In vista degli esami: educazione alle scelte e orientamento
Data: Martedì, 23 febbraio 2021 ore 08:00:00 CET Argomento: Redazione
In
vista dei prossimi esami di Stato a conclusione del primo e del secondo
grado
d’istruzione si ripropone la dimensione orientativa, elemento
caratterizzante
la funzione formativa della scuola che “attraverso l’acquisizione
sistematica e
critica della cultura promuove la formazione integrale della persona,
uomo e
cittadino”.
Una
volta, a conclusione degli esami di terza media, si formulava il
“consiglio
orientativo” che spesso era correlato alla media dei voti
in base alla quale si consigliava
l’iscrizione al Liceo, all’Istituto Tecnico o all’Istituto
professionale.
Nella dimensione educativa, nell’esprimere il
giudizio della Commissione, il consiglio
orientativo avrebbe dovuto seguire la traccia: “L’alunno nel corso del
triennio
ha sviluppato specifiche competenze che potranno essere migliorate e
potenziate
seguendo il percorso liceale, classico, scientifico, tecnologico….”
Spesso,
però, i genitori determinavano la scelta e, a volte, anche
l’orientamento
del gruppo dei compagni diventava
determinante.
Le
innovazioni culturali e sociali di oggi impegnano la scuola a gestire
meglio
questo delicato momento della vita degli adolescenti.
La
domanda “Cosa farai da grande?” non è una formula generica che chiude
il
colloquio d’esame, ma rappresenta una guida orientativa e aiuta a
meglio
comprendere e conoscere le diverse opzioni di scelte possibili da
compiere.
Appare
indispensabile rendere gli studenti attori del loro orientamento,
guidarli a
sviluppare abilità cognitive tali da
poter elaborare le informazioni
funzionali alle scelte da compiere;, collaborare allo sviluppo della
loro
personalità e autonomia;, stimolarli alla realizzazione di un progetto
di
formazione che favorisca la realizzazione di sé;, dare significato al
percorso
scolastico svolto e ai risultati conseguiti.
Sono
questi gli obiettivi che tutti i docenti dovrebbero tener presenti
nell’esercitare il compito di guidare gli studenti verso il mondo delle
professioni, (che) oggi (sono) profondamente mutate rispetto al
passato.
L’Osservatorio
permanente sul mercato del lavoro ha indicato alcune misure
occupazionali e
formative ed ha identificato alcune professioni che emergeranno nei
prossimi 10
anni in Italia: Specialisti delle interfacce umane; Esperti delle
applicazioni
IoT (Internet of Things- Internet delle cose e degli oggetti) in
agricoltura; Human-machine;
Teaming manager; Tecnico delle macchine a guida autonoma; Addetti
all’integrazione con i robot assemblatori; Progettista di visite ed
eventi
virtuali; Manovali e personale non qualificato della costruzione;
Giornalisti;
Personale non qualificato addetto ai servizi di custodia d’impianti;
Addetti
all’assistenza personale; Esperti legali in imprese.
Per
orientare gli studenti alle nuove professioni del 2030 è necessario
continuare
a focalizzare l’attenzione pedagogica sulle competenze di apprendimento
e
ascolto attivo, di adattabilità ideazione e originalità, di
comprensione degli
altri; gestione di problem solving;
capacità
di analisi; conoscenze e abilità tecniche; abilità sociali e
relazionali.
L’azione
didattica è, appunto, orientata a sviluppare queste competenze, molti
insegnanti lavorano in questa direzione, ma non sempre si riesce a far
dialogare i contenuti didattici con le prospettive future, anche se,
sulla
carta si compila il PECUP- Profilo Educativo Culturale e Professionale.
Guidare
e indirizzare le potenzialità di ogni studente verso abilità e
competenze
spendibili per il futuro professionale e per
la realizzazione del personale progetto di vita di ciascuno è questa la sfida di una scuola
nuova, efficiente e protesa verso i
traguardi della qualità.
Giuseppe Adernò
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