguistici che operano diversi
livelli: pragmatico, testuale, semantico-lessicale e morfosintattico;
- riconoscere i generi testuali e, al loro interno, le costanti che li
caratterizzano;
- attivare modalità di apprendimento autonomo sia nella scelta di materiali
e di strumenti di studio, sia nell'individuazione di strategie idonee a
raggiungere gli obiettivi prefissati.
N.B. Gli obiettivi e i contenuti sono riferiti alle abilità
considerate separatamente. Tuttavia, per sviluppare le abilità, si prevedono
anche attività di tipo integrato.
Per favorire un apprendimento efficace della lingua straniera è indispensabile
predisporre l'orario in modo che le ore di lezione previste siano sempre
separate.
CONTENUTI
Terzo anno [3 ore]
Il terzo anno di scuola secondaria superiore è un anno di raccordo. Lo studio
della lingua straniera continua sulle linee direttive tracciate per il
biennio,,tenendo conto della maggiore competenza degli studenti, dei loro
interessi culturali, del grado di maturità raggiunto e dell'esigenza di
preparazione specifica.
Si devono presentare testi sia orali (a viva voce, registrazioni telefoniche,
radiofoniche e televisive), sia scritti. Tali testi, proposti per consolidare e
ampliare la competenza linguistica e comunicativa, devono offrire un'ampia
varietà di linguaggi e di registri che recuperi la valenza culturale e gli
aspetti di civiltà sottesi ai linguaggi stessi. Si incideranno brevi testi
letterari rappresentativi dei vari generi mirati soprattutto a far cogliere la
distinzione tra prodotti di tipo immaginativo e prodotti di tipo funzionale e a
consentire una più completa formazione culturale dello studente.
Verso la fine dell'anno si introdurranno anche testi di carattere divulgativo su
problematiche generali connesse con l'indirizzo specifico. I testi saranno
finalizzati alla comprensione, alla discussione e alla riflessione sulla lingua;
ove possibile, si eseguirà anche un'analisi comparativa con le altre culture e
civiltà.
I materiali su cui si basano le attività saranno graduati tenendo presente che
la loro difficoltà è costituita soprattutto dall'accumularsi dei seguenti
fattori: l'estraneità e la complessità dell'argomento, la densità
dell'informazione e la difficoltà linguistica.
1. Comprensione e produzione orale
I testi per lo sviluppo dell'ascolto devono essere espressi a velocità normale,
offrire una varietà di pronunce ed essere rappresentativi di diverse tipologie
(narrativi, descrittivi, regolativi ecc.) e dei seguenti generi testuali:
- comunicazioni telefoniche;
- interviste;
- discorsi, lezioni e relazioni;
- tavole rotonde e dibattiti;
- notiziari radiofonici e televisivi;
- annunci pubblicitari.
La produzione orale, mirante a descrivere, narrare, dare istruzioni, esporre ed
argomentare, riguarderà i seguenti generi:
- brevi monologhi (anche esposizioni su traccia scritta);
- conversazioni a viva voce e telefoniche;
- discussioni e dibattiti;
- interviste;
- brevi relazioni.
2. Comprensione e produzione scritta
I testi per lo sviluppo della comprensione scritta saranno rappresentativi dei
seguenti generi testuali:
- dépliant e testi pubblicitari ; .
- articoli da giornali e riviste;
- pagine da testi stranieri, anche disciplinari ;
- brevi racconti, poesie e canzoni.
La produzione scritta consisterà in:
- lettere di carattere formale e informale:
- dépliant;
- testi personali, diari;
- appunti, scalette;
- resoconti e brevi relazioni;
- commenti a testi o a attività;
- riassunti e sintesi di testi letti o ascoltati e di filmati.
Per la riflessione sulla lingua si rimanda alla fine dei contenuti del quarto e
quinto anno. .
Quarto e quinto anno [3 e 2 ore]
I contenuti proposti per il terzo anno verranno ripresi ad ampliati, ponendo
attenzione ai seguenti punti:
- essi devono costituire il punto di avvio per le attività di comprensione
orale e scritta e di produzione orale;
- devono essere motivanti al fine di far emergere più facilmente sia le
strategie di comprensione, sia discussioni volte a consolidare la competenza
comunicativa;
- i testi scritti saranno prevalenti, in quanto la lettura è l'attività
linguistica da privilegiare;
- i testi di interesse generale saranno legati all'attualità socio-culturale;
- gli argomenti dei testi specialistici si raccorderanno a quelli trattati nelle
materie tecniche e professionali, mediante collegamenti trasversali;
- le istruzioni per l'uso di hardware o software informatico saranno oggetto di
attenzione;
- i testi scelti saranno di complessità adeguata sia alle conoscenze tecniche
già possedute dagli studenti, sia alla competenza linguistica raggiunta;
- i testi specialistici dovranno favorire la precisione terminologica.
I contenuti verteranno sui seguenti argomenti di carattere generale e
tecnico:
- avvenimenti di interesse generale o particolare della classe;
- tematiche di carattere scientifico e tecnologico;
- descrizione di processi tecnologici.
La produzione di testi scritti non costituirà un contenuto di apprendimento
specifico, ma sarà funzionale allo sviluppo delle altre abilità e comprenderà
appunti, scalette, brevi resoconti.
Si prevede la trasposizione in lingua italiana di testi di argomento
tecnologico, con attenzione ai valori comunicativi e alla precisione
terminologica.
Riflessione sulla lingua e sulla comunicazione (valida per tutto il triennio).
La riflessione, che riguarda l'intero sistema della lingua e gli usi linguistici
nella comunicazione, riprenderà e approfondirà gli aspetti oggetto di studio
del biennio, e precisamente:
- integrazione di diversi codici nella comunicazione: il rapporto tra linguaggi
verbali, paraverbali (ritmo, intonazione ecc.) e non verbali (gesti, mimica ecc.
per l'orale; numerici, iconici ecc. per lo scritto) in testi e contesti via via
più complessi;
- caratteristiche della lingua in relazione ai diversi mezzi: parlato,
scritto, forme multimediali;
- varietà della lingua in dimensione sociale (registro), geografica e
cronologica (dinamicità della lingua);
- aspetti pragmatici: ruoli sociali, scopi espliciti e impliciti dei parlanti ed effetti del messaggio sui destinatari ; strategie
comunicative; rapporto tra funzioni comunicative e forme linguistiche;
- testualità: coerenza e meccanismi di coesione, modalità di organizzazione dei diversi tipi e generi testuali;
- lessico e semantica: meccanismi di generazione delle parole, funzione degli affissi, ecc. ; nozione di campo semantico; denotazione
e connotazione; la semantica del verbo (modalità, tempo, aspetto
ecc.);
- morfologia e sintassi: sistemi morfologici (flessioni verbali, nominali ecc.) e strutture sintattiche (costituenti della frase, ordine
delle parole ecc.). .
INDICAZIONI DIDATTICHE
Si confermano, in quanto valide per tutto il corso di studi, le indicazioni metodologiche proposte nei programmi del biennio.
Le abilità di comprensione orale si sviluppano su testi di tipologia e
argomento diversi, a forma dialogica o monologica (conversazioni, relazioni, trasmissioni radiofoniche o televisive di vario tipo ecc.). Su di
essi gli studenti vengono abituati a compiere le seguenti operazioni:
- anticipare i contenuti sulla base di alcuni dati e formulare ipotesi;
- cogliere il significato globale;
- cogliere le strategie dei parlanti;
- cogliere l'atteggiamento dei parlanti;
- rivedere le ipotesi formulate inizialmente al termine dell'ascolto;
- valutare il contributo dei partecipanti a un dialogo o ad una discussione. .
Per meglio finalizzare l'ascolto, si possono proporre schede e griglie
da completare, presa di appunti e attività su compito definito.
La produzione orale si favorisce con attività in coppia o in gruppo
(simulazione, role-play ecc.), a partire da testi ascoltati o letti. Lo studente sarà condotto a mettere in atto diverse strategie comunicative a
seconda del contesto, delle caratteristiche degli interlocutori, degli scopi ecc. Tali attività saranno precedute, o
inframmezzate, da momenti
di riflessione sulla comunicazione per permettere il successivo passaggio a una produzione autonoma. Per giungere a questo tipo di
competenza comunicativa, gli studenti dovranno acquisire la capacità di produrre, in particolare, forme espositive e
argomentative.
Tale competenza verrà agevolata da una vasta gamma di attività quali
ad esempio:
- sviluppo del discorso su note precedentemente prese in fase di ascolto;
- presentazione di contenuti da diversi punti di vista;
- operazione di sintesi o di sviluppo dei contenuti;
- sviluppo di una tesi partendo da ipotesi date.
La capacità di sostenere una conversazione telefonica assume particolare rilevanza in ambito aziendale. Tale capacità viene sviluppata
mediante simulazioni à viva voce in classe che permettono di apprendere le modalità specifiche in uso in questo particolare tipo di
interazione e, successivamente, nel laboratorio linguistico, si possono introdurre registrazioni di telefonate di diverso grado di complessità che
presentino vari registri linguistici.
Per quanto riguarda le attività di lettura, si proseguirà nell'utilizzo
delle varie tecniche di lettura a seconda degli scopi (lettura globale,
esplorativa, analitica) applicate a testi i cui contenuti verteranno dapprima su argomenti e problematiche legate all'attualità e, in seguito, su
tematiche più specifiche dell'indirizzo.
Al fine di mettere lo studente in grado di leggere in modo adeguato
testi tratti da giornali, manuali e pubblicazioni specializzate, sarà utile
attivare le seguenti competenze specifiche:
- individuare gli aspetti iconici e gli inizi discorsivi e tematici presenti nel testo attivando le conoscenze già possedute dagli allievi;
- porsi domande sul testo e formulare ipotesi avendo chiaro l'obiettivo della lettura;
- comprendere le principali informazioni esplicite;
- effettuare inferenze in base a informazioni già note o contenute
nel testo;
- valutare l'utilità delle informazioni contenute nei testi.
La lettura di testi specialistici e di tesi letterari può fornire spunti
per attività di produzione orale che assumono la forma di resoconti,
dibattiti e discussioni su problemi, che è opportuno affrontare, ove
possibile, comparandoli con problemi analoghi nel nostro paese.
Considerando la rilevanza formativa del riassunto, orale e scritto, è
opportuno dedicare spazio a tale attività a diversi livelli, sia come riduzione del testo originale, sia come rielaborazione del testo d'origine
con parole diverse, sia come trasposizione sintetica di testi letti o ascoltati in italiano.
L'apprendimento delle capacità di sintesi può avere luogo con attività di gruppo in cui la risposta alla consegna sia,
soprattutto nei primi tempi, il prodotto di una discussione tra i diversi componenti.
Per rafforzare le abilità di produzione scritta si possono eseguire
«esercizi di traduzione intralinguistica» nell'ambito della stessa varietà
linguistica: si può richiedere, ad esempio, la descrizione di una stessa
situazione da punti di vista diversi; il passaggio dal discorso diretto al
discorso indiretto e viceversa; il cambio di varietà linguistica, con passaggio dal linguaggio informale a quello formale e viceversa;
l'allargamento o il restringimento di un testo, trasformando, ad esempio, una
circolare pubblicitaria in un cartellone stradale o viceversa. si possono
inoltre proporre esercizi di trascodificazione da forma grafica (tabulati, diagrammi, istogrammi ecc.) in forma linguistica.
Pur non trascurando la scrittura manipolativa, che favorisce l'acquisizione di automatismi linguistici, è opportuno proporre attività
sempre più autonome e impegnative per abituare lo studente ad un uso
consapevole, personale e creativo della lingua straniera. Possono servire allo scopo la scrittura di paragrafi su modelli dati, composizioni su
traccia, composizioni libere ecc. .
Nella quarta e nella quinta classe è necessario stabilire ogni raccordo possibile con le altre materie, in
modo che i contenuti proposti nella
lingua straniera, pur senza perdere la loro specificità, abbiano carattere trasversale nel curricolo. È necessario tener presente, comunque,
che nessun argomento può essere presentato nella lingua straniera se
non è stato prima concettualmente assimilato in altri ambiti disciplinari, in quanto ogni «input» linguistico deve trovare strutture
cognitive in grado di recepirlo.
Poiché nella futura attività di lavoro potrà essere richiesta la traduzione di testi di quarta e quinta classe, verranno avviati esercizi di
traduzione. Tali attività, che evitano la traduzione della frase isolata e prevedono invece una chiara contestualizzazione, sono efficaci per
consolidare sia la competenza testuale, sia l'educazione linguistica. La traduzione non può essere letterale e deve salvaguardare la precisione dei
termini tecnici e l'intenzione comunicativa del testo. In questo senso
essa è da intendersi come aggiuntiva alle abilità di base e non come
metodo per imparare la lingua. È opportuno che l'uso del dizionario
bilingue, necessario per questa attività, costituisca oggetto di esercitazioni specifiche.
Poiché l'autonomia di apprendimento costituisce una finalità primaria nella formazione dello studente, è opportuno che l'insegnante
colga qualsiasi occasione per favorirla, offrendogli sempre maggiori
spazi di decisione e di scelta. A questo fine è utile disporre di un'ampia
varietà di materiali linguistici (possibilmente corredati da strumenti di
autoverifica), favorire l'accesso a media audiovisivi e tecnologici che
rispondano ai diversi stili cognitivi e strutturare attività comunicative
diversificate che coinvolgano lo studente e lo rendano protagonista del
suo apprendimento. In tal modo il docente assume il ruolo di guida e
facilitatore per lo studente, il quale, conscio dell'obiettivo da raggiungere, può individuare modalità, strumenti e percorsi
personali che gli
permettano di massimizzare le sue capacità di apprendere.
La verifica e la valutazione
Prove di comprensione orale e scritta
La comprensione, globale o analitica, dei generi testuali proposti,
potrà essere verificata, per l'orale e per lo scritto, mediante le prove
seguenti:
- questionari a scelta multipla;
- questionari a risposta breve;
- compilazione di tabelle, griglie e moduli;
- ricodificazione di testi in forma grafica (tabelle, diagrammi, diagrammi di flusso, istogrammi ecc.).
Prove di produzione orale
La produzione orale, che si realizza nella classe per lo più con attività in
coppia o in gruppo, con dibattiti e discussioni, potrà essere verificata avvalendosi di griglie di osservazione sistematica che permettono
di valutare le prestazioni dei singoli riducendo al minimo gli elementi
di impressionismo e di casualità.
Prove di produzione scritta
La produzione scritta potrà essere verificata mediante:
- brevi descrizioni o narrazioni;
- brevi resoconti e commenti a testi o ad attività;
- lettere formali o informali di carattere personale;
- ricodificazione da diagrammi o tabelle;
- brevi composizioni di carattere generale su traccia.
Prove di tipo integrato
Le attività integrate potranno essere verificate con:
- trasposizioni di conversazioni telefoniche in appunti e successivamente in messaggi articolati;
- ricostruzione di un testo da appunti presi;
- compilazione di moduli;
- dettati;
- test di tipo «cloze»;
- riassunti a partire da testi orali e scritti, di carattere generale o
specifico;
- trasformazione di testi (cambiando un elemento della comunicazione: tempo, punto di vista, destinatario, intenzione
comunicativa ecc.);
- riassunti di testi narrativi.
Prove di competenza linguistica
Il possesso delle singole competenze linguistiche potrà essere verificato mediante:
- completamento di frasi o testi sui vari aspetti linguistici (tempi
verbali, connettori testuali ecc.);
- trasformazione di frasi.
Frequenza delle prove .
La valutazione riguarda le varie abilità, singole o integrate, e la competenza linguistica. Pertanto sarà
opportuno che ogni prova verifichi
più di un'abilità e comprenda tipologie di attività diverse.
La classificazione riguarderà per le classi terze sia l'orale sia lo scritto
e nelle quarte e quinte solo l'orale; in entrambi i casi, si fonderà su
almeno tre verifiche per quadrimestre o due per trimestre.
TORNA
SU
MATEMATICA
TORNA
SU
FINALITA'
Nel corso del triennio superiore l'insegnamento della matematica prosegue ed
amplia il processo di preparazione scientifica e culturale dei giovani già
avviato nel biennio; concorre, insieme alle altre discipline, allo sviluppo
dello spirito critico ed alla loro promozione umana e intellettuale.
In questa fase della vita scolastica lo studio della matematica cura e sviluppa
in particolare:
- l'acquisizione di conoscenze a livelli più elevati di astrazione e di
formalizzazione;
- la capacità di cogliere i caratteri distintivi dei vari linguaggi (storico-naturali,
formali, artificiali);
- la capacità di utilizzare metodi, strumenti e modelli matematici in
situazioni diverse;
- l'attitudine a riesaminare criticamente e a sistemare logicamente le
conoscenze via via acquisite.
L'insegnamento della matematica, pur collegandosi con gli altri contesti
disciplinari per assumere prospettive ed aspetti specifici, conserva la propria
autonomia epistemologica-metodologica e persegue quindi le stesse finalità.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Alla fine del triennio l'alunno dovrà possedere, sotto l'aspetto concettuale, i
contenuti prescrittivi previsti dal programma ed essere in grado di:
- sviluppare dimostrazioni all'interno di sistemi assiomatici proposti o
liberamente costruiti;
- operare con il simbolismo matematico riconoscendo le regole sintattiche di
trasformazione di formule;
- utilizzare metodi e strumenti di natura probabilistica e inferenziale;
- affrontare situazioni problematiche di varia natura avvalendosi di modelli
matematici atti alla loro rappresentazione;
- costruire procedure di risoluzione di un problema e, ove sia il caso,
tradurle in programmi per il calcolatore;
- risolvere problemi geometrici nel piano per via sintetica o per via
analitica;
- interpretare intuitivamente situazioni geometriche spaziali;
- applicare le regole della logica in campo matematico;
- riconoscere il contributo dato dalla matematica allo sviluppo delle
scienze sperimentali;
- comprendere il rapporto tra scienza e tecnologia ed il valore delle più
importanti applicazioni tecnologiche;
- inquadrare storicamente l'evoluzione delle idee matematiche
fondamentali.
CONTENUTI
Terzo anno [4 ore]
1.a Circonferenza, ellisse, parabola, iperbole nel piano cartesiano.
1.b Cambiamento del sistema di coordinate.
1.c Lunghezza della circonferenza e misure angolari.
1.d Teorema del coseno e teorema dei seni. Risoluzione dei triangoli.
2.a L'insieme dei numeri reali e sua completezza.
2.b Potenze a base reale positiva e ad esponente reale.
2,c Numeri complessi e loro rappresentazione in forma algebrica, trigonometrica,
esponenziale. Radici n-esime dell'unità.
2.d Spazi vettoriali: struttura vettoriale in R2 e in R3. Basi, trasformazioni
lineari. Risoluzione di sistemi lineari. Struttura algebrica delle matrici di
ordine 2.
3.a Disequazioni di II grado. Sistemi di disequazioni.
3.b Logaritmo e sue proprietà. Funzioni esponenziale e logaritmica.
3.c Funzioni circolari e loro inverse. Formule di addizione e principali
conseguenze.
3.d Zeri di funzioni.
6.a Implementazione di algoritmi numerici diretti ed iterativi, controllo della
precisione.
Quarto anno [3 ore] .
4.a Valutazioni e definizioni di probabilità in vari contesti. .
6.a Convergenza di metodi iterativi. Algoritmi ricorsivi. Complessità
computazionale di algoritmi definiti in modo iterativo e ricorsivo.
7.a Principio d'induzione. Progressioni aritmetica e geometrica.
Successioni numeriche e limite di una successione.
7.b Limite, continuità, derivata di una funzione in una variabile reale.
7.c Teoremi di Rolle, Cauchy, Lagrange, De l'Hopital. Formula di Taylor
7.d Studio e rappresentazione grafica di una funzione.
7.e Il problema della misura: lunghezza, area, volume. Integrale definito.
7.f Funzione primitiva ed integrale indefinito. Teorema fondamentale
del calcolo integrale. Integrazione per sostituzione e per parti.
Quinto anno [3 ore]
1.a Incidenza, parallelismo, ortogonalità nello spazio. Angoli di rette e
piani, angoli, diedri, triedri.
1.b Poliedri regolari. Solidi notevoli.
1.c Coordinate cartesiane nello spazio. Equazioni del piano e della retta.
3.a Funzione di più variabili reali.
7.a Serie numeriche. Sviluppo in sede di una funzione in una variabile
reale: serie di potenze e di Fourier.
7.b Equazioni differenziali del I ordine. Equazioni differenziali a
coefficienti costanti del II ordine.
7.c Risoluzione approssimata di equazioni. Integrazione numerica.
COMMENTO AI SINGOLI TEMI
Tema n. I - Geometria
Gli argomenti di geometria per il triennio sono in stretta connessione con gli
argomenti suggeriti per il biennio e completano la formazione dell'alunno
dandogli una visione, per quanto possibile, completa della disciplina.
Proseguendo nello studio del metodo cartesiano si definiranno le coniche come
luoghi geometrici e se ne scriveranno le equazioni che con riferimento a sistemi
di assi coordinati opportunamente scelti.
Il cambiamento degli assi coordinati consentirà di ampliare lo studio delle
curve di secondo ordine.
Lo studio della trigonometria, ridotto all'essenziale, è finalizzato alla
risoluzione dei triangoli; esso risponde anche alle necessità proprie delle
altre scienze.
Le dimostrazioni delle principali proprietà dello spazio euclideo
tridimensionale e dei solidi notevoli completano gli argomenti di geometria
elementare; nello sviluppo dei vari argomenti l'intuizione avrà un
ruolo determinante.
Lo studio dei primi elementi di geometria analitica nello spazio non sarà fine
a se stesso, ma dovrà servire di supporto sia allo studio degli elementi di
analisi che alle applicazioni in campo tecnologico.
Tema n. 2 - Insiemi numerici e strutture
Per definire i numeri reali di potrà fare ricorso alle sezioni di Dedekind o ad
altri metodi; in ogni caso la definizione sarà collegata con la proprietà di
completezza del loro insieme.
L'introduzione dei numeri complessi si avvarrà anche dell'uso delle coordinate
polari e sarà accompagnata da numerose e varie applicazioni; ad esempio, le
radici n-esime dell'unità potranno essere collegate con il problema di
inscrivere un poligono regolare di n lati in una circonferenza.
Al concetto generale di spazio vettoriale e di trasformazione lineare si
perverrà attraverso l'analisi di casi concreti in vari contesti scientifici.
Lo studio dei sistemi lineari, che riprende un argomento già iniziato nel
biennio, mira a privilegiare l'esame delle operazioni che trasformano un sistema
lineare in altro ad esso equivalente.
In tal modo si potrà giungere, ad esempio, alla « triangolazione» della
matrice dei coefficienti. Lo studio delle matrici offre un esempio
particolarrnente semplice e significativo di anello non commutativo.
Tema n. 3 - Funzioni ed equazioni
Gli esercizi di applicazione dei concetti di esponenziale e logaritmo saranno
limitati ai casi più semplici; per il calcolo del logaritmo di un numero o del
numero di dato logaritmo si farà ricorso a strumenti automatici di calcolo.
Lo studio delle funzioni circolari è limitato al teorema della somma e sue
immediate conseguenze.
Anche per la determinazione dei valori di tali funzioni ci si avvarrà di
strumenti automatici.
Per quanto riguarda le funzioni di due variabili lo studio si limiterà ai casi
più semplici, con il ricorso alla rappresentazione sul piano cartesiano
mediante curve di livello.
Tema n. 4 - Probabilità e statistica
Gli elementi di calcolo delle probabilità e statistica rispondono
all'esigenza di fornire gli strumenti metodologici per effettuare
modellizzazioni e analisi di dati nel particolare contesto educativo.
Per quanto riguarda l'allusione ai vari contesti in cui si determinano le
probabilità ci si può ricondurre ai diversi metodi di valutazione che non
saranno presentati come antitetici, potendosi usare di volta in volta quello che
appare più aderente al contesto di informazione in cui si sta operando. Andrà
particolarmente tenuta presente la valutazione come « grado di fiducia»
(valutazione soggettiva) in quanto applicabile
a tutti i contesti.
Tema n. 5 - Gli argomenti di questo tema non interessano l'indirizzo
Tema n. 6 - Informatica
Il sottotema «Implementazione di algoritmi numerici ed iterativi, controllo
della precisione», si articola sui seguenti argomenti: risoluzione dei sistemi
lineari (2 x 2), approssimazioni di soluzioni di equazioni (bisezioni),
costruzione di successioni. Per questi argomenti si può usare in laboratorio,
in modo più avanzato, lo stesso ambiente di programmazione conosciuto al
biennio.
Tema n. 7 - Analisi infinitesimale
Lo studio delle progressioni è propedeutico a quello delle successioni, perle
quali riveste particolare importanza il problema della convergenza.
Questo porta alla nozione di limite e quindi al concetto più generale di limite
di una funzione di una variabile reale.
L'introduzione di questo concetto e di quello di derivabilità ed integrabilità
sarà accompagnata da un ventaglio quanto più ampio possibile di loro impieghi
in ambiti matematici ed extramatematici ed arricchita della presentazione ed
illustrazione di opportuni controesempi che serviranno a chiarire i concetti
stessi.
L'alunno sarà abituato all'esame di grafici di funzioni algebriche e
trascendenti ed alla deduzione di informazioni dello studio di un andamento
grafico; appare anche importante fare acquisire una mobilità di
passaggio dal grafico di una funzione a quello della sua derivata e di una sua
primitiva.
Il problema della misura sarà affrontato con un approccio molto generale, con
particolare riferimento al calcolo della lunghezza della circonferenza e
dell'area del cerchio, e va inquadrato preferibilmente sotto il profilo storico.
Il concetto di integrale scaturirà poi in modo naturale dalla necessità di
dare metodi generali per il calcolo di lunghezze, aree, volumi.
Nell'illustrare i metodi di risoluzione delle equazioni differenziali il docente
farà ricorso a problemi non solo matematici, ma anche attinenti alla fisica,
all'economia ed alla realtà in genere.
Per quanto riguarda là loro risoluzione si avvarrà, per le più semplici,
quali quelle a variabili separabili o a queste facilmente riconducibili, del
metodo tradizionale, per le più complesse dei metodi propri del
calcolo numerico.
Si utilizzeranno i metodi del calcolo numerico nella determinazione del valore
di una funzione in un dato punto, nella risoluzione di equazioni e di sistemi e
nel calcolo integrale, quando l'impiego dei metodi tradizionali risulta di
difficile applicazione.
Gli argomenti di analisi numerica riportati sono rappresentativi di problemi
risolvibili mediante metodi «costruttivi» che permettono, con un precisione
arbitraria ed in un numero finito di passi eseguibili da un calcolatore, la
determinazione delle loro soluzioni.
Poiché i calcolatori operano nel discreto è necessario tenere conto,
nell'analizzare i diversi metodi proposti, del fenomeno della propagazione degli
errori.
INDICAZIONI DIDATTICHE
Nel ribadire le indicazioni didattiche suggerite nel programma peri biennio, si
insiste sulla opportunità che l'insegnamento sia condotto per problemi;
dall'esame di una data situazione problematica l'alunno sarà portato, prima a
formulare una ipotesi di soluzione, poi a ricercare il procedimento risolutivo,
mediante il ricorso alle conoscenze già acquisite, ed infine ad inserire il
risultato ottenuto in un organico quadro teorico complessivo; un processo in cui
l'appello all'intuizione sarà via via ridotto per dare più spazio
all'astrazione ed alla sistemazione razionale.
A conclusione degli studi secondari scaturirà così naturalmente nell'alunno
l'esigenza della sistemazione assiomatica dei temi affrontati, della geometria
come di altri contesti, sistemazione che lo porterà a
recepire un procedimento che è diventato paradigmatico in qualsiasi ricerca ed
in ogni ambito disciplinare.
Si ricorda che il termine problema va inteso nella sua accezione più ampia,
riferito cioè anche a questioni interne alla stessa matematica; in questa
ipotesi potrà risultare didatticamente proficuo storicizzare la
questione presentandola come una successione di tentativi portati a livelli di
rigore e di astrazione sempre più spinti; sono stati a riguardo ricordati
il,processo che portò alle geometrie non euclidee e quello che sfociò nel
campo integrale. .
In questo ordine di idee il docente, nel trattare i vari argomenti, sfrutterà
anche ogni occasione per illustrare ed approfondire alcune questioni di
epistemologia della matematica.
L'insegnamento per problemi non esclude però che il docente faccia ricorso ad
esercizi di tipo applicativo, sia per consolidare le nozioni apprese dagli
alunni, sia per fare acquisire loro una sicura padronanza
del calcolo.
É comunque opportuno che l'uso dell'elaboratore elettronico sia via via
potenziato utilizzando strumenti e metodi propri dell'informatica nei contesti
matematici che vengono progressivamente sviluppati; mediante la visualizzazione
di processi algoritmici non attuabile con elaborazione manuale, esso consente
anche la verifica sperimentale di nozioni teoriche già apprese e rafforza a sua
volta negli alunni l'attitudine all'astrazione ed alla formalizzazione per altra
via conseguita.
Il docente terrà presenti le connessioni della matematica con le discipline
tecniche dell'indirizzo e darà a ciascun argomento uno sviluppo adeguato alla
sua importanza nel contesto di queste discipline.
L'alunno sarà così dotato di rigorosi metodi di analisi, di capacità relative
alla modellizzazione di situazioni anche complesse, di abilità connesse con il
trattamento di dati, che lo metteranno in grado di effettuare in ogni occasione
scelte consapevoli e razionali.
Nel contesto di una ripartizione annuale i contenuti sono raggruppati per
«temi»: il docente avrà cura di predisporre il suo itinerario didattico in
modo da mettere in luce analogie e connessioni tra argomenti appartenenti,a temi
diversi o i diversi aspetti di uno stesso argomento.
Perla verifica si confermano i criteri generali suggeriti nel programma per il
biennio: nelle verifiche scritte il docente porrà particolare attenzione
agli aspetti progettuali.
TORNA
SU
ECONOMIA INDUSTRIALE CON ELEMENTI DI DIRITTO
TORNA
SU
FINALITA'
Le finalità dell'insegnamento consistono in:
- integrare ed arricchire le conoscenze giuridico-economiche già fornite nel
biennio per guidare il giovane all'interpretazione del funzionamento del sistema
economico industriale;
- affrontare le dinamiche che caratterizzano la gestione delle imprese sotto il
profilo organizzativo ed economico.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Al termine del corso l'alunno dovrà essere in grado di:
- cogliere la dimensione economica dei problemi;
- comprendere le caratteristiche e le modalità di funzionamento del sistema
bancario soprattutto per quanto concerne il funzionamento e i servizi alle
imprese;
- riconoscere i principali elementi che connotano il funzionamento dei
mercati finanziari e degli scambi internazionali;
- correlare gli aspetti giuridici ed economici delle operazioni d'impresa
specie riguardo all'assetto societario, ai più comuni contratti e rapporti
di lavoro;
- individuare le varie funzioni aziendali, il loro ruolo e la loro
interdipendenza;
- riconoscere i modelli di organizzazione aziendali descrivendone le
caratteristiche e le problematiche;
- identificare le correlazioni fra attività gestionale e ambiente in cui
opera l'impresa;
- identificare alcune fondamentali condizioni dell'equilibrio aziendale e le
necessarie procedure di controllo;
- risolvere problemi connessi con la determinazione e la ripartizione dei
costi rispetto a differenti obiettivi;
- documentare e comunicare efficacemente gli esiti del proprio lavoro;
- comprendere la globalità delle problematiche produttive, gestionali e
commerciali dell'impresa.
CONTENUTI
Quarto anno [2 ore]
- Elementi di Economia politica
1.1. Credito e sistema bancario.
1.2. Borsa valori.
1.3. Commercio internazionale e bilancia dei pagamenti.
1.4. Cambio.
- Elementi di Diritto
2.1. Diritti reali e delle obbligazioni.
2.2. Contratto.
2.3. Principali contratti commerciali.
2.4. Contratto di lavoro.
2.5. Imprenditore e impresa.
2.6. società di persone e di capitale.
2.7. Titoli di credito.
Quinto anno [2 ore]
- L'azienda
3.1. Attività economica ed economia aziendale.
3.2. Sistema aziendale e suoi sottosistemi.
3.3. Struttura del patrimonio: fonti di finanziamenti e forme di
investimento.
3.4. Struttura del bilancio di esercizio e principali indici di gestione.
- L'organizzazione
4.1. Modelli e strutture organizzative.
4.2. Organizzazione del lavoro.
4.3. Regolamentazione delle operazioni aziendali.
4.4. Sistema informativo.
4.5. Coordinamento delle attività.
4.6. Compattamento e stile di direzione.
- L'economicità della gestione
5,1. Concetto e tipologie di costo.
5.2. Principio di economicità e calcoli di convenienza economica.
5.3. Combinazioni economiche e assetto tecnico delle aziende di
produzione.
5.4. Controllo della gestione:
5.4.1. finalità e caratteristiche;
5.4.2. pianificazione e programmazione;
5.4.3, determinazione del costo di attività, servizi, prodotti;
5.4.3. budget e analisi degli scostamenti.
COMMENTO AI SINGOLI TEMI
Il percorso didattico è caratterizzato da cinque blocchi di contenuti funzionali
alle competenze che deve possedere il diplomato dei vari settori tecnologici,
oggi sempre più coinvolto nelle scelte di natura economica e nella soluzione di
problemi organizzativi.
Le note che seguono si riferiscono ai diversi blocchi:
- Lo svolgimento di questo punto deve servire a trasmettere all'allievo le
conoscenze necessarie alla comprensione dei molteplici rapporti che
collegano le imprese con il sistema finanziario.
In particolare la trattazione deve:
- illustrare l'articolazione delle istituzioni creditizie nazionali e le
loro diverse funzioni;
- fornire un quadro complessivo delle diverse operazioni bancarie e
presentare le principali operazioni di finanziamento e di servizio alle
imprese;
- presentare il mercato finanziario ed il funzionamento della borsa valori
vista quale punto di confluenza fra capitali in cerca di impiego e aziende
in cerca di liquidità;
- far cogliere le principali modalità di svolgimento degli scambi internazionali
e gli effetti da essi prodotti sulla bilancia commerciale e sulla bilancia
dei pagamenti di un paese;
- presentare il cambio come prezzo di una moneta espresso in un'altra moneta
ed illustrare i principaIi regimi della sua gestione, nonché, prendendo
spunto dalle vicende correnti, le relazioni fra eventi politico-economici e
oscillazioni del cambio.
- Attraverso questo punto si devono fornire all'allievo conoscenze sugli
elementi essenziali dell'apparato normativo e civilistico in cui operano le
imprese.
In particolare la trattazione deve:
- presentare, limitandosi agli aspetti essenziali, natura e quadro , .
dei diritti reali e obbligazionari;
- illustrare i principali elementi dei contratti in generale e affrontare in
modo più dettagliato lo studio di un limitato numero di contratti scelti in
base alla loro diffusione ed importanza rispetto alle aziende del settore; .
- analizzare le caratteristiche generali del contratto di lavoro e dedicare
specifica attenzione a quelli delle aziende del settore;
- mettere in rilievo la differenza fra i concetti di azienda da un lato, di
imprenditore ed impresa dall'altro;
- guidare alla individuazione delle diverse forme societarie, delle
caratteristiche che le distinguono e dei motivi che ne suggeriscono
l'adozione;
- presentare in modo essenziale la natura giuridica e le condizioni di
utilizzo dei principali titoli di credito.
- Lo svolgimento di questo punto è finalizzato ad inquadrare alcune tipiche
problematiche aziendali e far cogliere l'insieme delle dinamiche
d'impresa.
In particolare la trattazione deve:
- presentare l'azienda come sistema aperto, articolato in sotto-sistemi fra
loro interagenti e caratterizzati, oltre che da forte dinamismo, da un
elevato numero di variabili reciprocamente correlate;
- orientare l'analisi dei risultati strutturali e reddituali della gestione
utilizzando i bilanci di aziende del settore.
- Questo tema costituisce uno dei cardini dell'intero insegnamento in quanto
deve mettere l'allievo in condizione di comprendere come si struttura e si
articola qualunque unità produttiva modernamente organizzata.
In particolare la trattazione deve:
- fornire un panorama relativo alla evoluzione delle varie teorie
sull'organizzazione anche alla luce della crescente incidenza che in questo
settore hanno le tecnologie informatiche e la cultura di rete;
- presentare le strutture organizzative come una realtà caratterizzata da
dimensioni orizzontali e verticali che vengono rappresentate mediante
organigrammi e illustrate mediante la descrizione dei compiti e delle
responsabilità; evidenziare altresì la dinamica del processo aziendale e
le interdipendenze tra le diverse funzioni;
- far comprendere che l'articolazione di un organismo in unità dotate di
specifiche competenze comporta l'esigenza di formalizzare procedure per
regolarne gli interventi nei vari processi;
- chiarire il processo che conduce, attraverso l'elaborazione, dalla
acquisizione dei dati alla produzione ed alla comunicazione delle
informazioni;
- far cogliere che le difficoltà presenti nella gestione dei processi
aziendali non sempre sono risolvibili con i soli strumenti normativi ma
richiedono l'attivazione di comitati o gruppi di lavoro in cui i soggetti
provenienti dalle varie unità hanno il compito di mediare diversificate
esigenze ed assumere decisioni;
- integrare la cultura organizzativa con la presentazione di una realtà in
cui gli strumenti si incrociano con i comportamenti per rendere compatibili
le aspettative dei dipendenti con gli obiettivi aziendali (incentivi e stili
di direzione).
Questo punto completa la cultura d'impresa del diplomato mediante l'esame di
problemi connessi all'economicità della gestione.
In particolare la trattazione deve:
- evidenziare l'importanza delle rilevazioni e dei calcoli riguardanti
l'analisi dei costi quale strumento indispensabile per il dominio dei
processi di trasformazione sotto il profilo economico;
- sviluppare il concetto secondo cui il principio di economicità
costituisce per ogni azienda la fondamentale regola di funzionamento e si
traduce nella continua ricerca delle condizioni di equilibrio economico e
finanziario necessarie per garantire all'impresa autonomia e durabilità;
- affrontare l'analisi delle combinazioni economiche, anche molto semplici,
che derivano dal diverso comportarsi di processi e strutture al fine di
definire un efficiente assetto produttivo;
- presentare il controllo di gestione seguendo il normale iter aziendale che
dalla pianificazione giunge all'analisi dei risultati e delle varianti.
Si ricorda che i centri di responsabilità e le commesse devono esse
considerati come strutture di riferimento per l'elaborazione dei budget dei
consuntivi periodici, mentre bilanci e rendiconti devono essere visti come
documenti di sintesi dalla cui lettura è possibile trame informazioni
sull'andamento della gestione.
INDICAZIONI DIDATTICHE
L'insegnamento di Economia industriale e Elementi di Diritto può e deve
concorrere a sviluppare la capacità di modellizzazione e rappresentare la
realtà, di progettare e pianificare, di elaborare strategie per effettuare
controlli e scelte.
In specifico si suggerisce di:
- partire dall'osservazione diretta dei fenomeni (giuridici, economici,
aziendali) per coglierne le caratteristiche e processualità che
costituiranno la base di successive generalizzazioni e sistematici
inquadramenti;
- ricorrere a casi tratti da realtà aziendali appartenenti al settore
studiato nell'indirizzo;
- sviluppare operatività facendo produrre documenti, svolgere procedure di
calcolo, formulare piani;
- evitare approcci prevalentemente basati su esposizioni teoriche e sulla
ripetizione di concetti che verranno invece acquisiti attraverso l'analisi
di casi e la sollecitazione di processi induttivi;
- contribuire alla realizzazione dell'area di progetto ricercando casi
appropriati ed integrandosi con gli altri insegnamenti specie per quanto
attiene metodi, strumenti e tempi.
La verifica e la valutazione
Sebbene questo insegnamento preveda solo la prova orale, si avrà cura di
articolare le verifiche anche con il ricorso a test strutturati semistrutturati
che, oltre ad essere abbastanza oggettivi, accrescono gli elementi di
valutazione senza sottrarre molto tempo nell'attività insegnamento/apprendimento.
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CHIMICA FISICA
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FINALITA'
La Chimica Fisica ha un ruolo primario nella cultura chimica in quanto è
costituita da un insieme di concetti e di principi capaci di spiegare il
comportamento delle sostanze e prevederne le trasformazioni.
Perché la Chimica Fisica assuma il ruolo di "asse culturale",
funzionale alla formazione di una professionalità chimica di base, nel
programma che segue trovano posto alcuni concetti di chimica generale che,
indipendentemente dalle acquisizioni di biennio, vanno precisati, consolidati e
definitivamente formalizzati.
L'insegnamento di Chimica Fisica si propone essenzialmente di portare gli
allievi a:
· collegare le proprietà delle sostanze con la struttura elettronica degli
elementi costitutivi e con la tipologia dei legami che li uniscono;
· comprendere, in base a considerazioni teoriche strettamente connesse al
calcolo ed alla elaborazione dei dati sperimentali, le ragioni per cui una
reazione chimica, in determinate condizioni, si svolge secondo un determinato
schema;
· prevedere, con sufficiente ragionevolezza lo sviluppo più probabile delle
reazioni chimiche;
· analizzare i processi chimici di equilibrio sulla base di considerazioni
termodinamiche e cinetiche;
· individuare le interconnessioni con le altre discipline dell'area chimica.
OBIETTIVI DIDATTICI
Alla fine del corso triennale lo studente deve essere in grado di:
1. utilizzare in chiave esplicativa e previsionale i principali concetti di
termodinamica;
2. calcolare le variazioni di energia, di entalpia e di entropia alle varie
temperature anche per i processi industriali;
3. prevedere le concentrazioni dei componenti di una miscela gassosa
all'equilibrio in determinate condizioni di T e di P;
4. prevedere il comportamento delle specie ioniche sulla base delle costanti
degli equilibri in soluzione;
5. indicare l'ordine di una reazione e saperne calcolare la costante
cinetica;
6. calcolare, sulla base dei dati sperimentali, la velocità di una reazione
enzimatica;
7. illustrare il meccanismo generale di una catalisi eterogenea;
8. analizzare il comportamento delle soluzioni in relazione alla teoria di
Debye-Huckel;
9. spiegare i fenomeni di trasporto della corrente nelle soluzioni di
elettroliti;
10. spiegare il funzionamento e le applicazioni dei vari tipi di elettrodi;
11. individuare la correlazione tra struttura molecolare e proprietà delle
sostanze;
12. mettere in relazione la struttura di un composto e le sue interazioni con
le radiazioni elettromagnetiche;
13. prevedere lo spostamento di un equilibrio di reazione in base a
considerazioni termodinamiche;
14. rapportare il testo di un problema ad una esperienza di laboratorio e
viceversa;
15. saper individuare gli elementi costitutivi del testo di un problema;
16. progettare l'algoritmo risolutivo di un problema;
17. impostare il calcolo matematico con controllo sotto il profilo chimico e
matematico;
18. redigere il listato per la risoluzione al PC.
CONTENUTI
Classe terza [5 (2) ore]
0. I concetti ed il linguaggio della chimica di base
0.1 Elementi e composti. Misura delle masse atomiche relative e delle masse
molecolari; formula minima e formula molecolare.
0.2 Reazioni chimiche. Leggi di combinazione e bilanciamento delle reazioni
chimiche. Principio di Avogadro e sue conseguenze.
0.3 La valenza come rapporto di combinazione tra elementi.Nomenclatura
chimica. Il concetto di mole.
0.4 I fondamenti della classificazione periodica degli elementi.
1. La struttura dei problemi chimici.
1.1 Tipologie dei problemi chimici. Analisi del testo: dati in ingresso ed in
uscita.
1.2 Suddivisione del problema in sottoproblemi ed individuazione delle
variabili intermedie.
1.3 Criteri di assegnazione di un target per ogni variabile e richiamo dei
concetti funzionali alla soluzione del problema.
1.4 Struttura dell'algoritmo risolutivo e stesura del listato (serie di
istruzioni).
1.5 Schema di calcolo e verifica delle unità di misura.
1.6 Esecuzione del calcolo; verifica della significatività e della
congruenza del risultato.
2. Modello quantistico degli atomi e proprietà periodiche
2.1 Modello elettrostatico elementare dell'atomo: particelle presenti nel
nucleo; strati elettronici; isotopi. Numero atomico, numero di massa.
Spettrometro di massa e massa delle particelle. Massa relativa.
2.2 Andamento delle energie di prima ionizzazione; quantizzazione
dell'energia degli elettroni negli atomi. Conferma sperimentale della
quantizzazione dell'energia elettronica: carattere quantico dell'energia
radiante, fotoni, spettri a righe.
2.3 Stabilità e reattività degli elementi: concetto di minima energia; gas
nobili e regola dell'ottetto: la periodicità delle proprietà.
3. Molecole, legame chimico e strutture
3.1 Legame chimico come stato di minima energia relativa. La natura elettrica
del legame; distanza di legame ed energia di legame. Modelli di legame chimico:
ionico, covalente, metallico. Elettronegatività e polarità dei legami.
Formazione del legame nei composti di coordinazione. Stabilità delle molecole;
concetti di risonanza e delocalizzazione degli elettroni.
3.2 Direzionalità dei legami chimici ed assetto spaziale delle molecole.
Esempi di assetti molecolari lineari, trigonali, tetraedrici ed ottaedrici.
3.3 I limiti del modello elettrostatico. Principio di indeterminazione di
Heisenberg: certezza e probabilità. Diffrazione di onde e particelle: dualismo
onda-corpusolo.
3.4 La meccanica ondulatoria: un modello matematico per rappresentare il moto
e l'energia delle particelle.La funzione ? (psi) e il suo quadrato quale fonte
di informazione sulla distribuzione della probabilità di rinvenire
particelle.Rappresentazione della distribuzione spaziale della carica
elettronica mediante superficie e linee di equiprobabilità.
3.5 Stabilità e reattività delle molecole: fattori energetici e cinetici
nelle trasformazioni chimiche.
4. Cinetica chimica
4.1 La distribuzione delle velocità e delle energie molecolari e relativa
rappresentazione grafica.
4.2 Velocità di reazione.Fattori che influiscono sulla velocità: natura dei
reagenti, concentrazione, temperatura. Teoria elementare degli urti. Complesso
attivato. Energia di attivazione e temperatura. Meccanismi di reazione e stadio
cineticamente determinante. Catalisi.
Classe quarta [3 (1) ore]
1. Gli stati di aggregazione
1.1 Lo stato gassoso. Curve PV/P. Equazione di stato dei gas.Equazione di Van
der Waals. Teoria cinetica. Principio di equipartizione. Gradi di libertà.
Interpretazione molecolare della energia interna per i gas. Grandezze critiche.
Liquefazione dei gas.
1.2 Lo stato liquido. Forze intermolecolari e struttura a breve raggio.
Legame a idrogeno. Pressione del vapore saturo. Tensione superficiale,
tensioattivi; capillarità, viscosità.
1.3 Stato colloidale. Dialisi. Cristalli liquidi.
1.4 Lo stato solido. Cristalli e reticoli cristallini. Sistemi cristallini.
Riflessione, diffrazione, richiami alla rifrazione. Capacità termica dei
solidi. Lo stato metallico. Cenni alla struttura dei semiconduttori.
1.5 Le transizioni di stato. Curve di raffreddamento. Concetto di fase.
Diagrammi sperimentali pressione di vapore/temperatura.
1.6 Miscele binarie. Legge di Henry. Legge di Raoult. Diagrammi
temperatura/composizione di miscele binarie. Azeotropi. Eutettici. Soluzioni
ideali e soluzioni reali. Proprietà colligative. Pressione osmotica e
determinazione della massa molecolare (es.: macromolecole). Processi di
trasporto attraverso le membrane.
2. Termodinamica chimica
2.1 Lavoro PV: trasformazioni reversibili e irreversibili. Capacità termica
a volume e a pressione costante.
2.2 Temperatura e sua interpretazione molecolare. Temperatura assoluta.
Sistema, ambiente, universo, proprietà intensive ed estensive. Esperienza di
Joule, lavoro adiabatico ed energia interna. Calore ed equivalenza tra calore e
lavoro.
2.3 Primo principio della termodinamica. Funzioni di stato e di percorso.
Generalizzazione della interpretazione molecolare dell'energia interna (per gas,
liquidi e solidi). Concetto di energia al punto zero ed energia termica. Calcolo
di _U, "Cv", "Cp". Entalpia e valori standard. Misure di _H
e di "Cp". Legge di Hess. Calcoli entalpici e diagrammi di entalpia.
Applicazioni termodinamiche.
2.4 Secondo principio della termodinamica nell'enunciato di Kelvin e in
quello di Clausius. Rendimento di una macchina termica: entropia come funzione
di stato e trasformabilità del calore.
2.5 Processi spontanei in un sistema isolato: entropia, secondo principio,
massimazione dell'entropia. Ordine/disordine. Peso statistico di una
configurazione S=k.lw Spontaneità e probabilità; preferenza per gli stati a più
elevato peso statistico. Esempi: diffusione, evaporazione, mescolamento.
2.6 Diagramma S/T di una macchina ideale. Calcolo della variazione di
entropia per trasformazioni semplici; calcolo della sua variazione in funzione
della temperatura. Identità dell'entropia statistica e termodinamica.
2.7. Terzo principio della termodinamica ed entropia "assoluta".
Entropia dei corpi materiali (massa, stato di aggregazione, composizione ecc.).
Calcoli riferiti a semplici trasformazioni.
2.8 Funzione di Gibbs e lavoro utile. La funzione di Gibbs come indicatore di
equilibrio e di spontaneità. Stati standard. Uso dei valori tabulati. Incidenza
relativa dei fattori entalpico ed entropico nei sistemi chiusi. Dipendenza di H
da T. Spontaneità e temperatura.
2.9 Esempi di bilanci energetici: estrazione dei metalli e diagrammi di
Elligham; reazioni accoppiate, idrolisi di ATP e concetto di efficienza
termodinamica.
3. Interazione tra materia ed energia radiante
3.1 Discrepanza tra i valori classici della capacità termica ed i valori
sperimentali: quantizzazione dell'energia. Confronto tra intervalli energetici
translazionali, rotazionali, vibrazionali, elettronici ed energia media
translazionale. Distribuzione dell'energia nella traslazione. Distribuzione
dell'energia sui livelli accessibili.
3.2 Stati fondamentali e stati eccitati. Spettroscopia a microonde,
spettroscopia IR, UV e visibile; spettri a bande, spettri a righe e loro utilità
analitica.
Classe quinta [3 ore]
1. Funzione di Gibbs ed equilibri
1.1 Funzione di Gibbs: dipendenza dalla pressione a temperatura costante.
Deduzione termodinamica della costante di equilibrio. _G° standard. Diagramma
di Francis. Isoterma di Van't Hoff. Quoziente di reazione e costante di
equilibrio. Equilibri di dissociazione e di sintesi in fase gassosa. Deduzione
di Kc da Kp. Le costanti di equilibrio nei sistemi reali: concetti di attività
e di fugacità. Stati standard per liquidi e solidi puri.
1.2 Equazione di Clapeyron, sua deduzione e sue implicazioni. Regola delle
fasi e sua applicazione.
1.3 Dipendenza dalla temperatura di entalpia e capacità termica. Funzione di
Gibbs e costante di equilibrio.
1.4 Funzione di Gibbs e composizione. Energia libera molare parziale. Volume
molare parziale; cenni alle altre grandezze molari parziali.
1.5 Equilibri di ripartizione: adsorbimento cromatografico, estrazione con
solventi e ripartizione.
2. Dalla termodinamica alla statistica
2.1 Calcolo della probabilità matematica (P). Macrostati, microstati e
probabilità termodinamica (W).
2.2 Equazione di Boltzmann e andamento statistico in funzione della
temperatura.
2.3 Dispersione, probabilità e stabilità (orbitali degeneri, risonanza e
delocalizzazione). Equilibrio chimico ed equazione statistica di Boltzmann.
3. Cinetica chimica
3.1 Equazione cinetica. Ordine; molecolarità. Costante cinetica. Energia di
attivazione e costante di Boltzmann. Catalisi omogenea ed eterogenea. Catalisi
enzimatica. Equazione di Michaelis-Menten. Equazione di Linweawer-Burk. Catalisi
competitiva. Catalisi industriale.
4. Elettrochimica
4.1 Conducibilità elettrolitica. Teoria di Debye-Huckel. Migrazione
indipendente degli ioni. Applicazioni analitiche. Fenomeni elettrocinetici.
4.2 Meccanismi ossidoriduttivi. Lavoro elettrico e funzione di Gibbs.
Dall'isoterma di Van't Hoff alla legge di Nernst. Celle elettrochimiche. Forza
elettromotrice. Potenziali elettrodici; potenziali elettrodici standard.
Polarizzazione degli elettrodi. Potere ossidoriduttivo.
4.3 Tipologia degli elettrodi con particolare riferimento a quelli a
membrana. Equilibrio e potenziali di membrana. Elettrodi di riferimento.
Applicazioni analitiche della potenziometria.
4.4 Elettrolisi. Leggi di Faraday. Sovratensione e sue cause. Applicazioni
analitiche e industriali.
4.5 Corrosione, suoi meccanismi. Protezione.
4.6 Principi generali della voltammetria. Polarografia.
Laboratorio
Al terzo e al quarto anno le lezioni devono essere, possibilmente, connesse
all'attività di laboratorio.
Tutti i temi proposti si prestano ad attività sperimentali, anche
riprendendo ed affinando, soprattutto sul piano quantitativo, esperienze già
realizzate nel biennio.
A titolo indicativo si segnalano alcuni esperimenti da realizzare, fermo
restando che per la parte relativa agli equilibri ionici, il corso di Analisi
fornirà opportune occasioni di lavoro:
termodinamica: entalpia di soluzione e di reazione
comportamento dei metalli e dei loro ioni in differenti condizioni di
reazione
misure di conducibilità di differenti specie (mobilità ionica)
misure di conducibilità in funzione della concentrazione e della temperatura
misure di conducibilità in ambiente non acquoso
misure di pH per soluzioni a diluizioni successive e curva di sloope
elaborata al P.C. La cinetica chimica: fattori che influenzano la velocità di
reazione.
Per quanto concerne il tema "la struttura dei problemi chimici", il
docente proporrà l'argomento ricostruendone in laboratorio il contesto di
definizione. In questo senso si potranno prevedere esperienze relative a:
- solubilità e gravimetria.
- pH.
- volumetria acido-base e/o red-ox.
INDICAZIONI DIDATTICHE
Il programma proposto non va inteso in senso assiomatico: i possibili
percorsi didattici sono molteplici e vanno individuati in termini di
programmazione didattica pluridisciplinare, ferma restando la necessità di
verificare l'acquisizione dei prerequisiti, riproposti e/o precisati al
paragrafo 0 del programma del terzo anno.
All'inizio del triennio di indirizzo si prospetta infatti per un verso la
necessità di uniformare la preparazione degli allievi provenienti dal biennio;
d'altro canto si presenta l'esigenza di svolgere un'azione di rinforzo ed
eventualmente anche di sistematizzazione dei fondamenti della disciplina. E'
parso pertanto opportuno inserire al terzo anno un paragrafo preliminare,
denominato "paragrafo zero", che riguarda contenuti-prerequisiti, che
il docente svolgerà completamente o in parte, in relazione alla situazione di
partenza della classe.
Il ricorso ai modelli, proposti per l'atomo al paragrafo 2 e per le molecole
al paragrafo 3, costituisce un salto di qualità il cui spessore va calibrato
con il contesto reale del quale il modello stesso finisce per fornire una
immagine sintetica; questo è tanto più vero per i modelli di struttura atomica
e molecolare.
In particolare, per quanto concerne la strutturistica si suggerisce di
adottare inizialmente il modello VSEPR, riservando alla trattazione qualitativa
del modello orbitalico, effettuata in un secondo momento, la funzione di teoria
che razionalizza i fatti osservati ed accresca le possibilità previsionali
soprattutto in materia di spettri molecolari.
Il programma deve fornire le basi e i fondamenti della disciplina e quindi,
fin dall'inizio prevede un primo approccio all'interazione materia-energia
radiante; anche la parte di cinetica costituisce un primo approccio al problema
che sarà rivisitato poi al quinto anno in termini microscopici più
approfonditi.
E' utile sottolineare la novità costituita dallo studio della struttura dei
problemi chimici che viene inserita fin dall'inizio nel programma del terzo
anno, ma che deve pervadere tutto il corso con uno sviluppo progressivo che il
docente dovrà commisurare alle abilità degli allievi. Questo costituisce non
solo il recupero di un'area formativa in passato appannaggio di SISTEMI, ma
sottolinea ancora di più il ruolo di "asse culturale" attribuito alla
Chimica Fisica nell'ambito del progetto Deuterio .
Si prevede che anche una parte delle ore di laboratorio possa essere
utilmente impiegata per questo scopo soprattutto quando si tratti di produrre
dei listati allo scopo di passare dalla struttura dei problemi chimici
all'algoritmo finalizzato all'uso del PC.
Naturalmente questa parte dovrà portare l'allievo a riconoscere
l'architettura comune propria dei problemi chimici che vanno dalla
stechiometria, alla Chimica Fisica, alla sintesi organica (retrosintesi) e che
consente di riconoscere un comune approccio metodologico (impostazione) e un
comune assetto risolutivo (calcolo, criteri di controllo). Ancora una volta la
programmazione pluridisciplinare dovrà contribuire a trovare i giusti momenti
di raccordo con gli insegnamenti affini.
Il programma del quarto anno prevede in particolare di affrontare la
termodinamica chimica, gli stati di aggregazione e l'interazione
radiazione-materia da un punto di vista chimico-fisico.
Per la parte relativa ai gas si può osservare che i problemi relativi si
inseriscono nell'asse del problem-solving già trattato al terzo anno.
Non sono da sottovalutare le difficoltà che gli allievi incontrano nello
studio della Termodinamica quando si usi il linguaggio formale della matematica:
la posticipazione della parte termodinamica rispetto a quella relativa agli
stati di aggregazione, propedeutica al corso di Tecnologie Chimiche Industriali,
Automazione ed Organizzazione Industriale, favorisce un raccordo più stretto
con quest'ultima disciplina. E' utile riproporre i punti 1.5 e 1.6 alla fine
della trattazione della Termodinamica, quando possono essere letti ed
interpretati sotto questo profilo. Il tema "Interazione tra materia ed
energia radiante" può essere affrontato anche in connessione con
"Generalizzazione della interpretazione molecolare dell'energia
interna" (cfr. punto 2.3). Così facendo il tema verrebbe proposto in
parallelo allo sviluppo del programma "Analisi chimica generale ed
elaborazione dati" che si occupa della Spettrofotometria.
Il "principio zero" e la scala di temperature assolute, collegati
alle tematiche dei gas ideali, affrontate anche da un punto di vista intuitivo
(lettura ed interpretazione di grafici) possono portare ad introdurre
precocemente la relazione del rendimento, al fine di proporre la scala delle
temperatura Kelvin.
Subito dopo ci si potrebbe dedicare alla Teoria Cinetica dei gas,
sviluppandone la dimensione formale e concettuale, quest'ultima legata alla
equazione statistica di Boltzmann.
Le fasi dedicate allo studio delle trasformazioni, attraverso la valutazione
dei _U e _H, i concetti di capacità termica e di calore specifico,
costituiscono un salto di qualità sul piano del linguaggio matematico che
consente la distinzione formale, oltre che concettuale, tra le trasformazioni
reali e quelle ideali.
Con le premesse della teoria cinetica e della termodinamica, diventa più
semplice passare allo studio dei moti molecolari e dei gradi di libertà per
illustrare l'interpretazione chimico-fisica degli spettri. E' importante
sottolineare il legame tra la capacità termica dei liquidi e dei solidi e la
spettroscopia (legame tra Cv dei solidi ed energia vibrazionale).
Resta aperta la possibilità di introdurre il secondo principio e l'entropia
per via classica o statistica.
Al quinto anno le linee programmatiche proposte spaziano su un ampio
ventaglio di argomenti. Sarà cura del docente, in relazione alla
programmazione, decidere il peso e l'ampiezza delle diverse parti. Tale
decisione potrà riguardare in particolare i due paragrafi dedicati alla
termodinamica statistica e alla elettrochimica: il primo ha lo scopo di
conferire un utile apporto culturale, tipico della chimica-fisica, ma apre anche
prospettive su altre discipline chimiche (si pensi ai concetti di risonanza e
stato di transizione che riguardano la chimica organica) e consente un passaggio
senza soluzione di continuità alla cinetica; il secondo, riguardante
l'elettrochimica, dovrebbe essere orientato soprattutto allo studio teorico dei
sistemi elettrochimici in connessione con le basi termodinamiche della legge di
Nernst e con la teoria degli equilibri.
Non si esclude una soluzione che ribalti questa logica riducendo il paragrafo
della statistica a vantaggio di quello della elettrochimica.
Il contenuto specifico offerto dal capitolo dedicato alla termodinamica
statistica non è tanto quello di riprendere gli argomenti legati al secondo
principio della termodinamica, già affrontato al quarto anno, quanto piuttosto
di sviluppare ulteriormente il punto di transizione tra gli aspetti
termodinamici e cinetici, rappresentato dall'equazione di Boltzmann.
Quest'ultima va qui ripresa all'interno del proprio specifico contesto di
definizione statistica. Inoltre, poiché è già stata definita la relazione tra
la funzione di Gibbs e l'equilibrio chimico (isoterma di Van't Hoff), è chiaro
che è già stata presa in esame la dipendenza della funzione G dalla
composizione del sistema; il punto 1.4 serve dunque per ribadire questa
dipendenza, quale premessa per i paragrafi seguenti.
Sono comunque fondamentali e meritevoli di trattazione approfondita i
paragrafi relativi agli equilibri e alla cinetica: il primo collega teoria e
calcolo in relazione ai processi industriali, mentre il secondo correla la
cinetica chimica ed enzimatica, con importanti processi industriali classici e
biotecnologici.
A conclusione del corso è utile riprendere in sintesi quegli aspetti della
disciplina che costituiscono fondamento per "analisi chimica strumentale e
tecnica" (interazione radiazione-materia), ma anche per "chimica
industriale" (termodinamica applicata ai processi), oltre agli agganci con
"chimica organica" e con "biochimica" già indicati. L'uso
di schemi a blocchi e di diagrammi di flusso che scandiscano l'itinerario
didattico potrebbe favorire un efficace lavoro di insegnamento /apprendimento.
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CHIMICA ORGANICA,
BIO-ORGANICA, DELLE FERMENTAZIONI E LABORATORIO
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FINALITA'
Il corso è finalizzato:
· all'acquisizione di una conoscenza razionale dei principi sui quali si
basa la chimica dei derivati del carbonio e della loro reattività attraverso
l'esame dei meccanismi di reazione fondamentali;
· all'apprendimento dei metodi di sintesi, separazione, purificazione ed
identificazione delle sostanze organiche;
· alla comprensione del ruolo della chimica organica nei processi biologici.
· Per la parte relativa alla classe quinta il corso mira ad assicurare la
corretta comprensione dei fenomeni microbiologici e fermentativi anche sotto
l'aspetto del bilancio energetico, oltre che della conduzione e controllo della
produzione di materiali utili.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Il corso mira a fornire una mentalità critica e scientifica, un uso
razionale delle capacità mnemoniche favorendo l'abilità di applicare le
conoscenze teoriche alla risoluzione dei problemi.
Ciò significa superare il limite della sola "esecuzione manuale"
di operazioni che, così facendo, sarebbero finalizzate al semplice
addestramento. Mentalità critica e scientifica ad un tempo costituiscono un
obiettivo di alto livello; esso necessita di una sintesi tra operatività
mentale e manuale: la prima si esplica nella progettazione di un esperimento,
nel controllo razionale-intuitivo delle fasi di esecuzione e calcolo e nella
fase di valutazione dei risultati; la seconda si esplica nella vera e propria
esecuzione dell'esperimento (montaggio corretto dell'apparecchiatura e manualità
specifica nella varie fasi di lavoro).
In tutti i casi le esercitazioni pratiche dovranno essere eseguite nel pieno
rispetto delle norme di sicurezza e di tutela dell'ambiente. A questo proposito,
per motivare e migliorare le qualità operative degli allievi, si consigliano
esercitazioni individuali in scala ridotta o in microscala.
La trattazione del chimismo di classi specifiche di composti di importanza
industriale e di grande interesse biologico è propedeutica ai corsi di chimica
delle fermentazioni e di tecnologie.
Pertanto, al termine del curricolo delle classi terza e quarta, l'allievo
dovrà essere in grado di:
· riconoscere che il grandissimo numero di sostanze organiche è determinato
dalla capacità di concatenarsi degli atomi di carbonio;
· collegare il fenomeno dell'isomeria di struttura alle proprietà fisiche e
chimiche dei composti isomeri;
· correlare la struttura funzionale e spaziale delle molecole con le
proprietà fisiche e chimiche;
· prevedere il comportamento delle sostanze organiche e bio-organiche in
determinate condizioni di reazione, utilizzando modelli generali di reattività
(meccanismi di reazione);
· correlare la struttura delle molecole organiche con le funzioni
biologiche, con particolare riferimento all'azione catalitica degli enzimi e
alla cinetica enzimatica;
· realizzare sintesi di semplici composti;
· effettuare separazioni, purificazioni e caratterizzazione dei composti
organici e bioorganici più comuni;
· calcolare il bilancio energetico di un ciclo biologico assegnato.
Al termine della classe quinta, l'allievo dovrà essere in grado di:
· definire le principali caratteristiche funzionali dei microorganismi
impiegati nei processi fermentativi industriali;
· preparare, nei casi di più generale applicazione, il terreno colturale
adatto alla crescita di microorganismi;
· descrivere i processi di fermentazione evidenziando i passaggi cruciali e
pianificando i controlli dei principali parametri;
· eseguire un ciclo fermentativo assegnato.
CONTENUTI
Classe terza [5 (3) ore]
· Il carbonio e i suoi composti. Analisi elementare dei composti organici.
Legami semplici e multipli e modelli interpretativi. Struttura del metano e di
molecole analoghe (ammoniaca e acqua). Struttura di molecole con doppi e tripli
legami.
· Alcani e cicloalcani: omologia, isomeria (di posizione, conformazionale,
configurazionale), regole generali e nomenclatura IUPAC, proprietà fisiche,
alogenazione radicalica degli alcani e relativo meccanismo di reazione.
Combustione: aspetto ossido-riduttivo. Il petrolio quale fonte industriale di
idrocarburi.
· Reattività e meccanismi di reazione: acidi e basi di Brönsted e di Lewis;
reagenti nucleofili ed elettrofili. Scissione eterolitica ed omolitica dei
legami: carbocationi, carbanioni e radicali liberi. Fattori che influenzano la
reattività delle molecole organiche: effetti elettronici e sterici.
· Alcheni, alchini e polieni: isomeria cis-trans (E,Z) e regole di priorità;
nomenclatura e proprietà fisiche. Reazioni di addizione al doppio e al triplo
legame: meccanismi di addizione elettrofila e radicalica. Dieni e reazione di
Diels-Alder. I modelli interpretativi della delocalizzazione elettronica nei
dieni coniugati e nei polieni.
· Idrocarburi aromatici: struttura del benzene e modelli interpretativi
dell'aromaticità; alchilbenzeni e areni policiclici.
Sostituzioni elettrofile aromatiche (meccanismo), sostituenti attivanti e
disattivanti e orientazione nelle sostituzioni aromatiche.
· Alogenuri e reattivi di Grignard: proprietà fisiche e nomenclatura;
reazioni di sostituzione nucleofila Sn1 ed Sn2; reazioni di eliminazione E1 ed
E2. Reattivi di Grignard e loro uso nella sintesi organica.
· Alcoli, fenoli ed eteri: nomenclatura, metodi di preparazione e proprietà
fisiche. Chimismo del gruppo OH. Tioli, solfuri, eterociclici ossigenati e
solforati (cenni).
· Ammine ed eterocicli azotati: nomenclatura, preparazione, proprietà
fisiche e chimiche. Sali di diazonio e azocomposti. Eterociclici azotati
(cenni).
· Aldeidi e chetoni: nomenclatura, metodi di preparazione e proprietà
fisiche. Reazioni di addizione nucleofila e relativo meccanismo. Tautomeria.
Condensazione aldolica, reazione di Cannizzaro, reazione di Wittig e
trasposizione di Beckmann.
Laboratorio
Norme di sicurezza - Principali saggi fisici di caratterizzazione dei
composti organici (punto di fusione, punto di ebollizione, solubilità, indice
di rifrazione ecc.).
Analisi elementare qualitativa: ricerca di carbonio, azoto, zolfo, fosforo,
alogeni.
Riconoscimento dei principali gruppi funzionali anche con metodi
spettrofotometrici (teoria ed applicazioni dell'IR). Separazione di miscele (con
solventi, per distillazione, cristallizzazione, cromatografia, ecc.).
Classe quarta [6 (3) ore]
· Acidi carbossilici e derivati: nomenclatura, metodi di preparazione e
proprietà fisiche. Sostituzione nucleofila acilica: reazione di
esterificazione, reazione di saponificazione, condensazione di Claisen. Composti
polifunzionali di interesse biochimico.
· Chiralità ed attività ottica: enantiomeri, diastereoisomeri, racemi e
mesoforme. Configurazione assoluta (R,S). Separazione chimica e biochimica degli
antipodi ottici.
· Macromolecole e reazioni di polimerizzazione: poliaddizione radicalica,
cationica, anionica e di coordinazione; policondensazione; copolimerizzazione e
reticolazione. Principali monomeri e polimeri.
· Lipidi: origine e composizione; gliceridi e fosfogliceridi, lipidi
strutturali delle membrane cellulari. Saponi, tensioattivi sintetici: struttura
ed attività.
· Glicidi: aldosi e chetosi, proprietà chimiche e fisiche. Stereochimica
degli zuccheri: formule di Fischer, formule di Haworth e conformazioni a sedia,
le prove di Fischer sulla struttura del glucosio. Principali biosi e poliosi di
interesse biochimico e industriale.
· Amminoacidi (proprietà chimiche e fisiche). Proteine: classificazione e
attività biologica. Struttura primaria, secondaria, terziaria e quaternaria
delle proteine. Punto isoelettrico ed elettroforesi. Sintesi in fase solida di
polipeptidi e proteine.Alcune proteine di maggior interesse biologico.
· Enzimi: classificazione, cinetica enzimatica, inibizione, enzimi regolati
e regolatori.
· Acidi nucleici. Elementi di sintesi proteica.
· Metabolismo dei glicidi e dei lipidi: i grandi cicli metabolici. Cenni sul
metabolismo delle proteine.
Laboratorio
Sintesi: progettazione di sintesi organiche riferite alle reazioni studiate
(per esempio, reazioni di riduzione, di ossidazione, di nitrazione, di
condensazione, di esterificazione, ecc.). Polarimetria, rifrattometria e
spettrofotometria IR. Sintesi di polimeri. Dosaggio di lipidi, glucidi e
protidi. Determinazione dell'attività enzimatica (aspetti cinetici).
Separazione, dosaggio e identificazione di proteine per elettroforesi.
Classe quinta [3 (2) ore]
· Il regno dei protisti e la struttura dei microorganismi: cellula
eucariotica, cellula procariotica. Struttura e composizione chimica della parete
cellulare dei microorganismi procarioti.
· Moltiplicazione dei microorganismi e fattori che influenzano lo sviluppo
microbico: temperatura, pH, pressione osmotica, concentrazione salina, viscosità
e sensibilità alla turbolenza. Terreni e sostanze nutritive che influenzano la
crescita dei microorganismi.
· Respirazione e fermentazione dei microbi: respirazione aerobica e
anaerobica, fermentazione, O2 disciolto e CO2 disciolta e loro influenza sul
metabolismo.Cenni di ingegneria genetica: il codice genetico e le mutazioni
microbiche, agenti mutageni e mutazioni indotte.
· Processi microbici di interesse industriale ed alimentare: lieviti e
fattori che ne influenzano lo sviluppo, chimismo della fermentazione alcolica e
metanica; esempi di produzione chimica industriale scelti tra quelli ottenibili
tramite batteri lattici omo ed etero fermentanti, batteri sporigeni,
enterobacteriaceae, pseudomonadaceae, batteri propionici e corinebatteri.
· Attinomiceti. Funghi: ciclo riproduttivo dei funghi e classificazione,
condizioni per la crescita miceliare, processo di produzione di antibiotici,
produzione della penicillina.
· Bioconversioni. Enzimi e cellule immobilizzati: applicazioni industriali.
Laboratorio
Allestimento e sterilizzazione dei materiali. Uso del microscopio. Tecniche
di colorazione: preparazione dei vetrini e colorazione di Gram.
Terreni di coltura e semina.
Tecniche di isolamento ed identificazione delle colture pure.
Determinazione della carica batterica.
Processo di produzione di un antibiotico o di altro prodotto terapeutico:
montaggio del fermentatore, preparazione e sterilizzazione del terreno,
preparazione dell'inoculo, controllo dei parametri della fermentazione.
INDICAZIONI DIDATTICHE
L'insegnamento di Chimica Organica, Bio-organica, delle Fermentazioni e
laboratorio non può prescindere da un approccio sistematico che prevede una
panoramica significativa delle principali classi di composti organici.
Allo scopo di non ridurre i contenuti ad un esame monotono della complessa
casistica preparativa delle sostanze organiche, è necessario che venga posta
enfasi sugli aspetti reattivi, esaminando nell'ambito della trattazione dei
gruppi funzionali, le grandi categorie delle reazioni organiche: addizione,
sostituzione, ecc.
In questa ottica e per facilitare l'apprendimento, si consiglia di far
ricorso a dimostrazioni in classe (per esempio, presentando i più semplici
saggi di riconoscimento dei gruppi funzionali) e all'uso dei modelli molecolari.
L'esame di specifici meccanismi dovrà essere limitato a situazioni di
particolare rilevanza didattica e/o a processi di sintesi che si ritengano
fondamentali; in tutti i casi esso deve riferirsi a casi sperimentalmente
provati.
La presentazione della struttura dei composti organici, fatta ricorrendo al
modello VSEPR o a quello orbitalico, in stretto collegamento con Chimica Fisica,
sarà finalizzato allo studio delle diverse isomerie (di catena, conformazionale,
geometrica, ottica, ecc.).
Lo studio sistematico della struttura e della reattività dei composti
organici deve costituire premessa essenziale per la biochimica, per la quale,
nella seconda frazione del quarto anno e nell'ultimo anno di corso, l'insegnante
avrà cura di mettere in risalto gli aspetti cinetici delle reazioni che,
assieme a quelli termodinamici, costituiscono il fondamento dei processi
biochimici e fermentativi.
Ci sono almeno due ragioni che giocano in favore del laboratorio di Chimica
Organica, Bioorganica e delle Fermentazioni: innanzitutto, per rendere
consapevoli gli studenti del fatto che le reazioni e i processi fermentativi,
descritti in classe, possono essere realizzati in laboratorio, in secondo luogo
per l'addestramento all'uso delle tecniche di isolamento, di analisi e di
sintesi, tipiche di questo laboratorio.
"Pensa prima di agire" è la regola d'oro per chi si accinge a
compiere un'attività pratica.
Insegnare agli allievi a pensare, mentre manipolano qualcosa è come estrarre
le regolarità dai fatti sperimentati; è un compito difficile, ma di grande
valenza educativa.
L'esecuzione di una metodica non può rappresentare lo scopo principale delle
esperienze di laboratorio. Il docente deve tendere ad abituare gli allievi a
dotarsi di metodi adatti per ricercare e trovare la risposta probabile e
corretta ad una serie di questioni più o meno complesse. Troppo sovente, il
laboratorio mostra quello che i chimici organici fanno con le proprie mani, ma
non quello che fanno col proprio cervello. Infine, è necessario sviluppare
negli allievi la capacità di descrivere per iscritto, di raccontare, di fare,
di ricordare.
In linea con quanto detto, il laboratorio tenderà ad un approccio tipo
problem solving che, nella classe terza deve condurre l'allievo, attraverso
tecniche analitiche spettrofotometriche (IR), determinazioni di costanti fisiche
(punto di fusione, punto di ebollizione, indice di rifrazione) e saggi di
reattività dei gruppi funzionali, alla identificazione di sostanze incognite,
graduando opportunamente la complessità dell'indagine.
E' importante che gli allievi si misurino con il problema della separazione
dei componenti di una miscela (per esempio, acido benzoico, paratoluidina,
diclorobenzene) eseguita, eventualmente, in scala ridotta.
Le tecniche in scala ridotta o in microscala sono da consigliare per motivi
di sicurezza, per la velocità di esecuzione (si riescono a fare più
esercitazioni in un turno di laboratorio) e per l'economia di gestione.
Per la quarta classe le preparazioni dei composti organici devono porre allo
studente il problema di decidere fra le diverse vie sintetiche, graduandone la
complessità dai livelli più bassi ai livelli più alti e privilegiando quei
processi di sintesi che meglio mettono in luce la logica propria della chimica
organica.
Per ridurre il carico di lavoro in laboratorio, A.H. Johnstone suggerisce di
far organizzare in anticipo agli studenti lo schema della prova. Invece di
fornire la metodica dettagliata di una sintesi, il docente potrebbe chiedere
all'allievo di progettarne le fasi secondo la logica retroattiva (retrosintesi),
già affrontata in Chimica-Fisica e di calcolare, a casa, le quantità dei
reagenti, quando si desideri ottenere un dato quantitativo di prodotto con una
certa resa percentuale. Gli studenti, dopo aver individuato l'itinerario della
sintesi ed i meccanismi di reazione e dopo aver effettuato i relativi calcoli,
potrebbero discuterli con il docente prima di iniziare l'esperimento. Tale
strategia didattica consentirebbe di comprendere a fondo l'esperimento e di
organizzare al meglio il lavoro in laboratorio.
Per la classe quinta le esercitazioni di laboratorio devono portare lo
studente alla graduale comprensione e pratica attuazione di un processo
fermentativo completo: per esempio la preparazione di un antibiotico con il
controllo dei principali parametri che la fermentazione prevede.
TORNA
SU
ANALISI CHIMICA, ELABORAZIONE DATI E LABORATORIO
TORNA
SU
Questa disciplina, che si articola su un intero ciclo triennale, presenta
nella sua prima fase tutte le caratteristiche di base culturale, ad alto valore
formativo, per evolversi poi gradualmente nel corso del triennio, verso
contenuti sempre più applicativi e professionalizzanti.
Le finalità del corso interessano pertanto sia l'ambito scientifico generale
sia gli aspetti più strettamente legati all'inserimento nel mondo del lavoro,
dando uno specifico contributo alla costruzione della figura professionale del
perito chimico.
In particolare si ritiene essenziale:
· fornire le basi teoriche fondamentali in ordine al comportamento degli
ioni in soluzione, con particolare riferimento agli equilibri chimici, esaminati
anche sotto il profilo stechiometrico;
· trattare le principali tecniche di analisi quali-quantitativa, strumentali
e non, sotto i diversi aspetti applicativi ed anche economici e legislativi;
· far acquisire le necessarie abilità operative;
· proporre un approccio sequenziale alla strumentazione, evidenziando
l'importanza del suo uso corretto e consapevole (controlli, manutenzione,
valutazione delle prestazioni);
· far costante riferimento alla necessità di valutare ed elaborare i dati
raccolti, facendo adeguato uso di software applicativi;
· insegnare una corretta metodologia per la stesura di una relazione
scientifica;
· prendere in esame le diverse fasi del processo analitico evidenziandone,
attraverso un approccio sistemico, tutti gli aspetti decisionali e le
interconnessioni con altre discipline;
· fornire, in ultima analisi, un metodo di lavoro e la capacità di assumere
decisioni autonome.
OBIETTIVI
Obiettivo generale del corso sarà la comprensione, da parte dell'allievo,
dell'intero processo analitico come progressiva sequenza decisionale.
In questa prospettiva l'allievo dovrà essere in grado di:
· prelevare campioni secondo le opportune metodiche;
· scegliere la tecnica analitica in funzione dei risultati richiesti, in
termini di precisione, accuratezza ed economicità;
· scegliere il metodo di misura tenendo conto del numero delle analisi,
delle interferenze, ecc.;
· trattare il campione con gli opportuni reagenti e apparecchiature;
· eseguire l'analisi nell'ambito delle norme di sicurezza e di rispetto
dell'ambiente, nonché sulla base delle necessarie operazioni di controllo sugli
strumenti utilizzati;
· elaborare e presentare i dati analitici.
· conoscere la strategia essenziale per la messa a punto di un metodo di
analisi.
CONTENUTI
Classe terza [8 (6) ore]
1. Introduzione alla chimica delle soluzioni
1.1 Concetto di mole.
1.2 Composizione percentuale e formula minima.
1.3 Reazioni chimiche: bilanciamento e rapporti ponderali.
1.4 Soluzioni: concentrazione e sue espressioni.
1.5 Concetto di reazione chimica e calcoli stechiometrici relativi a reazioni
complete.
1.6 Titolazioni e concetto di punto di equivalenza.
2. Equilibrio chimico
2.1 Costante di equilibrio: Kc.
2.2 Principio dell'equilibrio mobile. Fattori che influenzano l'equilibrio in
soluzione.
2.3 Previsioni qualitative sul decorso delle reazioni.
3. Equilibri eterogenei
3.1 Solubilità e prodotto di solubilità.
3.2 La precipitazione.
3.3 Effetto dello ione a comune.
3.4 Interazione tra ioni. Cenni sulla teoria Debye-Hückel. Attività.
Effetto sale.
3.5 Analisi volumetrica per precipitazione, tenendo anche presenti i sistemi
colloidali.
4. Equilibri acido-base
4.1 Acidi e basi (Arrenhius e Brönsted).
4.2 Equilibrio di ionizzazione dell'acqua (autoprotolisi). Definizione e
scala di pH.
4.3 Elettroliti forti e deboli. Calcolo delle concentrazioni di H3 0+ .
4.4 Reazioni tra acidi e basi forti. Reazioni con acidi o basi deboli.
4.5 Titolazioni e calcolo del pH al punto di equivalenza. Indicatori di pH.
4.6 Soluzioni tampone.
4.7 Curve di titolazione e loro calcolo teorico per punti.
4.8 pH e solubilità.
5. Equilibri redox;
5.1 Reazioni redox di interesse analitico (uso qualitativo della serie
elettrochimica) e utilizzazione dell'equazione di Nernst.
5.2 Titolazioni di ossidoriduzione.
6. Complessometria. Composti di coordinazione e loro impiego nell'analisi.
7. Acquametria, finalizzata al concetto di "residuo secco".
8. Analisi qualitativa.
8.1 Solubilizzazione delle sostanze.
8.2 Condizioni generali di precipitazione e di ridissoluzione.
8.3 Analisi del residuo insolubile.
8.4 Fondamenti di analisi sistematica e reazioni analitiche degli ioni.
Laboratorio
· Introduzione al laboratorio (norme generali di sicurezza, organizzazione
topografica, strumentazione di base, vetreria, reagenti e relativa
etichettatura).
· Tecnica della pesata e concetto di misura.
· Taratura della vetreria (per pesata).
· Schema generale di stesura delle relazioni (modello tipo "flow chart").
· Preparazione di soluzioni titolate.
· Analisi quantitative ponderali.
· Analisi quantitative volumetriche: acidimetria, ossidimetria,
precipitazione, complessometria, con eventuale registrazione delle curve
potenziometriche, senza particolari approfondimenti strumentali.
· Analisi qualitative, superando in certa misura la sistematica tradizionale
e facendo ricorso per quanto possibile ad agenti precipitanti non tossici, quali
idrossidi, cloruri e solfati.
Classe quarta [6 (4) ore]
1. Metodi elettrochimici
Elementi di potenziometria, analisi elettrolitica, voltammetria e
conduttimetria, con particolare attenzione agli aspetti applicativi piuttosto
che agli aspetti teorici.
2. Metodi ottici di emissione
Emissione di energia raggiante. Spettri di emissione. Lunghezza d'onda,
intensità e ampiezza delle righe spettrali. Spettrografia. Fotometria di
fiamma. Spettrofotometria di emissione a plasma.
3. Metodi ottici di assorbimento
Natura della radiazione e sua interazione con la materia.
Livelli energetici. Transizioni elettroniche e vibrorotazionali. Bande di
assorbimento dei cromofori. Effetto dei sostituenti e del solvente. Legge di
Beer e i suoi scostamenti. Analisi qualitativa e quantitativa. Colorimetria.
Spettrofotometria di assorbimento atomico.
Spettrofotometria ultravioletta. Spettrofotometria infrarossa.
4. Metodi cromatografici
Principi teorici generali. Meccanismi di separazione: adsorbimento,
ripartizione, esclusione, scambio ionico, affinità - Prestazioni di un sistema
cromatografico: selettività, efficienza, risoluzione, capacità, riproducibilità,
tempi di lavoro.
Cromatografia in fase liquida.
Cromatografia in fase gassosa.
Laboratorio
· Puntualizzazioni sui concetti fondamentali della teoria della misura
(valore vero, valore medio, errore assoluto e relativo) e dei parametri di
valutazione delle analisi (accuratezza, precisione, sensibilità, limite di
rivelabilità, linearità, rapporto segnale/disturbo).
· Approccio di base al "sistema" strumento, con specifiche
esercitazioni riguardo a:
a) attivazione e funzionamento;
b) riconoscimento delle caratteristiche e delle prestazioni;
c) ottimizzazione dei parametri strumentali;
d) registrazione ed interpretazione di diagrammi strumentali (cromatogrammi,
spettri, ecc.);
e) controllo degli strumenti attraverso operazioni di taratura e di misura;
f) riconoscimento, ad un primo livello elementare, della problematica delle
interferenze.
· Costruzioni di curve di taratura su carta millimetrata e, solo in un
secondo tempo, ottimizzate al calcolatore previa introduzione del concetto di
regressione;
· Ampliamento e codificazione dei concetti generali, in ordine alla stesura
di una relazione scientifica.
Le esercitazioni pratiche sulla strumentazione, associate alle principali
tecniche di analisi trattate in sede teorica, avranno come oggetto situazioni
che non presentino particolari problemi di interferenze né di attacco o
trattamento troppo elaborato del campione.
Classe quinta [8 (8) ore]
Parte generale
1. Il processo analitico come sequenza decisionale inserita in un approccio
sistemico
1.1 Inquadramento del problema dal punto di vista non solo strettamente
chimico (componenti maggioritari e minoritari del campione, distinguendo fra
analita e matrice), ma anche merceologico, legislativo, ambientale, ecc.
1.2 Scelta della tecnica analitica ritenuta più adatta, in base a criteri di
precisione, tempo, economicità, ecc.
1.3 Scelta del metodo di misura (curva di titolazione semplice o in derivata,
curva di taratura, aggiunte, standard interno o esterno, ecc.).
1.4 Campionamento, trattamento ed eventuale attacco del campione.
1.5 Esecuzione dell'analisi.
1.6 Interpretazione ed elaborazione dei dati analitici, al fine di esprimere
una valutazione sul campione in esame, anche in relazione , per quanto
possibile, agli aspetti giuridici e normativi.
1.7 Presentazione dei risultati
2. Teoria della misura ed elaborazione dati
2.1 Richiami sulla teoria della misura.Errore assoluto e relativo;
sistematico e casuale. Propagazione dell'errore.
2.2 Statistica applicata all'elaborazione dati.Distribuzioni di frequenza e
probabilità. Le misure come variabili casuali. Espressione dei risultati e
limiti di fiducia. Scarto dei risultati anomali. Confronto di medie e varianze.
Interpretazione statistica dei parametri di valutazione delle misure: sensibilità,
specificità, accuratezza, precisione ecc..
2.3 Analisi statistica bivariata. Correlazione. Regressione lineare e non
lineare. Interpolazione. Metodo dei minimi quadrati. Applicazione alle curve di
risposta strumentali.Cenni di analisi statistica multivariata.
2.4 Trattamento automatico dei dati.Il computer e il laboratorio chimico.
Interfacciamento alla strumentazione analitica. Software generale e speciale.
Sistemi dedicati e a gestione totale. Esempi di programmazione per l'analisi
chimica.
3. Problematica generale dell'analisi
3.1 Esame comparativo delle diverse tecniche (strumentali e non) a
disposizione per l'analisi e criteri di scelta.
3.2 Confronto fra i possibili metodi di misura e criteri di scelta.
3.3 Campionamento: criteri principali.
3.4 Trattamento e/o attacco del campione: metodi principali
3.5 Correlazione fra diversi parametri analitici in vista della presentazione
dei dati e dell'eventuale giudizio sul campione.
3.6 Problematiche delle analisi "on line" nei cicli produttivi e/o
durante trattamenti tecnologici.
3.7 Approccio alle problematiche riguardanti la messa a punto di un metodo di
analisi in funzione delle esigenze di una determinata applicazione analitica (validazione
del metodo) : valutazione delle caratteristiche principali in termini di
parametri analitici quali accuratezza, limite di rivelabilità, sensibilità,
riproducibilità, ecc.
3.8 Criteri di "qualità" nelle analisi e introduzione al concetto
di "certificazione".
Parte speciale
Si suggerisce la trattazione di alcuni fra i seguenti temi:
1. analisi delle acque potabili e industriali
2. analisi dei metalli e delle leghe
3. analisi dei combustibili e dei lubrificanti
4. analisi bromatologiche (bevande alcoliche, zuccheri, oli e grassi, ecc.)
5. analisi collegate agli inquinamenti ambientali e alle problematiche dei
rifiuti.
Altri argomenti potranno essere scelti in funzione delle esigenze locali.
Laboratorio
Le esercitazioni relative alla parte introduttiva generale hanno come
substrato la conoscenza della analisi classica e strumentale già acquisita
negli anni precedenti e si propongono come obiettivo principale l'applicazione
dei metodi statistici all'elaborazione dei dati analitici. I numerosi dati
disponibili vengono utilizzati per il calcolo di medie, varianze, limiti
fiduciali; si costruiranno istogrammi e curve di distribuzione; si studierà la
correlazione dei dati; si tracceranno rette di regressione e interpolanti; si
farà uso dei test statistici per lo scarto di valori anomali e per il confronto
fra procedure analitiche e/o strumenti.
Il software necessario, disponibile sul mercato, in qualche semplicissimo
caso può essere integrato con altro redatto con la partecipazione degli
studenti.
Le esercitazioni relative alla parte speciale si possono distinguere nei
seguenti tipi:
· esecuzione di analisi su campioni certificati, eventualmente anche a
livello individuale. Queste esercitazioni consentono, tra l'altro, di valutare
meglio di altre i risultati ottenuti dagli allievi;
· esecuzione di analisi su campioni naturali e industriali, che presentino
particolare interesse dal punto di vista analitico, merceologico ecc.;
· studio statistico delle interferenze da elementi estranei e dell'influenza
di determinati parametri strumentali nella determinazione di sostanze in matrici
più o meno complesse;
· studio comparativo di metodiche e relativa elaborazione statistica dei
risultati, allo scopo di quantificare i parametri che ne determinano
l'affidabilità.
INDICAZIONI DIDATTICHE
1. Criteri generali
L'insegnamento dell'analisi chimica richiede una attenta integrazione fra
teoria e pratica. Dovrà quindi essere impostato in modo da non appesantire
eccessivamente l'aspetto teorico, collegando gli elementi essenziali della
chimica delle soluzioni ai principi generali dei metodi di analisi, che dovranno
essere privilegiati rispetto alla ripetitiva descrizione di analisi diverse ma
riconducibili allo stesso principio. Questo, nell'intento di mettere l'allievo
in condizione di affrontare problemi che solo in apparenza sono diversi da
quelli già incontrati.
Analogamente, per le analisi applicate non si potrà né si dovrà addivenire
ad una trattazione teorica e pratica di tutti i vari prodotti merceologici
industriali, naturali, ecc.; si darà tuttavia un quadro generale, il più
possibile esauriente, relativo ad alcuni settori tra i più significativi, anche
in relazione ad esigenze locali.
Inoltre, le esercitazioni di laboratorio dovranno essere selezionate e
organizzate in modo da costituire una valida e mutua integrazione con la parte
teorica, non limitandosi a considerarle come momento di verifica sperimentale di
quanto appreso in teoria, ma anche, ove possibile, come strumento base per
ricavare leggi, principi teorici e modelli a partire dall'esperienza.
Si ritiene importante che l'introduzione al laboratorio avvenga sulla base di
opportune prove preliminari sottese alla verifica del possesso dei prerequisiti
essenziali, anche sotto il profilo della sicurezza personale e ambientale.
L'adozione di opportuni "test d'ingresso" viene considerata
comunque ampiamente auspicabile anche in sede teorica.
Il problema delle verifica delle conoscenze e delle abilità acquisite
presenta, relativamente al corso di analisi, una particolare specificità, in
quanto richiede di stabilire nel contempo:
· il livello delle conoscenze teoriche acquisite e la capacità di
argomentare adeguatamente i temi proposti;
· la capacità di stendere relazioni di lavoro ben strutturate e
documentate, partendo dall'approccio al problema, per finire con la elaborazione
dei dati raccolti e la loro presentazione, facendo ricorso ad utili schemi a
blocchi riferiti al processo analitico nel suo complesso o anche a parti di
esso;
· l'acquisizione delle abilità essenziali relative al laboratorio, inteso
non solo come una semplice sequenza di operazioni sostanzialmente manuali, ma
soprattutto come attuazione pratica di capacità progettuali assistite da
un'adeguata autonomia di elaborazione.
2. Indicazioni specifiche per la classe terza
Il programma è da intendersi propedeutico rispetto a quelli degli anni
seguenti, in particolare a quello del quinto anno, destinato ad introdurre
l'allievo nel vivo della pratica professionale.
E' essenziale perciò che, durante il terzo anno, i concetti che sono alla
base della comprensione teorica dello svolgimento delle reazioni e le tecniche
fondamentali di base siano compiutamente acquisiti. A questo proposito, è
fondamentale il fatto che l'insegnamento si avvalga del corso parallelo di
chimica-fisica, al quale compete maggiormente la trattazione teorica
approfondita di alcuni argomenti fondamentali mentre il corso di Analisi ha il
compito di evidenziarne gli aspetti di immediato interesse applicativo.
Obiettivo primario del terzo anno sarà dunque l'acquisizione dei principi e
delle abilità operative fondamentali riguardanti i metodi di analisi
quantitativa: acidimetria, ossidimetria, complessometria, argentometria,
gravimetria e acquametria con accenni, se possibile, alle titolazioni in
ambiente non acquoso.
Per l'analisi qualitativa il punto di riferimento dovrà essere lo studio del
comportamento dei principali ioni in soluzione, presupposto della loro
separazione e del relativo riconoscimento.
Sul piano strettamente didattico, d'altra parte, sono ben note le difficoltà
insite nell'insegnamento della chimica qualitativa e quantitativa, tanto più
accentuate quanto più limitato è il tempo disponibile. Pertanto, ferma
restando la prospettiva di una sempre migliore compenetrazione fra i due aspetti
dell'analisi, si ritiene di particolare importanza un corretto approccio al
laboratorio e quindi l'acquisizione precoce delle abilità necessarie.
Per questi motivi è preferibile che l'aspetto quantitativo della reazione
chimica e il possesso della tecnica d'uso di strumenti fondamentali (bilancia,
burette, ecc.) vengano acquisiti precocemente. Il fatto che gli allievi, intorno
alla metà dell'anno scolastico, sappiano usare gli strumenti di cui sopra con
buona valutazione degli aspetti quantitativi delle reazioni ed abbiano una
tecnica di lavoro precisa, permette di affrontare più speditamente il problema
di una corretta esecuzione di manipolazione e reazioni chimiche. Ciò consente,
nel corso delle successive lezioni dedicate all'analisi qualitativa, di dedicare
maggiore spazio ai problemi teorici di interpretazione poichè quelli tecnici
dovrebbero essere ormai in buona parte superati.
3. Indicazioni specifiche per la classe quarta
Questo corso è destinato all'acquisizione di tutti i principali metodi
fisici dell'analisi chimica quantitativa e qualitativa.
Poiché tali metodi si basano su proprietà fisiche della materia, il corso
in oggetto presuppone una buona conoscenza della chimica generale, della fisica
e della chimica-fisica.
Dato che obiettivo fondamentale di questo insegnamento è quello di condurre
l'allievo ad una buona conoscenza generale del principio di funzionamento e
dell'impiego dello strumento analitico, valutando appieno gli aspetti relativi
al problema delle misure per ogni metodo di analisi trattato si prenderà in
considerazione:
· il principio fisico teorico su cui si fonda il metodo stesso;
· lo schema di principio dello strumento ed il suo funzionamento;
· i fondamenti e la esecuzione dell'analisi quantitativa e qualitativa;
· l'influenza dei vari parametri chimico-fisici (es.: solvente, pH, viscosità,
ecc.) sulla misura strumentale.
Le esercitazioni pratiche dovranno essere organizzate in modo che lo
studente:
· riconosca le caratteristiche, le prestazioni, i comandi ed il
funzionamento dello strumento in genere;
· sia in condizione di eseguire correttamente le operazioni di taratura e di
misura;
· sappia opportunamente intervenire sui parametri strumentali disponibili al
fine di ottimizzare le misure;
· sia in grado di identificare e valutare, ad un primo livello, i problemi
generali connessi con le interferenze (l'argomento sarà approfondito nella
classe quinta);
· sappia controllare l'efficienza dello strumento e valutarne i limiti.
In genere, per non distogliere l'attenzione del discente dall'obiettivo
didattico primario, le esercitazioni saranno eseguite, almeno in una prima fase,
mediante campionamenti effettuati su prodotti chimici puri o su miscele
standard, in modo da escludere tutte le problematiche relative al pretrattamento
del campione e alle interferenze, tipiche dei prodotti tecnici o dei campioni
reali , di competenza del corso successivo.
Si ritiene inoltre fondamentale che fin dall'inizio del corso gli allievi
comprendano la necessità di registrare i processi operativi ed i conseguenti
risultati, ai fini della stesura della relazione sul lavoro svolto in
laboratorio, adottando una Agenda di Laboratorio.
Infine va segnalata, sul piano del sempre auspicabile coordinamento con gli
altri insegnamenti, la possibilità di attuare un interessante sincronismo con
il corso di Chimica Fisica, in funzione della trattazione del concetto di
energia interna. Quest'ultimo infatti è da un lato strettamente correlato al 1º
principio della termodinamica e dall'altro rappresenta un'importante base
teorica per tutte le tecniche spettrofotometriche.
4. Indicazioni specifiche per la classe quinta
Questo corso rappresenta la naturale conclusione dei corsi precedenti,
destinati all'acquisizione dei fondamenti dei metodi di analisi. Tali metodi
vengono qui ripresi e sviluppati nei loro aspetti applicativi di base, in modo
da conferire a questo insegnamento la fisionomia di disciplina non
specialistica, ma comunque certo professionalizzante. Particolare attenzione
verrà rivolta al campionamento, al trattamento del campione, alle interferenze
ed in genere a tutte le problematiche tipiche dell'analisi di prodotti
"reali", tecnici e commerciali. Inoltre i vari metodi di analisi
verranno riesaminati criticamente e comparativamente in relazione alle loro
specifiche di sensibilità, accuratezza, precisione, ecc. in modo da
giustificare le scelte che di volta in volta verranno effettuate.
E' opportuno ricordare che nella scelta delle procedure analitiche sarebbe
consigliabile inserire, almeno in un caso, una determinazione basata sulla
cinetica enzimatica, i cui fondamenti teorici sono affidati agli insegnamenti di
chimica fisica e chimica organica.
I temi fondamentali possono essere affiancati ad altri, scelti in relazione
al particolare taglio che si intende dare localmente al corso di diploma.
Dato che le moderne tecniche strumentali sono in continua espansione e non è
oggettivamente possibile trattarle tutte nella giusta misura, si ritiene
consigliabile dedicare a quelle rimaste ai margini del programma quanto meno
brevi introduzioni a carattere descrittivo (anche solo seminariali), in modo da
fornire agli allievi un'adeguata panoramica dell'intera materia.
A tale riguardo possiamo citare:
- Fluorimetria e fosforimetria
- Analisi termiche
- Raggi X (diffrattometria, fluorescenza, ecc.)
- Risonanza magnetica nucleare
- Spettrometria di massa
- Tecniche accoppiate
- Elettroforesi classica e capillare
- Analisi automatiche e in continuo (Flow Injection Analysis)
Sul piano culturale generale si ritiene fortemente auspicabile la
sensibilizzazione degli allievi al tema della "qualità" dell'analisi
ed alle problematiche della "certificazione". Quest'ultima, intesa
come assunzione di responsabilità, basata su una sequenza operativa garantita e
suffragata da adeguata documentazione in ordine all'intero processo ed alle
necessarie conclusioni sul lavoro svolto.
Un contributo significativo potrà anche essere rappresentato da una breve
illustrazione dei principi e delle sempre maggiori applicazioni della
chemiometria.
TORNA
SU
TECNOLOGIE CHIMICHE INDUSTRIALI,
TORNA
SU
FINALITA'
Le finalità specifiche dell'insegnamento di Tecnologie chimiche industriali,
Principi di Automazione e Organizzazione industriale sono:
· la formazione culturale relativa agli aspetti di processo, impiantistici
ed ecologici connessi alla produzione su scala industriale dei composti chimici;
· l'acquisizione di competenze necessarie per risolvere problemi di natura
chimica nell'ambito di qualsiasi attività produttiva o di servizi;
· l'acquisizione di capacità operative che consentano ai giovani diplomati
di collaborare responsabilmente alla conduzione di impianti di produzione;
· la formazione di base per accedere a corsi di perfezionamento
professionale o universitari.
OBIETTIVI
Al termine del corso, l'allievo dovrà dimostrare di essere in grado di:
· potersi inserire con adeguate competenze nell'industria chimica e operare
con diversi gradi di responsabilità nell'ambito della produzione fornendo
corretti elementi di valutazione relativamente agli aspetti chimici, chimico
fisici, economici ed impiantistici di un processo chimico;
· interpretare e realizzare lo schema di un processo chimico valutando
l'efficacia di un sistema di regolazioni automatiche;
· partecipare a lavori d'équipe nella progettazione di apparecchiature
industriali;
· comunicare, con proprietà di linguaggio tecnico, con gli specialisti di
informatica e di automazione;
· utilizzare autonomamente strumenti informatici e software applicativo
operando con strumenti di acquisizione ed elaborazione dati.
CONTENUTI
Classe terza [3 (2) ore]
1. L'automazione nei processi chimici industriali
1.1 Il processo industriale visto come un sistema dinamico soggetto a
perturbazioni.
1.2 Concetto di controllo dei processi e loro regolazione.
1.3 Variabili controllate e regolate.
1.4 Concetto di retroazione.
1.5 Concetto di set point di una variabile controllata.
1.6 Sensori ed attuatori.
1.7 Rappresentazione a blocchi di un sistema regolato.
1.8 Regolazione ON-OFF e proporzionale.
2. Applicazioni informatiche alle Automazioni
2.1 Variabili analogiche e digitali.
2.2 Precisione dei dati.
2.3 Conversione analogico/digitale e digitale/analogico (A/D e D/A).
2.4 Elementi di logica booleana (operazioni AND, OR, NOT ecc.).
2.5 Struttura a blocchi di un elaboratore elettronico.
2.6 Memorie di massa ed interfacce periferiche.
2.7 Trasmissione di dati seriale e parallela.
2.8 Sistema operativo e sue principali funzioni.
2.9 Linguaggi ad alto livello e primi approcci alla programmazione.
2.10 Uso dei più importanti programmi applicativi (elaborazione di testi,
fogli elettronici, data base).
3. Il processo chimico ricondotto alle Operazioni Unitarie
3.1 Richiami sulle grandezze fisiche fondamentali e derivate, sulle unità di
misura e relativi sistemi (MKS, CGS, SI, sistema anglosassone). Conversioni tra
i vari sistemi di unità di misura.
3.2 Idrostatica ed idrodinamica. Liquidi ideali. Viscosità nei liquidi reali
newtoniani e non newtoniani.
3.3 Moto dei liquidi reali. Perdite di carico distribuite e localizzate.
3.4 Macchine idrauliche operatrici: Pompe. Caratteristiche funzionali e di
impiego dei vari tipi di pompe. Curve caratteristiche e calcolo della potenza
teorica e reale richiesta.
3.5 Tubazioni. Caratteristiche costruttive e loro dimensionamento di massima
in funzione dei parametri idraulici. Unificazione dei diametri, unità di misura
pratiche. Organi di collegamento: giunti, flange ecc..Organi di intercettazione:
valvole. Vari tipi di valvole, particolari costruttivi e modalità di impiego.
Curve caratteristiche portata/apertura. Telecomando delle valvole con attuatori
elettrici e pneumatici.Contenitori e serbatoi: vari tipi e dimensionamento di
massima.
3.6 Impiego dei materiali metallici e non metallici negli impianti
industriali. Caratteristiche meccaniche. Resistenza agli agenti chimici. La
saldatura dei metalli e problemi ad essa relativi.
3.7 Separazioni solido-liquido
3.7.1 La sedimentazione. Fattori che influenzano la velocità di
sedimentazione. Le apparecchiature impiegate per la sedimentazione e loro
dimensionamento di massima. Applicazioni industriali della sedimentazione.
3.7.2 La filtrazione, continua e discontinua, ultrafiltrazione ed osmosi
inversa. Filtri industriali e loro impieghi.
3.7.3 Centrifugazione. Flottazione. Separazione dei solidi.
3.8 Principi di economia ed organizzazione industriale.
3.8.1 L'approvvigionamento e lo stoccaggio delle materie prime.
3.8.2 Normativa sulla sicurezza nello stoccaggio e nel trasporto dei prodotti
chimici.
3.8.3 Aspetti economici dello smaltimento dei rifiuti industriali.
4. Processi industriali
Trattamento di addolcimento, demineralizzazione potabilizzazione delle acque
di primo impiego per uso civile e industriale.
Laboratorio
- Misura di grandezze fisiche (inerenti l'idraulica) e trasformazione di tali
misure in segnale elettrico.
- Segnali analogici e digitali.
- Esperienze sulla conversione A/D e D/A.
- Acquisizione di un segnale mediante un calcolatore o PLC.
- Elaborazione con software dei dati acquisiti.
- Applicazioni pratiche di attuatori elettrici e pneumatici.
- Insieme sensore-elaboratore-attuatore nelle applicazioni ai controlli e
regolazioni.
- Esperienze reali (con impianto pilota) o simulate (con elaboratore o PLC)
sulla regolazione di un sistema idraulico. Realizzazione di un semplice software
relativo a calcoli inerenti l'idraulica.
Classe quarta [5 (2) ore]
1. Il calore nelle tecnologie chimiche industriali
1.1 Lo scambio di calore per conduzione e convezione. Calcolo dei
coefficienti di scambio termico per convenzione. Equicorrente e controcorrente.
Temperatura media logaritmica. Bilancio di calore nelle operazioni di scambio
termico.Dimensionamento di massima delle apparecchiature industriali più
comuni. Isolamento termico. Calcolo del calore perduto attraverso un isolante ed
ottimizzazione economica degli spessori.
1.2 La generazione e la distribuzione del vapor d'acqua negli impianti
industriali.
1.3 Significato ed applicazioni del diagramma di Mollier (Entropia/Entalpia).
Impiego del vapor d'acqua come fluido trasportatore di calore.
1.4 Cenni ai fluidi alternativi al vapor d'acqua nel trasporto di calore (olii
minerali, Dowtherm, sali fusi, metalli liquidi, ecc.).
1.5 Il recupero di calore nei processi industriali. Importanza economica ed
applicazioni significative.
1.6 Lo scambio di calore per irraggiamento. Principi fisici su cui si basa il
fenomeno e principali applicazioni industriali di tale modalità di scambio
termico.
1.7 I combustibili fossili di uso industriale. Cenni sulla ricerca e
produzione di tali combustibili: principali requisiti loro richiesti. Potere
calorifico superiore ed inferiore. Recupero di calore dai gas combusti.
1.8 La generazione delle basse temperature. Ciclo frigorifero ideale e reale.
Fluidi frigorigeni. Principio di funzionamento della pompa di calore.
2. Le Operazioni Unitarie nello scambio di calore
2.1 Le operazioni di Evaporazione e Concentrazione.
Evaporazione a singolo e multiplo effetto (equicorrente e controcorrente).
Soluzioni ideali e soluzioni reali. Diagramma di Dürhing: validità e limiti di
applicazione nello studio del comportamento delle soluzioni. Diagramma
entalpia/concentrazione. Bilancio di materia e di calore nelle operazioni di
evaporazione.Evaporazione per termocompressione del vapore (meccanica e
termica).
2.2 Apparecchiature usate negli impianti di evaporazione:concentratori a
fascio tubiero verticale corto, lungo, Kestner, a film sottile, apparecchi
impiegati nell'industria alimentare. Apparecchiature ausiliarie negli impianti
di evaporazione (eiettori, pompe ad anello liquido, scaricatori di condensa,
ecc.)
2.3 L'operazione di cristallizzazione: bilancio di materia e di calore,
calcoli di massima relativi a tale operazione.
2.4 Separazioni gas-gas e gas-solido. Problemi di trattamento delle emissioni
gassose. Depurazione dei fumi.
2.5 Miscele aria-vapor d'acqua. - Umidità assoluta e relativa - Temperatura
di bulbo umido e bulbo secco - Diagramma igrometrico e suo impiego nei calcoli
delle operazioni di essiccamento.
3. Principi di economia e legislazione industriale.
3.1 Esempi di applicazione dei criteri economici per ottimizzare il
dimensionamento delle apparecchiature industriali.
3.2 Articoli di legge più significativi sulla prevenzione infortuni in
particolare per il settore chimico.
4. L'automazione: regolazione di un impianto reale e simulazione al
calcolatore di un sistema automatizzato
4.1 Sistemi di regolazione ad anello aperto, ad anello chiuso ed in cascata.
4.2 Circuiti tipici per la regolazione delle grandezze fisiche più comuni
(temperatura, pressione, portata, pH).
4.3 Il concetto di simulazione di un processo mediante elaboratore.
4.4 Esempi significativi di automazione di processi industriali.
5. Processi chimici industriali
5.1 Realizzazione su scala industriale di reazioni esotermiche ed
endotermiche.
5.1.1 La catalisi omogenea ed eterogenea.
5.1.2 L'impiego di reattori discontinui, continui e semicontinui.
5.2 Esempi di processi industriali:
5.2.1 Concentrazione dell'idrossido di sodio
5.2.2 Produzione del saccarosio.
5.2.3 Sintesi dell'ammoniaca.
5.2.4 Sintesi del metanolo.
5.2.5 Sintesi dell'acido nitrico.
5.2.6 Produzione dell'acido solforico.
5.2.7 Ossidazione parziale di idrocarburi per la produzione di composti
organici ossigenati.
5.2.8 Cracking e reforming per la produzione di combustibili per autotrazione.
5.2.9 L'idrogenazione di idrocarburi aromatici, di trigliceridi insaturi, del
nitrobenzene.
5.2.10 Processi di deidrogenazione finalizzati alla produzione di olefine.
5.2.11 Processi di solfonazione, nitrazione, alogenazione.
5.2.12 Processi industriali elettrochimici (produzione dell'idrossido di
sodio e del cloro).
5.3 Stesura di semplici schemi di processo relativi alle Operazioni Unitarie
ed ai processi chimici prescelti.
Laboratorio
- Esperienze sulla regolazione automatica dello scambio termico.
- Esercitazioni su modelli reali di scambiatori ed evaporatori ed eventuali
simulazioni su computer o PLC.
- Uso ed eventuale realizzazione di software specifico relativo allo scambio
termico ed all'evaporazione.
Classe quinta [7 (3) ore]
1. Le Operazioni Unitarie
1.1 Operazioni a stadi multipli.
1.1.2 Concetto di stadio di equilibrio. Bilancio di materia e di energia in
un singolo stadio . Stadi multipli in controcorrente. Concetto di flusso netto
all'interstadio (corrente fittizia).
1.1.3 L'estrazione con solvente solido-liquido (e liquido-liquido).
Rappresentazione delle miscele a tre componenti su diagrammi triangolari.
Linea del solido (corpo di fondo). Operazioni multistadio in controcorrente
ed a correnti incrociate.
1.1.4 Determinazione grafica del punto differenza e calcolo del numero
teorico di stadi di equilibrio.
1.1.5 Fattori che influenzano la velocità di diffusione (temperatura, natura
del solvente, agitazione, granulometria del solido, ecc.).
1.1.6 Le apparecchiature di uso industriale per l'operazione di estrazione
operanti in modo continuo e discontinuo.
1.2 Rettifica continua
1.2.1 Diagrammi di stato, di ripartizione ed entalpico delle miscele binarie
ideali e non ideali. Miscele non ideali: azeotropi di massima e di minima.
1.2.2 Bilancio di materia e di calore nelle operazioni di distillazione.
Legge di Trouton: significato, validità e limiti. Sua applicazione al calcolo
del numero teorico di stadi di equilibrio (piatti) con il metodo grafico
semplificato di Mc Cabe e Thiele. Equazioni delle rette di lavoro (arricchimento
ed esaurimento) e condizioni termiche dell'alimentazione (q-line).
Determinazione per via grafica, del rapporto di riflusso minimo teorico ed
effettivo. Fattori economici che influenzano la scelta del rapporto di riflusso
ottimale. Efficienza dei piatti e loro numero effettivo.
1.2.3 Colonne a riempimento: determinazione dell'altezza del riempimento (HETP)
in relazione al numero di stadi teorici. Vantaggi e svantaggi rispetto alle
colonne a piatti.
1.2.4 Dimensionamento di massima di una colonna di rettifica: diametro in
funzione della velocità dei vapori, distanza tra i piatti, ecc. Principali
anomalie nel funzionamento dei piatti, deducibili dal diagramma di Young.
1.2.5 Concetti generali sulla distillazione estrattiva ed azeotropica. Schemi
di massima relativi a tali tipi di distillazione (alcool etilico assoluto).
1.2.6 Altre operazioni assimilabili alla rettifica: flash evaporation,
distillazione in corrente di vapore saturo e surriscaldato (stripping) con
riferimento alle più importanti applicazioni della Chimica Industriale. Le
operazioni di assorbimento e desorbimento. Processi industriali collegati
(depurazione di gas e recupero dei componenti gassosi).
2. Aspetti impiantistici dei processi di fermentazione industriali
2.1 Criteri di dimensionamento dei reattori fermentatori impiegabili nella
realizzazione di processi biotecnologici. Problemi di sterilizzazione delle
apparecchiature, del terreno di coltura e dell'aria. Aereazione ed agitazione
della biomassa. Acquisizione dei dati relativi al processo fermentativo in atto
e tecniche di regolazione dell'impianto.
2.2 Separazione e purificazione dei prodotti della fermentazione.
2.3 Problemi di smaltimento dei sottoprodotti effluenti da un processo
fermentativo.
3. L'automazione
3.1 Controlli e regolazioni: sistemi di regolazione completa, proporzionale,
derivativa, integrativa (PID). Esempi ed applicazioni pratiche in particolare
alle operazioni di rettifica.
3.2 Approccio alla regolazione "predittiva" basata sulla
misurazione delle grandezze perturbatrici di un processo.
3.3 Concetti di base sulla gestione di archivi di dati e relative
applicazioni pratiche nel settore chimico.
4. Principi di legislazione industriale
4.1 La legislazione a protezione dell'ambiente. Illustrazione degli aspetti
tecnici contenuti nei principali articoli delle leggi vigenti poste a
salvaguardia dell'ambiente, in particolare quelle riguardanti il settore
chimico.
5. Processi industriali e biotecnologie
5.1 Processi basati sulle operazioni di estrazione con solvente (industria
saccarifera, olii alimentari) e sulla distillazione (processi petroliferi o di
chimica fine).
5.2 La produzione di tecnopolimeri: reazioni di polimerizzazione di notevole
interesse industriale e commerciale. Produzione dei più importanti polimeri
scelti tra quelli di uso quotidiano.
5.3 Industria dei grassi, dei saponi e dei detersivi.
5.4 Processi biotecnologici di rilevante significato con esempi tratti
dall'industria farmaceutica ed alimentare.
5.5 La depurazione delle acque reflue civili ed industriali.Metodi chimici e
metodi biologici. Processi ossidativi ed anaerobici con produzione di biogas.
5.6 Dimensionamento di massima di un impianto di depurazione a fanghi attivi.
5.7 Problemi relativi alla eliminazione dei nitrati e dei fosfati.
5.8 Stesura di schemi di processo relativi alle Operazioni Unitarie indicate
ed ai processi chimici prescelti.
Laboratorio
- Esperienze reali o simulate riguardanti l'estrazione con solvente e la
distillazione; uso di software ad esse relativo.
- Esperienze nella regolazione delle operazioni di rettifica (su impianto
pilota o simulata su elaboratore).
- In collaborazione con Chimica delle fermentazioni esperienze concordate di
biotecnologie.
INDICAZIONI DIDATTICHE
Il programma di Tecnologie chimiche industriali, Principi di automazione e
Organizzazione industriale raccoglie in sé ed unifica in un solo insegnamento
argomenti basilari tradizionalmente riservati alle discipline "Impianti
chimici" e "Chimica Industriale" e al contempo si arricchisce dei
contenuti e dei principi teorici di automazione.
Il corso risulta profondamente rinnovato in quanto:
- inizia fin dal terzo anno con gli argomenti relativi alle automazioni ed
alle applicazioni dell'informatica;
- introduce la pratica triennale di laboratorio, finora assente nei programmi
tradizionali;
- consente una nuova strutturazione e distribuzione degli argomenti nell'arco
del triennio.
L'unificazione di Impianti Chimici e di Chimica Industriale in un unico
insegnamento intende, per un verso favorire un approccio metodologico moderno
alla Chimica Industriale (abbandonando il nozionismo puramente descrittivo che
sovente, in passato, ha caratterizzato tale disciplina) e per un altro superare l'artificiosa
suddivisione tra produzioni della Chimica Organica ed Inorganica.
La Chimica Industriale rimane, con i temi che l'insegnante riterrà opportuno
e doveroso trattare, parte integrante della formazione degli allievi, senza
avere più la struttura di "blocco" monolitico e sistematico
decisamente impegnativo se indirizzato ad una trattazione minuziosa di un gran
numero di argomenti.
Si ritiene fondamentale, invece, che una corretta formazione del Perito del
settore chimico debba basarsi sull'inquadramento dei vari processi nell'ottica
delle Operazioni Unitarie (Principi di Ingegneria Chimica) che li caratterizzano
e su una discussione sufficientemente approfondita degli aspetti termodinamici,
cinetici, reattoristici ed impiantistici del processo in esame.
Sarà certamente di grande valore formativo la trattazione dei temi della
Chimica industriale in un'ottica "storica" che evidenzi l'evoluzione
dei processi: il docente potrà mettere in luce i progressi compiuti nel corso
degli anni dal punto di vista delle materie prime utilizzate, delle Operazioni
Unitarie impiegate, degli eventuali sottoprodotti ottenuti ed infine degli
aspetti energetici ed ecologici.
Tenendo presente che le conoscenze (Know-how) relative ai particolari
tecnologici dei processi chimici più recenti e realizzati dalla maggior parte
delle industrie non sono liberamente accessibili, in quanto protette dal riserbo
dei brevetti, il docente rinuncerà al proposito di fornire dettagliate e
precise descrizioni di ogni singola produzione. Occorre infatti accettare l'
idea che la preparazione del diplomato sia, in confronto con il passato, meno
ricca di "informazione" ma più approfondita come
"formazione".
La complessità degli argomenti relativi alle Operazioni Unitarie, anche in
relazione alla giovane età degli allievi, fa ritenere raccomandabile che la
loro trattazione si limiti solo allo studio dello stato stazionario.
La trattazione degli argomenti relativi all'Automazione non contraddice
questa raccomandazione. Essa va infatti vista come lo studio del mezzo idoneo
per mantenere o ripristinare lo stato stazionario in un impianto chimico,
alterato da variazioni nelle composizioni dei reagenti o per raggiungere nuove
condizioni operative al fine di mutare le caratteristiche dei prodotti.
La inderogabile esigenza di salvaguardare l'ambiente rende necessaria la
trattazione della possibile prevenzione e dei rimedi da adottare per minimizzare
i danni eventualmente causati da un processo industriale. E' bene che il docente
favorisca nei giovani allievi lo sviluppo di quella cultura ecologica che
costituisce già oggi uno dei tratti caratteristici della professionalità
chimica di base.
Occorre inoltre che i docenti forniscano agli allievi gli strumenti
conoscitivi di base circa il problema della incolumità sul posto di lavoro ed i
temi fondamentali della prevenzione infortuni, unitamente ai primi rudimenti di
pronto soccorso.
La trattazione di argomenti relativi all'organizzazione aziendale, pur non
volendo costituire un corso approfondito di economia aziendale e marketing, si
prefigge di sensibilizzare gli allievi alla valutazione delle scelte ottimali
nel campo del dimensionamento delle apparecchiature, della scelta del processo
ritenuto più conveniente (anche in relazione alla disponibilità di materie
prime), degli aspetti ecologici, del risparmio energetico e dell'eventuale
utilizzo di sottoprodotti.
L'indicazione degli argomenti previsti dal programma deve essere intesa dal
docente come una guida alla scelta dei temi di fondamentale importanza e non
deve essere considerata vincolante soprattutto per quel che concerne la
successione cronologica degli argomenti.
Al docente è data libertà di scelta tra il procedere alla descrizione di un
processo industriale e far discendere da questa la trattazione delle Operazioni
Unitarie, oppure trattare prima tali Operazioni e illustrare in seguito le
applicazioni ai più importanti processi industriali.
La prima via indicata potrebbe rivelarsi utile, nel terzo anno, per un
proficuo approccio degli allievi a concetti del tutto nuovi.
Dal punto di vista didattico è importante che il corso venga suddiviso in
sequenze e programmato assieme ai docenti delle altre discipline (in particolare
Matematica, Chimica fisica, Chimica organica, Chimica delle fermentazioni ed
Analisi chimica). Questa è la ragione per cui nel programma non appaiono
argomenti i cui principi fondamentali ricadono nelle competenze specifiche delle
discipline summenzionate.
Ciò al fine anche di evitare inutili sovrapposizioni e "doppioni".
I medesimi argomenti trattati in tempi diversi e da docenti diversi spesso
confondono gli allievi più che portare loro dei vantaggi.
E' ad esempio il caso dei concetti inerenti la termodinamica, la cinetica
delle reazioni e l'equilibrio chimico. Essi dovrebbero essere applicati e
discussi nella trattazione dei processi chimici solo dopo che i contenuti di
base fossero stati trattati in Chimica fisica.
Il docente dovrebbe tenere presente che l'attività di laboratorio, che si
avvale sia del metodo deduttivo che induttivo, ha lo scopo di realizzare
esperienze pratiche su impianti pilota computerizzati e la simulazione su
apparecchiature programmabili, quali computer o PLC (Programmable Logic
Controller), delle operazioni unitarie fondamentali e delle automazioni.
In laboratorio il docente dovrebbe portare gli allievi a riflettere sui
risultati ottenuti, verificarne la coerenza con le teorie proposte nello studio
delle operazioni unitarie e delle automazioni.
In particolare la fase di interpretazione dati è importante quando essi si
discostano dalle aspettative fondate sulle teorie: ciò allo scopo di acuire lo
spirito critico degli allievi ed incoraggiare il loro interesse per la ricerca.
E' consigliabile che il docente proponga lo studio di un linguaggio di
programmazione evoluto (Basic, Pascal, ecc...), così da promuovere
l'acquisizione di una metodologia di rigorosa strutturazione logica nella
impostazione e nella soluzione di ogni tipo di problema in qualsiasi campo di
applicazione. Le esercitazioni pratiche di programmazione dovrebbero essere
improntate alla enucleazione degli aspetti logico-formali piuttosto che ambire
alla realizzazione di programmi dotati di caratteristiche professionali.
VERIFICA E VALUTAZIONE
Premessa
Il processo di apprendimento/insegnamento muove da certe condizioni iniziali
per giungere a condizioni finali diverse, rispondenti agli obiettivi prefissati.
Il giudizio finale (valutazione) richiesto all'insegnante sarà motivato e
fondato se si riuscirà a definire chiaramente ed esplicitamente le condizioni
di partenza, le condizioni finali e si riuscirà a controllare razionalmente
(verifica), con continuità, il processo di avanzamento degli allievi verso gli
obiettivi terminali.
I problemi della verifica e della valutazione si presentano con alcune
caratteristiche generali valide per tutti i curricoli e con caratteristiche
specifiche per ciascuno di essi. Per quanto riguarda gli aspetti generali i
sistemi di verifica dovranno:
· fondarsi su prove razionalmente impostate, opportunamente analizzate e
rivolte sia all'acquisizione di elementi informativi sull'andamento dello
sviluppo del curricolo (prove formative), sia alla formulazione di giudizi o
voti relativi al livello di apprendimento degli allievi (prove sommative);
· permettere di sgombrare il terreno dei rapporti docente/allievo da
elementi di soggettività e quindi di potenziale conflittualità che incidano
sulla qualità stessa del lavoro scolastico;
· rendere possibile la destinazione alle verifiche di un tempo-scuola
indicativamente non superiore al 30%.
1. Prove di verifica: tipi, quantità e scansione
Poiché le prove di verifica hanno per oggetto il livello di conseguimento
degli obiettivi specifici disciplinari, la loro tipologia è funzione del tipo
di obiettivi suddetti. Gli obiettivi specifici del curricolo chimico si
rivolgono essenzialmente ad attività logico-formali connesse all'espressione
verbale o scritta, ad attività connesse alla risoluzione di problemi ed alle
attività pratiche di laboratorio.
Le prove necessarie a verificare i suddetti obiettivi saranno perciò di tre
tipi: orali, scritte e pratiche.
Il colloquio è insostituibile poiché è necessario che l'allievo impari ad
esprimersi sinteticamente impiegando un corretto linguaggio chimico in
situazioni diverse. Il docente deve essere però consapevole che tale tipo di
verifica implica un giudizio molto complesso e di carattere fondamentalmente
soggettivo per cui essa non può rappresentare l'unico elemento su cui poggiare
la verifica.
Le prove scritte possono avere tutti i requisiti necessari (validità,
attendibilità, confrontabilità) per una verifica razionale e rappresentano,
perciò, le prove più adatte su cui fondare la verifica. Sarà opportuno che
l'insegnante ricorra a test oggettivi solo per verifiche di ingresso o per
verifiche in itinere di tipo formativo; per le verifiche di tipo sommativo non
appare opportuno privilegiare l'impiego di test, ma sarà necessario ricorrere
ad impostazioni particolari e a metodi di analisi razionali ampiamente
sperimentati.
La verifica dell'attività di laboratorio è importante per tutte le
discipline chimiche.
La verifica riguarda sia l'apprendimento sia i comportamenti in laboratorio
(dominio delle tecniche di lavoro, dominio delle problematiche sui rischi,
disponibilità e partecipazione ai lavori di gruppo).
Attraverso le attività di laboratorio gli studenti imparano ad esercitare
quelle "abilità procedurali" attraverso cui si forma la
"mentalità operativa" propria del settore. Questa, anche se limitata
ad un grado intermedio di professionalità, deve permettere allo studente di
affrontare problemi, opportunamente graduati, in modo completo.
Ne consegue che la valutazione della professionalità di base in ambito
chimico si atterrà, oltre che ai criteri generali espressi in premessa, alle
risultanze delle verifiche circa le attività di laboratorio, tenendo conto dei
livelli raggiunti nelle varie fasi procedurali che costituiscono tali attività:
impostazione, esecuzione, interpretazione dei risultati.
La verifica dell'apprendimento sarà quindi finalizzata alla
"misurazione" delle abilità procedurali conseguite.
Il criterio generale di valutazione privilegerà l'acquisizione di tale
abilità ed il controllo del processo da parte dello studente, piuttosto che il
risultato finale.
Per quanto riguarda la fase di impostazione, la verifica potrà riguardare ad
esempio:
- la validità e la pertinenza degli obiettivi individuati;
- l'impostazione dello schema di processo e la congruenza delle varie fasi
tra loro;
- l'adeguata previsione dei tempi di lavoro e la predisposizione dei
materiali e della strumentazione idonea.
Nella fase di esecuzione potranno essere oggetto di verifica ad esempio:
- la capacità di effettuare nella corretta sequenza le operazioni manuali
e/o strumentali previste dallo schema di lavoro;
- la capacità di effettuare scelte adeguate alle procedure utilizzate;
- la capacità di collocare gli imprevisti di lavoro nella problematica
connessa allo schema di processo.
Nella fase di interpretazione la verifica potrà infine riguardare:
- la capacità di elaborare i dati ottenuti;
- la capacità di utilizzare adeguati modelli interpretativi relativi alla
tecnica prescelta o al valore del risultato ottenuto;
- la capacità di analisi critica delle singole fasi del processo rispetto a
quanto previsto dallo schema operativo di impostazione.
Per effettuare queste verifiche il docente potrà avvalersi di griglie di
osservazione che gli consentano di rilevare i comportamenti degli studenti nelle
varie fasi di lavoro e le loro reazioni di fronte ad eventuali imprevisti.
Possono anche essere utili relazioni prestrutturate in rapporto alle quali il
docente può facilmente cogliere la capacità dell'allievo di fare osservazioni
sul lavoro effettuato e le procedure seguite.
La necessità di pervenire a modalità di verifica unitarie e l'esigenza di
conferire maggior rigore alla verifica dell'apprendimento, suggeriscono di
ricorrere a tutti e tre i tipi di prove, sia pure attribuendo a ciascuno di essi
un "peso" relativo e differenziato, in ragione delle diverse finalità
di ciascun insegnamento.
2. Modalità della valutazione complessiva periodica e finale
La valutazione che si esprime al termine di segmenti significativi di
curricolo non è un processo discontinuo, né emerge automaticamente dai
risultati delle verifiche, ma viene costruendosi in modo processuale e trae
origine dall'interazione tra i suddetti risultati e altre variabili
significative relative agli allievi e altre ancora riconducibili all'ambiente
scolastico ed extrascolastico.
Accanto alla qualità e al livello dell'apprendimento, si possono considerare
l'atteggiamento dell'allievo nei confronti del lavoro didattico (attenzione alle
lezioni, impegno e puntualità nel lavoro, contributo personale alle attività
di classe), la frequenza alle attività scolastiche, i progressi registrati
rispetto a condizioni precedenti, ecc.
La valutazione si traduce in un giudizio motivato e razionalmente fondato che
si basa sulla raccolta del maggior numero di elementi effettuata all'inizio,
durante e al termine del processo di apprendimento e si basa sui risultati
ottenuti dalla somministrazione di prove razionali opportunamente elaborate.
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