RIMBORSI CENERE, L'INPDAP CHIEDE RISPOSTE AL GOVERNO
Data: Mercoledì, 04 maggio 2005 ore 06:10:00 CEST
Argomento: Comunicati


Cenere, l'Inpdap chiede risposte al governo Giuseppe Bonaccorsi Vertenza cenere. Ormai in città, dopo mesi di attesa, è sceso il silenzio più totale. L'unica notizia che è trapelata proviene dalla sede dell'Inpdap, a Roma. Il direttore generale dell'Ente, Luigi Marchionne, che lo scorso 15 febbraio bloccò di fatto la restituzione dei contributi per i dipendenti statali etnei, una ventina di giorni fa, prima quindi delle dimissioni del primo governo Berlusconi, ha inviato due note urgenti di sollecito ai ministeri del Lavoro e dell'Economia e Finanze. Nella missiva il direttore avrebbe invitato i responsabili dei due dicasteri a “chiudere” il famoso tavolo tecnico, aperto mesi fa per individuare i confini della provincia etnea colpiti dalla cenere e dal sisma, e a tracciare un bilancio che permetta una volta per tutte di fare chiarezza sulla vicenda, spiegando quali sono i cittadini aventi diritto allo sgravio. Secondo indiscrezioni, però, ancora sul tavolo del direttore Inpdap non è giunta alcuna comunicazione. Segno evidente delle difficoltà incontrate dal governo per venire a capo d'una vicenda che di fatto ha spaccato il mondo del lavoro catanese in due fronti contrapposti: coloro che hanno ottenuto il beneficio della restituzione dei contributi per la cenere, e dall'altro lato un enorme esercito di lavoratori e aziende che ancora attende di sapere se potrà entrarne in possesso. Ma c'è un altro punto della vicenda che rischia di tramutarsi nella beffa delle beffe. Nel decreto iniziale, la Protezione civile aveva individuato 13 Comuni danneggiati. Ma l'evolversi della situazione e l'allargamento dei centri beneficiari ha di fatto bloccato anche i rimborsi dei cittadini che risiedono nei 13 Comuni individuati, che oggi rischiano di non vedere il becco d'un quattrino. In città è ormai corsa ai ricorsi. E cresce l'esercito dei lavoratori che ha già presentato istanza in Tribunale. Proprio il prossimo 11 maggio il giudice si pronuncerà su un ricorso collettivo di cento lavoratori pubblici presentato dalla Cgil. «Ormai è inutile attendere una risposta - spiega Gaetano Agliozzo, segretario Cgil Funzione Pubblica -. Sono mesi che la Cgil chiede invano un intervento del presidente Berlusconi per chiarire una vicenda così grave. Oggi l'unica via per ristabilire i diritti è quella giudiziale».





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-2519.html