
Dalla Normale di Pisa una rinnovata visione di scuola
Data: Domenica, 08 agosto 2021 ore 08:00:00 CEST Argomento: Redazione
Tre ragazze della Normale di Pisa, nel corso della
cerimonia di consegna dei diplomi hanno avuto il coraggio di far
parlare il
loro cuore, il loro sentire, sincero e spontaneo, esternando alcuni
disappunti
in merito alla “scuola di eccellenza”.
Virginia
Magnaghi, Valeria Spacciante, Virginia Grossi,
potevano prendersi il loro diploma e tornare alla
loro sedia, nella sala semivuoto per il distanziamento Covid 19,
invece, si sono esposte con un
discorso a tre voci ben articolato nello svolgimento.
Innanzitutto
un doveroso ringraziamento ai Professori
ed anche a tutto il Personale non docente,
citando anche il Personale della
portineria, della mensa e della biblioteca.
Il
“grazie” per quanto ricevuto in questi anni ha
accompagnato le varie tappe del percorso
universitario. Sono entrati studenti liceali, con in mano il diploma di
maturità ed ora hanno il titolo
accademico di “dottori” e “ricercatori”
universitari con il marchio di eccellenza della
storica e prestigiosa Scuola
Normale di Pisa.
Il loro discorso manifesta il grande desiderio di una
scuola vera non performante ma
formativa, non competitiva ma in grado di mettere in azione le
competenze
individuali nell’azione collaborativa.
Hanno
richiesto un maggior coinvolgimento nelle scelte
tematiche delle ricerche Non un sistema
scolastico frontale, io insegno tu galleggi, ma relazionale, dialogante, seminariale, costruttivo. Il
successo dipende anche dal modo in cui si instaura e si condivide la
relazione
di apprendimento-insegnamento.
Hanno
evidenziato come la
scuola e la ricerca dovrebbero privilegiare la dimensione del servizio
alla
società e del benessere di tutti, svincolandosi dalle logiche di
mercato che
scuola-azienda, essendo soggetta al
potere economico, spesso impone e governa.
Anche
senza citare Anna Maria Ciccone, la prima donna
siciliana, di Noto, che
ha
insegnato Fisica e spettrometria alla Normale negli anni Quaranta, le
neolaureate hanno evidenziato con riferimenti statistici le disparità
di genere
tra i personale docente, come pure il divario
nella selezione di ammissione tra i ragazzi del Nord e del Sud e
la
grafica della provenienza degli studenti della Normale
lo conferma.
Con
fermezza hanno dichiarato:. “Se noi siamo
arrivate qui, non
è grazie a questo sistema, è nonostante questo sistema”.
Il
messaggio è stato raccolto dal Direttore Luigi Ambrosio,
il quale nell’intervento
conclusivo ha aggiustato il tiro di alcune frecciatine delle
studentesse, ma il
messaggio è stato forte ed incisivo anche per l’ampia eco che ha avuto
sui
social.
Una
scuola che forma, che educa, che aiuta a
crescere come persone e cittadini è stato sempre il grande obiettivo e
la
finalità dell’istituzione scolastica che “se
ben inizia sarà a metà dell’opera”.
Il
cammino verso l’eccellenza dovrebbe
caratterizzare tutti gli ordini di scuola, senza mai accontentarsi
degli “obiettivi minimi” e la centralità dello
studente, protagonista attivo del percorso formativo, è un valore da
custodire
e rispettare nella prassi di ogni giorno.
Giuseppe Adernò
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