Vertenza per l'infanzia: garantire diritti, definire regole, rivendicare risorse
Data: Giovedì, 19 maggio 2005 ore 22:45:12 CEST
Argomento: Opinioni


La scuola dell'infanzia e i servizi educativi, hanno subito in questi anni governati dal centrodestra più danni di quanto si potesse prevedere:

  • la generalizzazione della scuola dell'infanzia, che la Repubblica ha il dovere – per legge – di assicurare, è un obiettivo assolutamente non raggiunto: permangono, infatti, ovunque sacche di domande inevase e di lista d’attesa;
  • l'anticipo nella scuola dell'infanzia, pur previsto nella L. 53/2003, a carattere sperimentale e attuabile solo in presenza di Intese regionali che definiscano regole, si sta attuando, invece, in forma strisciante, senza nessun riguardo per i diritti dei bambini. Neppure la trattativa contrattuale Aran/sindacati necessaria per definire quali professionalità occorrono per prendersi cura dei bambini più piccoli, e quali modelli organizzativi attuare,vede luce. Infatti è stata ibernata dopo che il ministero aveva cercato di imporre un accordo per ´nuove' figure di pura custodia (bidelli) e senza neanche un euro di finanziamento;
  • gli enti locali, colpiti da pesanti tagli ai trasferimenti di risorse, sono in difficoltà a garantire e ad ampliare i servizi educativi per l’infanzia; l’iniziativa del governo per la diffusione dei nidi aziendali si sta rivelando non rispondente sia a criteri di qualità educativa che di fattibilità: si sono trovate soluzioni positive solo dove sono stati inseriti nella rete dei servizi pubblici.

A fronte di queste situazioni – dove lo Stato si ritira mentre aumenta la domanda di scolarizzazione e di servizi socio-educativi – gli Amministratori locali, sui quali immediatamente si riversa la richiesta e che a loro volta devono far fronte ai pesanti tagli previsti dalle Finanziarie, si trovano nella seria condizione di trovare risposte ai bisogni dei genitori senza tradire i diritti dell'infanzia e quindi la qualità dei servizi che finora hanno cercato di sviluppare e garantire.

In questo quadro, la CGIL attraverso i Dipartimenti Confederali Welfare-Nuovi Diritti e Formazione-Ricerca, la FLC e la FP hanno lavorato per implementare la Vertenza per l’Infanzia ed ha proposto una serie di azioni, tra loro concatenate, da sviluppare sul piano nazionale e locale.
Sul livello nazionale si è realizzato:

  • una ricerca per conoscere, avendo a riferimento dati certi, il rapporto che intercorre tra “domanda e offerta” rispetto alla scolarizzazione dai tre ai sei anni e ai servizi socio educativi 0-3 anni;
  • una ricerca mirata a conoscere cosa ne pensano i genitori della possibilità data loro dalla L.53/03 di decidere se far anticipare i loro figli a scuola;
  • Un documento congiunto tra Anci e Coordinamento Nazionale per le Politiche dell’Infanzia e della sua scuola di cui fanno parte FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS, Aimc, Andis, Cidi, Fnism, Mce, che richiama tutti i soggetti interessati (Anci, Direzione regionale Scolastica, CSA, Organizzazioni Sindacali della scuola) alla realizzazione di Intese per regolare la frequenza dei bambini di due anni e mezzo nella scuola dell’infanzia.
  • predisposizione di materiali e strumenti per sostenere, promuovere e facilitare Vertenze per l’ Infanzia a livello locale.

La Vertenza per l’Infanzia, infatti, può trovare realizzazione piena solo sul livello locale, per questo il lavoro sul livello nazionale è stato molto intrecciato con il livello territoriale anche attraverso giornate di scambio informazioni appositamente organizzate.
Sul livello locale si è proposto:

  • definizione di piattaforme unitarie, sostenute dal più ampio schieramento di soggetti della società civile, per l’avvio di vertenze e mobilitazioni territoriali sui diritti educativi e sociali dell’infanzia a partire dal superamento delle liste d’attesa;
  • la rivendicazione di Intese per definire il quadro di regole senza le quali è impossibile attuare gli anticipi;
  • attivazione di interventi immediati finalizzati per incidere sulla predisposizione dei bilanci comunali affinché non venga disperso il patrimonio dei servizi socio-educativi e scolastici esistenti;
  • costituzione di osservatori istituzionali per la raccolta di dati e il monitoraggio sulla quantità e le caratteristiche della domanda e dell’offerta di servizi educativi per l’infanzia, l’attivazione di nidi aziendali, l’andamento dell’anticipo nella scuola dell’infanzia.

Dopo un anno e mezzo di lavoro, a fronte di alcuni importanti risultati raggiunti e del lavoro che ancora ci attende, soprattutto se si ricorda qual è il contesto all’interno del quale ci si muove, CGIL - Dipartimenti Confederali Welfare-Nuovi Diritti e Formazione-Ricerca, la FLC e la FP propongono una iniziativa nazionale di ampia rilevanza politica per presentare alle forze politiche, alle altre Organizzazioni Confederali a tutti gli operatori dello zero/tre-tre/sei, agli Amministratori pubblici la proposta di welfare e formazione che rivendica per tutti i bambini da zero a sei anni ad avere scuola dell’infanzia e servizi educativi garanti della qualità della loro formazione.







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2583.html