Gran galà della legalità. La mafia non conviene
Data: Lunedì, 13 settembre 2021 ore 18:00:00 CEST Argomento: Redazione
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Il
titolo della tre giorni di studio, di incontri e convegni nella
prestigiosa
sede del Palazzo dei Congressi di Taormina ”Gran
galà della cultura e legalità”, formulato dall’associazione Viva Voce Social con la guida di Valeria
Cinzia Barbagallo, ha presentato
un’immagine di fantasiosa ed
elegante sfilata di personaggi, autori di libri, esperti in specifici
problemi
che riguardano la famiglia, i minori e la società.
L’abito
di festa della legalità, che avrebbe dovuto attirare l’attenzione per
la
preziosità delle stoffe e degli ornamenti, in questo Gran
galà ha presentato l’immagine della verità reale, quasi il
vestito di cenerentola prima del grande ballo, con tanti strappi e
toppe
inadeguate.
La
lettura
della legalità oggi, presentata dagli illustri magistrati: Nicola
Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro; Sebastiano
Ardita, componente togato
del CSM; Pasquale Pacifico della
procura di Caltanissetta, l’avv. Antonio
Ingroia, l’ispettore Alessandro
Scuderi, il giornalista Lirio Abbate
dell’Espresso, ha messo in luce il volto della nuova mafia, che opera
in taglio
basso, nascosta e quasi invisibile.
La
mafia oggi ha cambiato il vestito della forza, della potenza, della
violenza sanguinaria
indossato durante la stagione delle stragi ed ha ritagliato la sua
sempre
dinamica presenza nel silenzio della ribalta, immersa nel fiume carsico
degli
affari e dell’economia, attingendo alla cassaforte d’oro della droga e
protesa
agli investimenti di negozi, bar, ristoranti, immobili, ribaltando il
negativo e
difficile momento di crisi determinato dalla pandemia Covid-19 in un
positivo
sviluppo e facile guadagno.
Il
welfare mafioso è oggi guidato dal latitante Matteo Messina Denaro, per
il quale
l’avv. Ingroia, provocatoriamente, si è offerto come legale, se questi
decidesse di collaborare con la Giustizia.
La
lettura del passato rimane ancora coperta dai misteriosi segreti che
nascondono
la verità dei fatti ed accanto ai “pentiti
di Mafia”, che hanno consentito di scoprire i mandanti di alcune
stragi,
restano misteriosamente assenti i “Pentiti
di Stato”, coloro che hanno gestito gli intrigati rapporti
Stato-Mafia,
come appare evidente da una molteplicità di coincidenze, dalle quali
sono scaturite
le stragi e le morti di magistrati, militari e civili, insanguinando le
strade
della Sicilia con le innumerevoli “vittime di mafia”.
Nel
libro “Ad un passo da Provenzano” Giampiero
Calapà, giornalista de “Il
fatto quotidiano” ricostruisce la storia dell’uccisione di Luigi Ilardo
con
evidenti segni di connivenza e depistaggi da parte degli “assassini di
Stato”
che ancora non si pentono e restano impuniti nell’ombra.
Il
vestito della legalità appare ancor più fragile e logoro, pronto allo
strappo,
come afferma il Procuratore Gratteri, quando entrerà in vigore la norma
dell’improcedibilità, per il
superamento dei termini di durata dei giudizi d’impugnazione, punto cruciale della riforma Cartabia, con la conseguenza che, creando
le condizioni per cui una domanda giudiziale non può
aver corso a causa dell'inosservanza di prescrizioni della legge
processuale, si
limiterà il sovraffollamento delle carceri, ma usciranno fuori
dal
carcere tanti mafiosi, colpevoli di delitti e di malefatte, e la
“giustizia”
non sarà più raffigurabile come la “donna forte con la bilancia”.
Andrà
ad accrescersi la disaffezione dei cittadini dai valori della legalità,
non sentendosi
tutelati dalla magistratura, e continuerà sempre più l’emergenza
mafia, anche se di colore diverso e con un volto
apparentemente pulito, a volte anche protagonista di segni di
benevolenza e di
solidarietà.
All’eventuale
dubbio circa la convenienza della
mafia, il presidente Sergio Mattarella il 23 maggio nel ricordo della
strage di
Capaci, ha invitato tutti a “fare delle
scelte” ad indicare “da quale parte
stare” e gli studenti di diverse scuole della Sicilia che hanno
partecipato
al Gran Galà hanno già deciso e ne sono convinti.
L’incontro
si è finito con la consegna del “Leone
della legalità” che il Sindaco di S Agata Li Battiati. Marco
Nunzio Rubino, con una delegazione comunale, ha consegnato al
procuratore Nicola Gratteri, magistrato e saggista, per il suo tenace
impegno
di promozione tra i giovani della cultura della legalità, che non è
solo un
dovere civico, ma uno stile di vita.
Giuseppe
Adernò
Il Sindaco Marco Nunzio Rubino ed il Procuratore
Nicola Gratteri
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