STORIA DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO A PAGAMENTO
Data: Lunedì, 16 maggio 2005 ore 06:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Ho 43 anni e solo dall’anno in corso sono assunta a tempo indeterminato. Sono stata precaria della scuola per lunghissimo tempo. La storia dei corsi di perfezionamento post lauream a pagamento l’ho vissuta insieme ai miei compagni già tanti anni fa. Il primo l’ho fatto nel 1996. Non si tratta di un fatto nuovo, bensì di qualcosa, comune a tante altre, che ha caratterizzato la storia della formazione e della s-vendita della Scuola. Noi precari abbiamo subito il fenomeno sempre più assurdo e dilagante, ma lo abbiamo anche denunciato. Purtroppo nessuna delle “autorità” ha ritenuto opportuno entrare nel merito incisivamente, e ancora purtroppo, chi si occupa di scuola e formazione ha ritenuto più importante “far girare il denaro” dalle tasche dei precari e dei disoccupati alle casse delle Università cui l’autonomia gestionale ha dato il potere di farlo poiché lo Stato doveva tagliare i viveri. Il meccanismo è sempre lo stesso. E’ stato così anche per l’istituzione delle SISS (scuole di specializzazione universitaria), non a caso appoggiate dal governo, e oggi lo è per le scuole di formazione all’insegnamento e per l’incombente decreto applicativo dell’articolo 5 della riforma: soldi (e servilismo) in cambio del posto di lavoro. Ciò che nessuno s’impegna a far comprendere (quantomeno a parlarne) è che il precariato scolastico è stato obbligato a diventare, paradossalmente, il miglior punto d’appoggio del taglio della spesa pubblica…..in mille modi! La precarizzazione serve anche a questo, cari sindacati! Non è una novità. E voi l’avete sempre saputo. Per quanto mi riguarda l’espediente dell’università di Bari pur suscitando scalpore per le forme in cui si è realizzato, non è molto più deplorevole di quello di altre università o dei consorzi interuniversitari che da anni praticano l’insana vendita dei titoli in cambio del denaro che contribuisce a consentire loro di tirare avanti. Sia chiaro!: nessuno indagherà mai sulla effettiva funzionalità di ciò che è stato “venduto”, altrimenti il prodotto non si vende più…..è una stupida regola del mercato, anch’essa ben nota a chi, anche per la Scuola, ha fatto scelte “di mercato” e adesso “rompe” con l’importanza delle valutazioni nazionali e internazionali….riduce la spesa per l’istruzione e taglia quello stesso personale che ha fin ora sfruttato in termini di denaro, fatica e scelte di vita. Mi spiace dirlo ma i colleghi di ruolo, anche di sinistra, anche i più all’avanguardia, sono stati sempre sordi rispetto a quanto stava succedendo al precariato nonostante i precari fossero il miglior laboratorio d’indagine per capire dove si stava andando……e adesso non c’è governo di destra o di sinistra che tenga! La strada del mercato è stata intrapresa già tanto tempo fa e pensare che la Scuola ne sarebbe stata lasciata fuori, se non è stato miope è stato quantomeno ingenuo. Concetta





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2568.html