TIK TOK nessuno li chiami più giochi
Data: Sabato, 27 marzo 2021 ore 20:05:00 CET Argomento: Redazione
E’ quanto emerso dall’incontro deontologico
di formazione in streaming per i giornalisti, sul tema “Attualità della
Carta
di Treviso”, promosso dalla sezione UCSI di Catania, in collaborazione
con
l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, che ha assegnato 5 crediti
formativi ai 72
partecipanti.
Dopo
il saluto del presidente Ucsi
regionale, Domenico Interdonato, Giuseppe Adernò,
presidente
della sezione di Catania ha introdotto l’argomento percorrendo le tappe
del documento
che disciplina i rapporti tra informazione e infanzia, a tutela dei
diritti dei
minori, redatto a Treviso il 5 ottobre 1990 dalla Federazione Nazionale
della
Stampa Italiana in collaborazione con l’associazione Telefono azzurro.
In
considerazione delle ripetute violazioni
della “Carta”, nel novembre del 1995 è stato redatto un “Vademecum del
1995”
con le indicazioni operative da adottare, norme che sono
confluite nel
“Codice di autoregolamentazione TV e minori” del 2002.
Nel
2006 i diritti di tutela sono stati
ampliati alle comunicazioni digitali, e dal protocollo d’Intesa del
2012 è
scaturito l’inserimento di tali principi nel “Testo unico dei doveri
del
giornalista”; a distanza di trent’anni, la Carta va riscritta in
coerenza con i
nuovi linguaggi social, informatici e virtuali.
Il
giornalista moderatore dell’incontro, Salvatore
Di Salvo, componente della Giunta nazionale UCSI, ha coordinato gli
interventi dando la parola al sociologo prof. Francesco Pira
dell’Università di Messina, autore del volume “I Figli delle app”, il
quale ha
illustrato gli esiti di una survey
online,
condotta durante il lockdown, intervistando 1.858 ragazze e ragazzi
delle
scuole medie inferiori e superiori, che hanno risposto ad un
questionario
online composto di diciassette domande.
I dati evidenziano
come gli adolescenti di oggi rappresentino la prima generazione
digitale,
infatti, il 96,6% degli intervistati
dichiara di possedere uno smartphone e l’88,8% ha un computer. I ragazzi appaiono sempre più dipendenti dal
gruppo di pari e, durante il lockdown, hanno vissuto una forte
sensazione
d’isolamento, di paura e di scoraggiamento.
Appare importante, inoltre, evidenziare che
il 69% degli intervistati ha dichiarato di trascorrere la giornata su
Instagram
e WhatsApp e di avere un profilo social falso, confermando così, come
nell’era
liquido-moderna, l’inganno sia diventato centrale nei processi di
comprensione
del reale, e la distinzione tra vero e falso non sia più percepita.
Analizzando,
poi, i recenti fatti di
cronaca e i dati statistici raccapriccianti, challange
social (sfide) e diseducazione dei piccoli e adolescenti,
si percepisce la gravità del fenomeno e i danni che l’uso incontrollato
di
questi siti provoca sui minori.
Il
giornalista Tiziano Virginio Toffolo,
uno dei promotori della
Carta di Treviso, ha descritto con dovizia di particolari l’evento
culturale e
formativo che impegna i giornalisti a mettere in atto la cultura del
rispetto
della persona e che registra più di 18 milioni di contatti.
Come i recenti fatti di cronaca mostrano, il
potere della comunicazione, non è solo quello relativo alla carta
stampata, ma
anche ai servizi televisivi, ai video giochi, a tutti ciò che influisce
sulla
psiche dei ragazzi e dei giovani.
Il
diritto di
cronaca s’intreccia dunque con il principio della tutela dell’identità
e della
personalità dei minorenni, vittime o colpevoli di reati, o coinvolti in
situazioni che rischiano di comprometterne l’armonioso sviluppo
psichico.
“ I bambini di oggi, ha detto, sono indifesi davanti alla dittatura dei
social. Per questo occorre fare qualcosa. La Carta di Treviso, nei
prossimi
tempi dovrà essere aggiornata per fronteggiare, e quindi tutelare,
sotto
quest’aspetto, i giovanissimi”, affrontando in maniera sistemica
l’interazione dei social, dando efficacia operativa all’Educazione alla
cittadinanza digitale, nucleo significativo dell’educazione civica.
“La
tutela dei minori valica i confini
nazionali, ed i principi di difesa e di protezione dovrebbero essere
ampliati”,
ha affermato Don Fortunato di Noto,
Fondatore associazione Meter.
Tutelare
l’anonimato e la riservatezza dei
minori, norma scritta sulla Carta di Treviso, si collega con la Carta
di Roma
del 2008, che coinvolge in questo processo di attenzione anche i minori
extracomunitari.
L’intervento
conclusivo di Franco Elisei, Presidente OdG della
Regione Marche, componente della commissione che sta elaborando la
revisione
della Carta di Treviso “patrimonio per i giornalisti e non solo”, ha
messo in
luce la necessità di “renderla più
interpretabile così di evitare preoccupazioni da parte dei mass media.
Il
minore, secondo la Carta di Treviso, non va oscurato, piuttosto va
protetto”. La testimonianza dei
piccoli, evitando la
spettacolarizzazione ed il sensazionalismo, è a volte più eloquente di
tanti
discorsi di adulti.
Uso
del linguaggio, delle parole giuste, e
approccio di attenzione e rispetto nei confronti del minore fanno la
differenza.
redazione@aetnanet.org
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