A SCUOLA NEL 2000? CHISSA’ COME SI DIVERTIVANO! O NO?!
Data: Sabato, 14 maggio 2005 ore 06:20:00 CEST
Argomento: Opinioni


A SCUOLA NEL 2000? CHISSA’ COME SI DIVERTIVANO! O NO?! Tra gli educatori un pensiero è molto diffuso e fa quasi terrore: che ci sia qualcosa di disumano nell'istruzione a opera della macchina. Perchè? Perchè, rispondiamo tutti in coro, la macchina è fredda e rigida e non può in alcun modo capire le necessità del bambino e degli adolescenti. Eppure c'è incontestabilmente attorno a noi un gran movimento: il rincorrersi frenetico di novità nel mercato tecnologico, il boom di internet, le battaglie strategiche per il controllo della telefonia mobile sono alcuni indici significativi, ma ve ne sono mille altri meno eclatanti. Stanno vertiginosamente cambiando i contesti, le forme, i contenuti, le regole, gli stili, gli scopi della comunicazione. E la scuola? Su questa movimentata scena non può permettersi il lusso di fare da semplice comparsa. Ma come sarà dunque quella del domani? Si adeguerà o scomparirà, lasciando il posto a un’istruzione del tutto automatizzata, a misura di allievo? Nel 1951 Isaac Asimov scrisse un significativo racconto intitolato “Chissà come si divertivano”. Era lungo solo un migliaio di parole e aveva una trama semplice. Due bambini del ventiduesimo secolo trovano un vecchio libro che, tra le altre cose, descrive le caratteristiche del sistema scolastico del ventesimo secolo. Con enorme sorpresa scoprono che una volta i bambini si recavano in gruppo in speciali edifici per venire sottoposti a un'istruzione comunitaria impartita da insegnanti umani. Poi la bambina più piccola, Margie, ritorna alla propria casa, dove l'insegnante computerizzato è in attesa di continuare il suo lavoro con lei sulle frazioni proprie, e la storia si conclude con un nostalgico pensiero per la “vecchia” scuola del 2000: che bello, chissà come si divertivano! Eppure ne sono certa: con tutto il rispetto per la fertile fantasia di Asimov, nessuna rivoluzione nella scuola potrà realizzarsi, se non passando attraverso la mediazione degli insegnanti (in carne ed ossa!). Certo, poverini, mica si divertono tanto però… Silvana La Porta





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