SCUOLA: prove tecniche di sopravvivenza ……..e la didattica ?
Data: Martedì, 28 settembre 2021 ore 12:00:00 CEST Argomento: Redazione
I primi giorni di scuola scorrono lentamente
e ancora molti vuoti sono rimasti da
colmare. Non si possono chiamare i
supplenti per il blocco delle graduatorie
e in alcune scuole si procede
ancora con orario ridotto per la carenza del personale, per il green
pass che non tutti ancora hanno e per i casi di Covid che mettono in allarme
tutto il sistema, inducendo a riattivare la DAD
che si voleva congelare.
I
Dirigenti sono oberati di incombenze e
controlli da svolgere anche sulla posta
elettronica che sta divenendo il canale di comunicazione
scuola-famiglia.
Controllare e rispondere a 600, 800 email giornaliere non è cosa facile
e
scontata . Tra queste e-mail ci potrà essere anche l’annuncio di un
caso Covid
positivo e a quel punto scatta tutto il
meccanismo di comunicazioni e di controlli.
I
ragazzi, lieti di ritrovarsi con i
compagni cominciano a carburare, e per molti
di loro c’è da recuperare e colmare i vuoti e
le lacune che la DAD ha lasciato. Carenza di
conoscenze, limitate e fragili abilità che stentano a divenire
“competenze”.
Chi pensa all’adeguamento ed
all’organizzazione della Didattica se i
Dirigenti sono oberati dalla pressione burocratica degli adempimenti
Green pass
e Covid?
Quale
slancio innovativo per una didattica
aperta ai nuovi codici comunicativi, all’uso intelligente delle
tecnologie, all’acquisizione
di un metodo “imparare ad imparare”, alla
costruzione del progetto di vita di ciascuno lungo il percorso
scolastico sul
binario educativo e culturale in vista del traguardo professionale?
Quale
innovazione nel processo costruttivo
di “scuola inclusiva” capace di diventare “di tutti” e “per ciascuno”?
Quando
leggiamo che a Catania la
dispersione scolastica ha raggiunto in
alcuni quartieri il 21% ci si rende conto che l’azione formativa della
scuola
risulta ancora improduttiva e la
didattica finora applicata si è rivelata inefficace.
Quale
cammino verso una consapevolezza di cittadinanza
attiva e responsabile le scuole hanno
progettato utilizzando in maniera
corretta la trasversalità dell’Educazione civica, come disciplina da
valutare
con la formulazione di un giudizio, nella scuola Primaria e con un
voto, nelle
scuole Secondarie?
Non
si può vivere di rendita o limitarsi a
riproporre il tradizionale modo di
“svolgere il programma” e
“assegnare” compiti , quando la traguardo di una scuola di
qualità è “insegnare”
a “saper fare per saper vivere”.
Sono
questi gli interrogativi che sollecitano
l’impegno degli
educatori a puntare il faro
dell’attenzione
verso il cuore della scuola che
è l’azione formativa, utilizzando in
maniera corretta, come strumenti e non
come fine i contenuti culturali delle discipline, indirizzando
l’attenzione
alle perfomance, al saper fare, al learning
by doing come ha insegnato e
dimostrato il filosofo pedagogista John Dewey, del
quale il prossimo anno
celebreremo il settantesimo anniversario
Giuseppe
Adernò
|
|