ELENA, LA BAMBINA DI MASCALUCIA
Data: Giovedì, 23 giugno 2022 ore 05:00:00 CEST Argomento: Redazione
23_06_10
Un piccolo fotogramma delle telecamere della scuola
ripropone l’immagine fugace di una bimba che abbraccia la mamma e con
la manina
alzata saluta la Maestra.
E’
questo l’ultimo gesto spontaneo della piccola Elena
Del Pozzo, la bimba di Mascalucia, uccisa dalla madre.
Ancora
una volta Catania ribalta all’attenzione
nazionale per dei fatti di cronaca che hanno come protagonisti i
bambini.
Pochi giorni fa il piccolo Germano,
trovato neonato in una cesta dietro un muretto in un quartiere
periferico della
città, oggi l’orribile e inspiegabile morte di
Elena, una bambina di Mascalucia per mano della madre, che
secondo le
supposte indagini ha agito per odio nei
confronti del compagno e per gelosia nei
confronti della nuova compagna dell’ex marito, alla quale la piccola si
stava
affezionando
Sono
queste notizie sconvolgenti che turbano e
lasciano perplessi e turbati.
Mentre la prima ha avuto il positivo esito del bambino
salvato, curato, accudito e che presto troverà una famiglia, alla quale
sarà
affidato in vista dell’adozione; dalla cronaca della bimba di
Mascalucia resta
un forte senso di stupore, meraviglia, rabbia per il gesto crudele di
una madre
che uccide la figlia e inscena un finto rapimento della piccola, da lei
stessa
uccisa e seppellita in una campagna non lontano da casa.
La
presenza paterna e vigile dell’Arcivescovo Mons.
Luigi Renna, che ha partecipato
alla manifestazione di solidarietà a Mascalucia per la festa di San
Vito,
soppressa per lutto cittadino e poi il solenne funerale nel Duomo di
Catania,
sono segni di solidarietà, di condivisione del turbamento collettivo
per
l’efferato gesto e desiderio di ritrovare la retta via dei valori,
purtroppo
smarrita e sommersa dalla pesante coltre dell’emergenza educativa.
“Non ho più
parole, – dichiara don Fortunato Di Noto, fondatore di
Meter,
associazione a tutela dei minori -; sono particolarmente
paralizzato
emotivamente e fatico a elaborare pensieri e ragionamenti. I bambini
soppressi
e eliminati e aggiungo abusati, sono la piena e manifesta situazione
non solo
delle fragilità umane, ma della disumana follia di un potere oppressivo
e
soppressivo del mondo degli adulti che non sanno gestire la rabbia o il
loro
fallimento e che cancellano come un file la vita dei bambini. Un
fallimento che
ci interpella per offrire punti certi di riferimento di aiuto nelle
conflittualità genitoriali e nelle tragedie che si consumano dentro le
mura
domestiche”.
Il
fenomeno del “bambinicidio” e del
“figlicidio “ è ribaltato alla cronaca con
il fatto di Cogne,
del piccolo Loris di Santa Croce Camerina, del bimbo
trovato morto nelle campagne del territorio messinese,
con il corpicino dilaniato da animali randagi.
Sono
circa 40 i casi registrati in questi ultimi anni
ed è un vero dramma che mette in luce la fragilità umana, il vuoto
educativo e
di valori, lo sfaldamento dei principi morali, etici e sociali che
connotano la
famiglia di oggi, divisa, scomposta, allargata e per nulla “spazio di
educazione e di formazione” così come recita la Costituzione agli art.
29 e 30.
Ragazzine
che diventano presto mamme, senza
preparazione alcuna al ruolo, al compito, alla funzione specifica della
maternità, costituiscono delle pressanti emergenze che impegnano la
società
tutta a prendere consapevolezza della necessità di una forte ripresa
dei valori
guida per la costruzione di una società nuova all’insegna di un vero
umanesimo.
Giuseppe Adernò
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