“DIO NON SI È ANCORA STANCATO DEGLI UOMINI”. Lettera aperta dell’Arcivescovo di Catania alla madre del piccolo Germano
Data: Domenica, 05 giugno 2022 ore 08:00:00 CEST Argomento: Redazione
La
notizia del ritrovamento dietro un muretto di una cesta
con il corpo di un bambino appena nato ha commosso l’opinione pubblica
ed è scattata
una gara di solidarietà e di attenzione verso il piccolo che è stato
salvato,
curato, protetto e gli è stato messo il nome del Santo del giorno
“Germano”.
Non
è bastato un muro a coprire i vagiti di bimbo
appena nato e con tanta voglia di vivere. Un muro testimone delle
lacrime di
speranza di un neonato abbandonato e delle lacrime di una donna che per
disperazione rinuncia alla maternità.
Quel piccolo
fiore è stato raccolto in tempo prima che appassire ed ora vive, e
attende una
famiglia che lo custodisca e lo protegga.
Germano, come
Mosè è stato buttato sulle acque della storia, al quale, grazie
all’attenzione
di servitori dello Stato, Polizia, Medici e Personale sanitario sarà
data la
possibilità di cominciare a narrare nel suo diario di bordo l’inizio
della sua
avventura esistenziale.
L’Arcivescovo
di Catania, Mons. Luigi Renna, dopo aver
meditato e pregato si rivolge con una lettera aperta, scritta col
cuore, manifestando
paterna sensibilità e amorevole cura pastorale
verso la madre ignota
del piccolo Germano e parla al cuore di tutte le Mamme che vivono
questi
particolari drammi.
“Ogni
bimbo che muore è segno che l’uomo si è stancato
di Dio”.
Occorre, infatti, tanta fede e coraggio per affrontare
le molteplici difficoltà della vita, specie quando predomina la miseria
e la
deprivazione.
L’aver
dato alla luce il bimbo è già un dono che
sollecita gratitudine. “Ogni bimbo che nasce è segno che Dio non si
è ancora
stancato degli uomini”.
La
lettera dell’Arcivescovo è un vero canto alla vita
e suscita attenzione e riflessione nel saper dare una giusta gerarchia
ai
valori da scegliere e seguire.
Giuseppe
Adernò
Carissima
N.
ti
scrivo dopo alcuni giorni in cui non ho mancato di pregare per te e per
il tuo
bambino, deposto qualche giorno fa in una cesta, raccolto da mani
amorevoli e
da due servitori dello Stato (cioè di tutti noi), e che ora ha un nome.
Chissà
come avresti voluto fosse chiamato il tuo bambino! Chissà quale nome
gli hai
dato segretamente! Credo in Dio, e ritengo che il Suo Amore ha permesso
che
Germano si salvasse da una morte che sarebbe potuta sopravvenire molto
presto,
in un luogo pericoloso come la strada. Germano ora avrà chi si prenderà
cura di
lui, ne sono certo, così come è avvenuto dal primo momento: è segno che
c’è
sempre qualcuno disposto a darci una mano, e quando questo “qualcuno” è
un
membro delle Forze dell’Ordine, i medici e gli infermieri di un
ospedale, gli
assistenti sociali, vuol dire che questa nostra Repubblica ha ancora a
cuore le
persone …
Ma
chi si prenderà cura di te, e di altre mamme come te? Credo che il tuo
gesto di
lasciare Germano in una cesta, come il piccolo Mosè esposto sulle acque
del
Nilo e salvato dalla figlia del faraone, sia stato un atto estremo e
disperato,
meditato a lungo nei mesi in cui hai tenuto nascosto un segreto che ti
ha
cambiato la vita. Intanto ti ringrazio, a nome del tuo bambino e della
famiglia
che sarà sua, perché gli hai dato la vita e l’hai fatto nascere! Sei
già grande
per questo! Ti consoli questa gratitudine, mentre il tuo cuore
sanguina.
Sarebbe potuto andare tutto diversamente anche per te, come per tante
mamme che
partoriscono nella sicurezza di un ospedale e lasciano che il loro
piccolo
rimanga lì al sicuro, anche se loro non riescono a prendersene cura. Ma
pazienza!
Ora
la tua vita continua…
Vorrei
che ti riconciliassi con te stessa, che la disperazione di quel giorno
lasci
spazio ad un futuro diverso, in cui tuo essere donna e mamma, il tuo
essere
compagna di un uomo o sposa, non sia più vissuto nella solitudine. Se
sei
credente, riconciliati anche con Dio, Padre misericordioso: Egli solo è
in
grado di risanare le ferite più profonde del nostro spirito.
Catania
è una città con tanti mali, ma è anche abitata da tante persone
disposte a
prendersi cura degli altri: cerca una spalla su cui piangere, una
persona a cui
aprirti con discrezione, che sappia ascoltare la tua rabbia e quelle
speranze
di tenere Germano, che forse hai coltivato fino alla fine. Oggi tu hai
bisogno
di calore, come ne ha bisogno Germano…
Scrivo
a te, ma anche a tante giovani donne come te. Permettete che vi dica
che con
l’amore e con “la sorgente della vita”, ossia la sessualità, non si
scherza,
perché essa non dona solo il calore dell’intimità, ma procrea e apre al
meraviglioso formarsi di una vita umana. Per questo non può essere
oggetto di
un gioco, o di un flirt, ma è data per essere un atto di amore
responsabile,
che guarda al futuro… Scrivo a te, e alle tante ragazze che hanno le
cosiddette
“gravidanze indesiderate”: e vi invito a riflettere! Ad onore della
verità, la
gravidanza è l’attesa di un bambino, di un Germano, di un Alfio, di
un’Agata,
di una persona unica e irripetibile! Chiameresti un bambino, un
“indesiderato”?
Oggi ci sono tanti modi per accompagnare la vita dei bambini
“indesiderati”, e
di sostenere le loro mamme! Coraggio! Apritevi ancora al futuro di
donne e di
mamme, con amore e responsabilità.
E
tu, cara N., sii testimone discreta che la vita vale davvero e che ogni
Germano
ha diritto a vivere!
Ti
benedico,
+Luigi, Arcivescovo
di Catania
La
Lettera è stata diffusa
dal settimanale diocesano on line “Prospettive eu”
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