Una maglietta e una camicia raccontano amore e perdono
Data: Lunedì, 17 maggio 2021 ore 08:00:00 CEST Argomento: Redazione
La
camicia azzurra insanguinata che Rosario
Livatino indossava il 21 settembre del 1990, quando fu ucciso dai
sicari
della cosca mafiosa “Stidda” è dal
9 maggio, giorno della beatificazione,
una preziosa reliquia da venerare e “il suo sangue diviene
seme di cambiamento,
trasformazione e rinascita” per la terra di Sicilia.
La maglietta bianca insanguinata che Karol
Józef
Wojtyła
indossava
il 13 maggio 1981, quando Mehmet
Ali Ağca alle ore 17,17 in piazza San Pietro
sparò due colpi di pistola per ucciderlo, è stata custodita
dall’infermiera
dell’Ospedale Gemelli, Anna Stanghellini.
Suor Maria Rosaria
Matranga, superiora della casa Regina
Mundi, che ospita suore
anziane e
ammalate, ove le Figlie della Carità offrono un servizio di mensa per i
poveri,
accolgono mamme e bambini in difficoltà e immigrati in collaborazione
con la
Comunità di Sant’Egidio,
racconta del dono
ricevuto dalla signora Anna Stanghellini, la quale, infermiera nella
sala
operatoria del Gemelli il 13 maggio 1981, quando vide a terra,
tagliata, la
maglietta del Papa, intrisa di sangue la raccolse come preziosa
reliquia,
l’avvolse in una garza e poi in un asciugamano, custodendola
devotamente a
casa.
Nel
1996, quando era anziana e sola ha bussato alla
porta della casa Regina Mundi per chiedere ospitalità
e rimanere tra le suore che
aveva conosciuto nella sua giovane età. “La
comunità ha aperto le porte ad Anna con grande affetto e con grande
cura”.
Nel
2000, in occasione del
Giubileo, Anna chiamò la superiora della casa, suor Beatrice
Priori, ora Superiora provinciale della Congregazione
delle Figlie della Carità, dicendole che aveva un dono da fare alla
Comunità,
consegnandole l’involucro contenente la maglietta ed un foglietto in
cui
dichiarava i motivi per i quali era in possesso di quella reliquia di
Giovanni
Paolo II.
Nel
2004, dopo la morte di
Anna la preziosa reliquia è stata incorniciata e, con le autorizzazioni
del
Vaticano, è ora esposta nella Chiesa del quartiere Boccea, meta
di pellegrini che invocano la benedizione
del Santo Papa polacco.
Intensa
la partecipazione dei fedeli il 13 maggio, in occasione
del quarantesimo anniversario dell’attentato di San
Giovanni Paolo II.
Le
due reliquie, intrise di sangue, raccontano un grande evento,
testimoniano
l’ardore del martirio, e nel silenzio parlano di fede, amore e perdono
Giuseppe
Adernò
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