RISPOSTA AL BULLISMO
Data: Giovedì, 06 luglio 2023 ore 00:00:00 CEST Argomento: Redazione
Le indicazioni proposte dal
Ministro Valditara per restituire alla scuola la dimensione
educativa e
formativa sono state lette con diversi tipi di occhiali.
Intese
come norme restrittive, sono
apparse autoritarie, invece appare ben evidente il richiamo
all’autonomia della
singola istituzione scolastica e le indicazioni nazionali vanno lette
come
suggerimenti e guida di possibili scelte da fare in relazione ai
diversi
contesti e alle particolari situazioni e circostanze che caratterizzano
l’evento da esaminare.
Gli
obiettivi guida dei provvedimenti da adottare: Ripristino
della cultura del rispetto;
Affermazione dell’autorevolezza dei docenti e Riporto della
serenità nelle
scuole, sono condivisi e non solo dagli operatori scolastici; anche le
famiglie
si sentono coinvolte in questi eventi che creano disagio e scompensi
alla
regolarità e all’armonia della vita scolastica.
Gli
studenti, per la maggior parte, sono il riflesso
dell’educazione e dello stile di vita che si respira in famiglia, ma
spesso
vengono condizionati dal gruppo che si frequenta e da una spiccata
voglia di opposizione
a tutto e a tutti. I ragazzi di oggi hanno tutto e non sono
contenti”.
La scuola è una comunità, non può essere equiparata ad una
caserma, ma i principi e i valori della buona educazione non dovrebbero
essere
messi in discussione.
I
regolamenti d’Istituto dettano precise norme di comportamento
che necessitano la conoscenza e la condivisione da parte di tutti i
componenti
della Comunità scolastica. In molti Istituti vengono presentati e
discussi in
assemblea con gli studenti che diventano in tal modo protagonisti nelle
decisioni da assumere e nelle proposte attuative da concordare per un
efficace
e sereno svolgimento della vita scolastica, nel rispetto dei diritti di
tutti e
di ciascuno e ancor meglio nel rispetto dei ruoli specifici che
caratterizzano gli
studenti, i docenti e i genitori.
Come
ha scritto Paulo Freire: “Il voto in condotta non dovrebbe
essere un fine, ma un mezzo per educare alla responsabilità e alla
consapevolezza” e quindi come “mezzo” va usato in maniera opportuna
e
adeguata alle circostanze.
La
proposta dell’esame di riparazione di Educazione Civica
a settembre per coloro ai quali viene
assegnato il 6 in condotta, secondo alcuni viene considerato un
richiamo
all’importanza non tanto di una materia
di studio, trasversale a tutte le discipline, bensì un richiamo a quel
corretto
comportamento che dovrebbe scaturire dall’efficacia dell’apprendimento
che
modifica “il modo di pensare, di sentire e di agire” dello studente e
diventa
ancor più efficace se supportato da esempi e testimonianze da parte
degli
adulti.
Certe
azioni di bullismo o comportamenti non consoni al corretto
vivere civile sono, infatti, espressione di un ribaltamento del progetto dell’uomo in piedi,
secondo l’ordine: pensiero, sentimento, azione (testa, cuore, membra) e
mettendo al primo posto l’azione si agisce senza pensare , quasi si
cammina a
testa giù e piedi in aria e si provocano
gravi danni agli altri e a se stessi.
Prove
tecniche di Educazione Civica
Quale
aspetto dell’Educazione Civica va riparato a settembre? Con
quale criterio e sistema?
Non
credo sarà sufficiente studiare gli articoli della
Costituzione, e tutti gli altri settori educativi: salute, benessere,
legalità,
galateo, rispetto delle regole educazione stradale, ambientale come
potranno
essere recuperate?
Applicando
il principio pedagogico del “learning by doing”
proposto da John Dewey, potrebbe essere efficace la descrizione
illustrativa di
un racconto-evento-rappresentazione in cui i personaggi mettono in
azione
comportamenti corretti all’insegna del rispetto, della legalità e
dell’armonia
sociale.
Nell’esperienza
di attività didattica sul bullismo è risultato di
gran lunga più efficace di tante lezioni teoriche la messa in scena
della
simulazione di un processo in cui i ragazzi stessi hanno svolto il
compito di
giudice, pubblico ministero, avvocato difensore, giuria, colpevole e
vittima.
L’atto
di bullismo è stato stigmatizzato e l’apprendimento è stato
efficace nella modifica degli stili di comportamento. Anzi, ancora di
più, il
ragazzo che allora svolgeva il ruolo di giudice, è oggi avvocato e
ammesso al
concorso di magistratura.
Il
fare diventa espressione del pensare e nella scuola è bene che
i ragazzi imparino ad “agire senza mai smettere di pensare”.
Giuseppe
Adernò
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