
Concorsi in 100 giorni, una sola prova scritta digitale e una orale. Conquista del Ministro Brunetta. E per la scuola?
Data: Sabato, 15 maggio 2021 ore 08:00:00 CEST Argomento: Ministero Istruzione e Università
“Agli
impieghi
nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i
casi
stabiliti dalla legge”.
Così
recita l’articolo 97 della Costituzione, rimasto
invariato dall’edizione del 1948
Prima
un concorso poteva durare fino a quattro anni
dalla data pubblicazione del bando alle graduatorie finali. Adesso, con
l’approvazione in Aula al Senato del decreto legge 44/2021 che
all’articolo 10
sblocca e riforma i concorsi pubblici, un concorso sarà espletato in
cento
giorni.
Con
soddisfazione il Ministro Renato Brunetta afferma
che “Da quattro anni a tre mesi è un
cambiamento che darà ossigeno alle amministrazioni impoverite da anni
di blocco
del turnover, garantirà il ricambio generazionale e premierà il merito
e le
competenze”.
“È
questo il primo passo per la rivoluzione del
reclutamento nella Pubblica amministrazione”, continua Brunetta. “Niente più carta e penna, a regime una sola
prova scritta digitale, ma in presenza, e una prova orale.
Valutazione
iniziale dei titoli di studio per le figure ad alta specializzazione
tecnica,
nel segno della corrispondenza ragionevole tra richiesta
dell’amministrazione e
livello del posto messo a bando”.
Il traguardo raggiunto che per i concorsi, salutato
con positività nelle pubbliche amministrazioni, nel mondo della scuola
lascia
alcune perplessità circa la gestione del pesante fardello del
precariato.
La
scuola, poi, non è un ufficio di adempimenti e
disbrigo pratiche, ha una finalità formativa ed educativa che
difficilmente
potrà essere delimitata nell’ambito di una prova scritta digitale.
Per
la valutazione dei titoli quali prendere in
considerazione se non quelli di accesso all’insegnamento?
Si apre il filone dei master e dei titoli che
daranno punteggio. Occorrerà prevedere inoltre un tirocinio di pratica
didattica, non limitato al cosiddetto “anno di straordinariato” bensì
definito
da un vero percorso formativo ben guidato e saggiamente valutato,
prendendo in
considerazione i molteplici aspetti delle competenze didattiche e
metodologiche.
Si
condivide l’intento di Brunetta “mettere
al centro il merito e la legalità significa stare dalla parte dei
giovani”. La
scuola, infatti, ha bisogno di forze nuove ed energie vitali che
sappiano
rispondere alle istanze dei giovani di oggi, senza perdere di vista le
radici
valoriali dello studente persona che diventa cittadino.
Giuseppe
Adernò
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