
“Settembre, andiamo” - Il rito dell’accoglienza
Data: Domenica, 29 agosto 2021 ore 08:00:00 CEST Argomento: Redazione
29_08_02
Il primo giorno di scuola ha sempre tanto fascino e
non solo per i piccoli della prima classe della scuola Primaria che una
volta
si chiamavano “remigini”, nel ricordo di San Remigio, quando la scuola
iniziava
il primo di ottobre.
Oggi
anche gli studenti delle scuole superiori
ritorneranno in presenza ed è quindi doveroso organizzare un
particolare
momento di accoglienza nella scuola come “casa”, luogo di cultura e
spazio di
socialità.
La
classi avranno ancora i banchi distanziati e resta
solo un ricordo il vecchio “compagno di banco”.
Per
i piccoli, le maestre attente e diligenti
organizzano delle attività particolari che mutuano la metafora del
viaggio, del
cammino, del percorso da intraprendere nel nuovo anno scolastico.
L’immagine
della valigia da riempire, del treno, della
nave, della brigata dei pirati con le bandane in testa, del castello da
conquistare ed abitare, costituiscono gli sfondi integratori nei quali
si
collocano le prime attività scolastiche da svolgere.
La
cultura della cooperazione che alimenta la metodologia
del cooperative learning, impegna ed
insegna ad organizzare i piccoli gruppi all’interno della classe:
gruppi di
interesse, di livello, di compito.
Nei
primi giorni di settembre, durante le riunioni di
programmazione dei consigli di classe, ciascun docente dovrebbe
chiedersi: ”Cosa
posso fare concretamente per essere accogliente,
motivante, ottimista, capace di dare direzione?”
Sono
questi i percorsi da seguire per rendere incisivi i momenti di
accoglienza che
resteranno impressi nella memoria dei piccoli che entrano a scuola e
che scoprono
un mondo nuovo, diverso dall’habitat familiare.
Completa
la cerimonia dell’accoglienza la visita della scuola, degli uffici, dei
laboratori,
della palestra, degli spazi esterni. La
consegna delle chiavi dell’armadietto personale corrisponde al rito
della
“consegna delle chiavi di casa”, che vengono affidate a chi comincia a
diventare grande e che quindi viene sollecitata l’assunzione di
specifiche
responsabilità.
Privilegiando
la scelta pedagogica dell’apprendimento
progressivo di J.Dewey e sulla scia della teoria esperienziale di
David
Kolb si privilegia il “saper fare”, perché, come recita l’antico adagio:
“Chi ben comincia è alla metà dell’opera”.
Le prime sensazioni, infatti, sono quelle che restano più impresse
nella
memoria e nel ricordo e ne determinano nel positivo o nel negativo i
passaggi
evolutivi. Il sorriso e la serenità dei maestri, l’ambiente pulito,
l’aula
ordinata ed accogliente costituiscono i presupposti necessari per un
buon
avvio.
Trasmettere
entusiasmo, ottimismo, positività è il compito del docente, che prepara
una
scuola dove “star bene” con se stessi
e con gli altri: sintesi del “benessere”
che orienta l’educazione didattica ed educativa.
“Ragazzi ho bisogno della vostra
collaborazione” è l’espressione magica che attira l’attenzione e
sollecita la
motivazione del fare scuola, dell’apprendere insieme e del crescere
come gruppo
classe.
Tra
le attività di accoglienza per i primi giorni di scuola si prevede la
compilazione del “regolamento di classe”, da non considerare come
elenco di “obblighi
imposti” dall’alto, bensì come regole che, nella libertà e nel rispetto
di
tutti, vengono condivise e approvate da tutti i componenti del gruppo
classe.
Questo
intervento, come ha scritto H. Jerome Freiberg, costituisce il
presupposto
della “gestione dell’armonia”, in
quanto considera i singoli come gruppo classe e prevede che il momento
delle
dinamiche reciproche vada armonizzato ed orchestrato anche mediante
l’assegnazione di quei compiti specifici,
che un tempo corrispondevano soltanto alla
nomina
del “capo classe”.
Oggi,
invece, in una gestione democratica in alcune scuole e classi si
assegnano i
compiti di “coordinatore responsabile della sicurezza, dell’ambiente,
della
socialità, della gentilezza, della solidarietà” o alla “prevenzione del
bullismo e del cyberbullismo”.
La
condivisione del “cooperative learning”
quale metodo scelto per la classe assicura un rendimento efficace
nell’apprendimento, una fattiva cooperazione, che viene esercitata ed
affinata
in ogni attività, rendendo ciascuno protagonista
attivo nello svolgimento dei compiti assegnati,
Si
concretizza in tal modo il “learning by
doing” che, coinvolgendo tutti, favorisce.la realizzazione
dell’obiettivo
di ’scuola inclusiva”. Nel piccolo
gruppo, infatti, nessuno si sente emarginato e ciascuno percepisce di
essere
una “risorsa” per la classe.
Giuseppe
Adernò
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