162° anniversario di John Dewey
Data: Mercoledì, 20 ottobre 2021 ore 18:00:00 CEST Argomento: Redazione
Nato
a Berlington, nel
piccolo Stato del Vermont, il 20
ottobre 1859, John Dewey, il più grande pedagogista
del Novecento, viene oggi ricordato a Catania nella scuola
Primaria Paritaria che porta il suo nome.
Considerato
il massimo esponente del pragmatismo
americano, il filosofo esprime le ragioni profonde, educative e
sociopolitiche,
dell’attivismo
pedagogico,
divenendo Maestro del Learning by doing,
che, attraverso l’imparare facendo
assicura agli alunni un apprendimento efficace e significativo.
Nel 1897 il pedagogista aprì una scuola
sperimentale presso l’Università di Chicago nella quale sostituì
le «lezioni» della scuola tradizionale con una serie di «attività» o di
«esperienze» che stimolano ancor più della trasmissione delle nozioni
teoriche i
processi di apprendimento dei bambini.
Le
classi lasciano
posto ai “laboratori”, scompaiono
i banchi, con le loro postazioni individuali, e vengono sostituiti da
tavoli
per il lavoro collettivo, scompaiono le materie di studio,
sostituite da
attività che nascono dagli interessi degli alunni e ne motivano le
ricerche; il
Maestro scende dalla cattedra, e si fa facilitatore degli apprendimenti
degli alunni,
“guardando tutti e osservando ciascuno”.
Secondo Dewey l’attività
umana, e in particolare l’attività del pensiero, nasce ed è motivata
dall’azione
che genera “interessi”, tende alla ricerca di soluzioni dei problemi
reali che
la stessa attività pone agli alunni nel corso delle loro esperienze
come
problemi individuali e/o collettivi. Scriveva, infatti, «Dobbiamo
concepire il lavoro come metodi di vita e di
apprendimento, non come insegnamenti a sé. Dobbiamo
intendere il loro significato sociale, li dobbiamo considerare tipi dei
processi mediante i quali la società progredisce, operazioni con le
quali si
rendono familiari ai fanciulli certe primarie necessità della vita in
comune e
modi mediante i quali queste esigenze sono state soddisfatte dalla
crescente
penetrazione e ingegnosità dell’uomo; in breve li
dobbiamo considerare strumenti in virtù dei quali la scuola è
destinata a diventare una forma schietta di attiva vita in comune,
anziché un
luogo appartato dove si apprendono lezioni”.
A
differenza degli altri pedagogisti,
Dewey non usa l’espressione comune di “ scuola attiva”, bensì “scuola progressiva”
e indirizza, appunto, la sua visione educativa sul sentiero della pedagogia progressiva, intimamente connessa
con lo spirito
del metodo scientifico e dell’ideale democratico.
Nella
comunità scolastica
ciascuno è chiamato a portare il proprio contributo di
originalità e
creatività, che
assume un valore sociale nella cooperazione
interpersonale, rendendo la scuola palestra di democrazia e luogo
privilegiato
di sviluppo sociale in direzione democratica.
La
democrazia – scrive Dewey – è qualcosa di più di
una forma di governo. È prima di tutto un tipo di vita associata, di
esperienza
comunicata e congiunta di persone che partecipano e condividono un
interesse
comune, apportando ciascuno il proprio contributo.
E’
democrazia l’estendersi dell’area degli interessi
condivisi e la liberazione di una maggiore varietà di capacità
personali», come
ha scritto Dewey ne “Il mio credo
pedagogico-1897): “Il pensiero è un
processo attivo che dipende da un comportamento e da una credenza”.
La
pedagogia di Dewey anima e guida l’esperienza
innovativa e sperimentale della scuola Primaria ad indirizzo
internazionale, “scuola del pensiero intelligente”,
ospitata
presso la sede della Fondazione Valdisavoia, nella verde collina di
Cibali, con
tanto spazio verde e orti biologici.
I 18
bambini, genitori e docenti, festeggiano il
compleanno del titolare della scuola, mettendo in atto azioni concrete
di
apprendimento e di crescita culturale e sociale in simbolica unione
agli altri
studenti dell’istituto John Dewey di San Martino in Pensilis, in
provincia di
Campobasso.
Giuseppe Adernò
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