Ottava di Sant’Agata la voce dei devoti portatori delle candelore reportage di due anni senza processione
Data: Lunedì, 14 febbraio 2022 ore 16:00:00 CET Argomento: Redazione
“Ascoltare con l’orecchio del cuore”,
invito
di Papa Francesco in occasione della 56ª Giornata mondiale delle
comunicazioni
sociali, è stato accolto dal Comitato
dei festeggiamenti di Sant’Agata e la
presidente Mariella Gennarino ha invitato i
rappresentanti dei portatori delle candelore ad un incontro nel
quale la
loro voce e la testimonianza di fede sono state al centro, come
primaria
motivazione del servizio di devozione nel portare in processione le pesanti e artistiche candelore, ceri votivi e
luce sulla città in onore della Santa giovane Martire.
Da due anni il loro lavoro-servizio è stato
bloccato dalla pandemia e la festa di Sant’Agata è stata “senza
Sant’Agata”,
senza la processione devozionale con il contorno di folklore, fuochi
d’artificio e di immensa partecipazione di popolo.
Le
festa
mortificata, “a porte chiuse”, ha lasciato tanta amarezza nel cuore dei
devoti
e dai loro messaggi raccolti in un video intervista, curato da
Salvatore Greco,
è stata ben evidenziata la carica di fede e di devozione che impegna i
comitati
delle candelore dei macellai, dei pescivendoli, dei pizzicagnoli, dei
panettieri, dei rinoti, espressione storica delle antiche corporazioni
sociali, a frequenti riunioni nel corso
dell’anno, a “prendersi cura” delle artistiche candelore,
espressione di un “barocco in movimento”, ora
quasi tutte raccolte nella monumentale
Chiesa di San Nicola del monastero dei Benedettini, dove è avvenuta la
registrazione dell’intervista .
Nel giorno dell’ottava di Sant’Agata, il video
documentario è stata presentato nel foyer del Teatro Massimo “Bellini” con la partecipazione della dott.ssa Daniela
Lo Cascio, commissario straordinario del Teatro Bellini e
del Sovrintendente M° Giovanni Cultrera e
dei componenti del Comitato presieduto da Mariella Gennarino.
Le
espressioni
semplici dei portatori, impiegati, operai, commercianti, ma tutti
devoti sin da
bambini, custodi di un’eredità tramandata dai nonni e dai genitori,
hanno fatto
luce su uno spaccato di umanità e di catanesità che porta impresso nel
DNA il
nome di Agata e coinvolge tutta la famiglia nel sentirsi “devoti” ed
hanno
fatto parlare il cuore e la loro radicata
devozione.
La
festa del 5
febbraio segna appunto lo spartiacque cronologico dell’anno dei
catanesi,
indicando un “prima di Sant’Agata” e “dopo Sant’Agata”.
Il
“dopo”
comincia dal giorno dell’ottava e, guardando al futuro, si progetta la
festa
del prossimo anno, che si desidera solenne, ricca di iniziative
culturali e
sociali e sempre di migliore qualità, anche secondo i parametri
dell’Unesco.
Il
reportage di
due anni senza processione ha fatto luce sulla complessa organizzazione
della
festa che il nuovo Comitato, nominato nel mese di gennaio, intende
prima
“ascoltare” e poi insieme programmare per restituire alla solenne festa
dei
catanesi il meritato riconoscimento di “terza festa mondiale” per
partecipazione di fedeli, folklore e turismo.
La
cooperazione
e la collaborazione di tutti gli attori della festa, che nei giorni
3,4,5,6
febbraio coinvolge tutti i catanesi, è indispensabile per svolgere
un’azione comunitaria,
qual è appunto la festa, in armonia, ordine, disciplina e qualità dei
servizi.
Hanno
presenziato al reportage numerosi giornalisti e curatori della
comunicazione
della festa, anche al fine di “comunicare il sacro” intrecciando la
macrosfera della
comunicazione e la microsfera delle relazioni interpersonali,
dell’inedito, dei
sentimenti dei devoti, i quali hanno pregato dietro i cancelli della
Cattedrale, lasciando appesi come pegno di devozione i bianchi
fazzoletti e
tanti fiori.
Giuseppe Adernò
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