
Appello dei vescovi italiani per le elezioni: “Responsabilità e Partecipazione”
Data: Sabato, 24 settembre 2022 ore 08:00:00 CEST Argomento: Redazione
Il Consiglio permanente della Cei, riunito a Matera
dal 20 al 22 settembre, in occasione del XXVII Congresso Eucaristico
nazionale,
lancia un messaggio forte e deciso in vista delle prossime elezioni
nazionali e
per la Sicilia anche regionali.
“L’Italia
ha bisogno dell’impegno di ciascuno, di
responsabilità e di partecipazione. Vicini e solidali con chi soffre ed
è in
cerca di risposte ai tanti problemi quotidiani, rivolgiamo un appello
agli
elettori, ai giovani, a chi ha perso fiducia nelle Istituzioni e agli
stessi
rappresentanti che saranno eletti al Parlamento”.
La
parola dei Vescovi italiani è chiara e rinforza il
messaggio inviato dai Vescovi siciliani e di tanti Pastori, che hanno
scritto ai
fedeli della propria diocesi, sollecitando l’impegno all’esercizio
democratico
del voto, segno di partecipazione alla vita politica e di condivisione
nella
ricerca del bene comune.
Il
rinnovato invito a partecipare da
cittadini attivi all’esercizio del voto ha trovato riscontro anche
nella scelta
di Papa Francesco, che ha ridotto i tempi di permanenza a Matera, in
occasione
del Congresso Eucaristico nazionale, così da poter meglio consentire ai
fedeli
di andare a votare. L’impegno
civico è parte integrante del
vissuto cristiano, e come scrive il Card.
Zuppi, Presidente della CEI, “il voto
è un diritto e un dovere di tutti i cittadini. La Chiesa è per la
libertà di
coscienza, non certo per la libertà dell’indifferenza”.
In risposta alle molteplici emergenze di oggi, guerra,
bollette, pandemia, danni climatici, occorre “osare con speranza”,
che “non
è semplice ottimismo” ma “realismo cristiano”, orientando la
scelta sui programmi
credibili che le coalizioni dei partiti portano avanti.
La
scelta dei poveri, la ricerca del lavoro in
risposta alla disoccupazione, la custodia del valore della famiglia e
della
vita dalla nascita alla morte, la custodia del creato e la salvaguardia
dell’ambiente, la fratellanza universale, la fedeltà alla tradizione
cristiana
dovrebbero essere i valori che indirizzano verso la scelta giusta da
compiere.
Non
si possono condividere scelte tornacontiste o
ideologiche dei sostenitori delle coppie gay, di chi vuole abolire i
crocifissi
e alla luce della “laicità”, intende distruggere il valore identitario
della
Nazione.
Nel
dibattito politico di questi giorni durante la
campagna elettorali caratterizzata da reciproche accuse e giudizi
irrispettosi,
veniva spesso da chiedere a chi esce dal Governo e si ricandida per il
nuovo. “Se
tutte queste cose (le belle parole delle promesse elettorali) sono
buone e
giuste, perché finora non sono state fatte ?”.
Potrà
essere credibile un partito che ha governato per
diversi anni e non ha sviluppato progresso e benessere?
Ai giovani diciottenni
che per la prima voteranno per il
Senato il Vescovi ricordano che “con il vostro voto lanciate a tutta
l’Italia un forte messaggio di partecipazione alla costruzione del bene
comune,
nel rispetto della persona, di tutte le persone in ogni fase della
vita. Questo
è il vero criterio per orientarsi nelle scelte”.
“È
il tempo di scelte coraggiose e organiche”, concludono
i Vescovi: “Non
opportunismi, ma visioni. Vi invitiamo a vivere la responsabilità
politica come
‘la forma più alta di carità’”.
La dottrina
sociale della Chiesa da sempre ha
tracciato le linee del percorso da seguire nel segno dei
principi e dei
valori che sono sanciti anche dalla Costituzione Italiana: dignità
delle
persone, bene comune, solidarietà e sussidiarietà, liberta di
scelte
educative, centralità della famiglia, garanzia di crescita democratica
del
Paese.
Ai
futuri eletti i
Vescovi italiani chiedono di “non
dimenticare mai l’alta responsabilità di cui sono investiti. Il loro
servizio è
per tutti, in particolare per chi è più fragile e per chi non ha modo
di far
sentire la sua voce”.
L’agenda
dei problemi del Paese è fitta di tante
priorità che attendo sollecita risposta: le povertà in aumento costante
e
preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i
divari tra
i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa
dei
posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela,
la
promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle
lungaggini
burocratiche.
Tra le
priorità sono state segnalate anche “le riforme
dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale”,
perché
l’attuale sistema di voto con i candidati catapultati dall’alto non è
un segno
di vera democrazia e di risposta ai bisogni della comunità.
Giuseppe Adernò
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