60 anni dell’Ordine dei Giornalisti. Mattarella, la stampa non può essere soggetta a censure
Data: Lunedì, 06 febbraio 2023 ore 11:00:00 CET Argomento: Redazione
“Il bene dell’informazione gode di esplicita tutela
costituzionale. L’art. 21 della Carta, nell’affermare che “Tutti hanno
diritto
di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni
altro mezzo di diffusione – questo riguarda ogni cittadino – sottolinea
il
valore della stampa come mezzo, indicando che “non può essere soggetta
ad
autorizzazioni o censure”. Con queste parole il
Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella apre il messaggio
in occasione dei 60 anni dell’Ordine
dei Giornalisti, istituito
con la legge n.
69 del 3 febbraio 1963, detta «legge Gonella», che disciplina la
professione giornalistica.
L'articolo
2 della legge precisa che "è diritto insopprimibile dei giornalisti
la
libertà d'informazione e di critica", mentre "è loro obbligo
inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati
sempre i
doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede". La legge
reintroduce
l'Albo professionale articolato in tre elenchi: professionisti,
pubblicisti ed
elenco speciale per i non giornalisti, direttori responsabili di
periodici.
L’informazione,
veicolo di libertà, oggi viene esercitata con i nuovi media di
comunicazione via
web e i nuovi social tecnologici, che rendono immediate le notizie e
spesso di
diffondono fake news e dati sensibili.
Il
lavoro del giornalista, che esercita una “professione intellettuale”
merita
maggiore riconoscimento e ancor sempre maggiore responsabilità,
nell’esercizio
della “libera critica, secondo i doveri di lealtà e di buona
volontà” nel
rispetto della deontologia professionale.
Ai
fini della libera formazione delle opinioni dei cittadini e del
rispetto della
verità sostanziale dei fatti, con l’impegno di “dare acqua pulita
alla gente
che desidera costruire un mondo migliore” ai giornalisti è affidato
un
compito rilevante e le aggressioni e le intimidazioni che a volte
gravano sul loro
lavoro, scrive Mattarella, “sono intollerabili per la Repubblica”.
Il
mondo dell’informazione è oggi chiamato a raccogliere nuove sfide sia
per la
diffusione dei canali social sia per le applicazioni dell’intelligenza
artificiale, ma è necessario rispettare i canoni fondamentali tracciati
dalla
legge istitutiva dell’Ordine.
Leggendo
l’attualità dell’oggi alla luce del passato dei 60 anni di storia
dell’Ordine,
si preannuncia una nuova stagione di ripresa e di riscrittura dei
comunicatori
sociali utilizzando i nuovo codici comunicativi e i nuovi strumenti
social.
Giuseppe Adernò
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