A Guidonia i vecchi banchi doppi diventano installazione d’arte
Data: Mercoledì, 10 marzo 2021 ore 15:00:00 CET Argomento: Redazione
A
Guidonia Montecello, cittadina a 21 km da Roma, presso l’Istituto
superiore di
Via Roma 298, che aggrega il polo liceale “E. Majorana” ed il polo
tecnico “L. Pisano”, adoperando i
banchi doppi non più utilizzabili e rimossi dalle aule, è stata
realizzata un’installazione
didattica effimera
all’aperto.
Gli
studenti della scuola ed anche studenti di altri istituti hanno
così un luogo alternativo all’aula ove svolgere delle lezioni, nel
quale i
banchi costituiscono l’oggetto e lo strumento di un racconto che,
partendo
dalla storia dell’arte, offre molteplici spunti per collegamenti
interdisciplinari.
Il
progetto “double desk trib[ut]e”, promosso
e coordinato da Roberto Ianigro, docente di Storia dell’Arte e
coordinatore
dello spazio museale “Per Artem”, prevede
lo svolgimento di una lezione “diversa” che, attraverso le 24
istallazioni
realizzate con i banchi doppi non più
utilizzabili all’interno, fa compiere agli studenti un percorso
didattico nuovo, ma all’esterno dell’edificio
Gli
studenti hanno avuto modo di lasciare un segno, una traccia, una
propria
testimonianza compiendo un’azione abitualmente non consentita: scrivere
o
disegnare sul banco.
Nelle
installazioni, genere
di arte visiva sviluppatosi
in epoca postmoderna, si usano
deliberatamente materiali poveri o
quotidiani e l’obiettivo è quello di sollecitare la
percezione del fruitore che diventa parte integrante del lavoro
Da
icone della scuola pre-Covid i vecchi banchi doppi, accatastati nel
piazzale
del complesso scolastico riprendono vita e, trasformati da un processo
artistico, diventano strumento utile e segno di una didattica creativa
post-Covid.
Tagli,
sfregi, crepe, e perfino le immancabili gomme da masticare incollate
sul fondo,
sono diventati spunti di rilettura di 24 opere tratte dalla storia
dell’arte
dal ‘400 ai nostri giorni.
Magritte,
De Chirico, Malevich, e poi ancora Piero della Francesca e Maurizio
Cattelan,
rivivono così attraverso trasposizioni e interpretazioni tra cui
muoversi,
perdersi e riflettere sulla scuola di oggi, di ieri e di domani. “I titoli assegnati alle 24 installazioni, aggiunge
il prof. Ianigro, sono desunti dagli originali attraverso giochi di
parole,
soppressioni o aggiunte di lettere, forniscono una possibile chiave
interpretativa,
trait d’union tra riferimento e trasposizione, senza però escludere la
possibilità di procedere per libere associazioni mentali”.
Per
un’efficace fruizione
didattica delle 24 installazioni e consentire alle classi di svolgere
un’ora di
lezione sono state predisposte delle indicazioni
essenziali, accedendo attraverso i codici
QR ad un audio-video-guida che illustra le singole proposte, e che, per
ognuna
di esse dispone di specifici approfondimenti tematici.
L’uso
transitorio degli sgangherati residui della scuola
pre-Covid,
offre l’occasione per una riflessione sulla didattica al tempo del
Covid e sul come
far emergere progressivi scenari evolutivi per una scuola che tende a
rinnovarsi nell’organizzazione degli spazi e della didattica operativa.
Lo
spazio
didattico ed espositivo, come un giardino popolato da sculture, è visitabile anche dal pubblico esterno alla
scuola, previa prenotazione alla segreteria dell’istituto.
Giuseppe Adernò
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