Anche la disabilità avrà un garante nazionale. Approvato dal Consiglio dei Ministri il DDL per la tutela delle persone disabili
Data: Sabato, 30 ottobre 2021 ore 08:05:00 CEST Argomento: Redazione
E’ questa
una delle sei azioni previste dal “Disegno
di legge delega per la tutela delle
persone disabili”, considerata “una tra le riforme e azioni chiave
previste dal
Pnrr” approvate dal Consiglio dei Ministri il 28 ottobre 2021.
Il
ddl, che ora dovrà essere approvato dal Parlamento, contiene i principi
e le
direttive a cui il Governo si dovrà attenere nell’emanare (entro 20
mesi) i
decreti legislativi di attuazione al fine di dare concretezza alla
riforma.
Le
precedenti proposte si sono arenate tra i grovigli della burocrazia e
gli
interessi dei partiti nella definizione delle priorità. Questa
riforma, sostenuta dal PNRR, porta con
sé tanto ottimismo, perché prevede la revisione complessiva e
aggiornata del “Nuovo
sistema di riconoscimento della disabilità, in linea con la Convenzione
Onu”.
La
nuova legge delega prevede
la revisione
complessiva delle discipline in materia,
intervenendo sui
seguenti ambiti:
1) i
criteri della condizione di disabilità, riordino
e semplificazione della normativa di settore;
2)
l’accertamento della condizione di disabilità e
revisione delle procedure di valutazione, unificando tutte le verifiche
riguardo a invalidità civile, cecità civile, sordità civile, sordo
cecità,
disabilità ai fini scolastici e di collocamento lavorativo e ogni altra
normativa in tema di accertamento dell’invalidità;
3)
la valutazione “multidimensionale” della disabilità
finalizzata “all’elaborazione di progetti
di vita personalizzati” e “volti a supportare l’autonomia e la vita
indipendente delle persone con disabilità in età adulta, prevenendo
forme di
istituzionalizzazione”;
4)l’informatizzazione dei processi di valutazione e di
archiviazione;
5)
la riqualificazione dei servizi pubblici in materia
d’inclusione e accessibilità;
6)l’istituzione
di un Garante nazionale delle
disabilità.
Al
Garante viene, infatti, affidato il compito di “accogliere
le istanze e fornire adeguata
assistenza alle persone con disabilità che subiscono violazioni dei
propri
diritti; formulare raccomandazioni e pareri alle amministrazioni
interessate
sulle segnalazioni raccolte, anche in relazione a specifiche situazioni
e nei
confronti di singoli enti; promuovere campagne di sensibilizzazione e
di
comunicazione per una cultura del rispetto dei diritti delle persone”.
Saranno
previsti oltre la revisione
delle tabelle di percentuali degli stati invalidanti,
che
avverrà con un decreto del Ministro della salute, in sostituzione del vigente decreto del Ministro della sanità
che risale al 5 febbraio 1992; la definizione dei processi di valutazione
multidisciplinare della
persona, non strettamente medica, come succede
oggi.
Il
fine sarà di consentire l'elaborazione di progetti di vita
personalizzati che
garantiscano tutti i diritti fondamentali della persona e che
permettano, ove
possibile, l’autonomia e la vita indipendente delle persone con
disabilità in
età adulta, prevenendo per quanto possibile le forme di assistenza
negli
istituti. Il disegno di legge stanzia, inoltre, i fondi per il
potenziamento dei
servizi assistenziali e delle infrastrutture sociali
che
saranno necessari.
La
cultura dell’inclusione ha necessità di criteri e
norme funzionali e alla situazione odierna e le tabelle percentuali
degli stati
invalidanti disciplinate dal decreto ministeriale del 1992 non sono
adeguati.
Come
già avvenuto con la
Legge n.118 del 30 marzo 1971, con la
quale ha preso
avvio il processo d’integrazione sociale, oggi, dopo cinquant’anni il
cammino è
orientato al traguardo di nuove e trasparenti certificazioni, in vista
di
un’efficace inclusione sociale dei disabili, cominciando da una “scuola
inclusiva” che accoglie gli studenti “bisognosi
di particolari attenzioni”.
Giuseppe Adernò
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