
Premier Draghi, i giovani e la scuola. Duc in altum – verso un muovo cammino
Data: Giovedì, 18 febbraio 2021 ore 12:00:00 CET Argomento: Redazione
E’ stato veramente magistrale il discorso che il Prof.
Mario Draghi, visibilmente commosso, ha pronunziato nell’aula di
Palazzo
Madama, sede del Senato della Repubblica. I 21 applausi che hanno
scandito il
discorso testimoniano l’ampia condivisione da parte dei Senatori dei
diversi
schieramenti partitici.
Credo
che sia stata scritta oggi una bella
pagina di storia! Parole nuove, sguardo
prospettico, orizzonti, mete e traguardi ben definiti con date e
obiettivi
chiari.
Il
terzo governo della legislatura non poggia su
alchimie politiche, ma sui valori dell’Unità che non è un’opzione,
bensì un
dovere, e scaturisce dall’amore per l’Italia, che rende la politica
viva e
dinamica nella ricerca del miglior bene degli italiani.
Il Presidente
Draghi ha riservato grande attenzione ai giovani, al capitale umano, e
all’impegno di lasciare loro un’eredità migliore e di maggiore
efficienza con
un servizio scolastico di qualità.
“Nella
speranza che i
giovani italiani che prenderanno il nostro posto, ci ringrazino per il
nostro
lavoro e non abbiano di che rimproverarci per il nostro egoismo”.
Nel
paragrafo dedicato alla scuola, il Presidente
Draghi ha sollecitato di “tornare rapidamente a un orario
scolastico normale “ ed
“il ritorno
a scuola deve avvenire in sicurezza”.
Occorre
“recuperare le ore di didattica in presenza
perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui
la
didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà”.
Nel progetto del nuovo governo si accendono fari di
luce sugli Istituti Tecnici che costituiscono un “pilastro importante”
per la
scuola italiana che si avvia al rilancio della tecnologia digitale e
alla
transizione ecologica.
L’orizzonte
delle innovazioni, di una rinnovata
metodologia didattica sulla scia della globalizzazione, del
multilinguismo, appare
chiaro e ben definito.
La
scuola dell’era Draghi e del Ministro Bianchi si
avvia ad un sentiero nuovo, valorizzando quanto è stato precedentemente
realizzato e rinforzando la “formazione del personale docente per
allineare
l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni”.
Scuola
nuova che guarda al futuro, capace di investire
in una “transizione culturale a partire
dal patrimonio identitario umanistico riconosciuto a livello
internazionale”.
La
transizione avverrà camminando con le gambe degli
insegnanti e con il cuore degli educatori che ricercano “il
miglior bene dei propri studenti”.
“Puntare sulle
eccellenze”, stimolare le belle intelligenze dei ragazzi che non si
devono
accontentare della sufficienza, circoscritta nei recinti dei traguardi
minimi.
Valorizzare il capitale umano e le risorse di tutti e di ciascuno nel
progetto
di crescita e di sviluppo che inizia sin dai banchi di scuola.
La
transizione
culturale che vede la scuola protagonista, prende il via dalla
consapevolezza
del “patrimonio identitario umanistico
riconosciuto a livello internazionale” che l’Italia possiede e,
facendo
parte della Comunità europea, non può discostarsi dagli standard
qualitativi
richiesti coniugando le competenze scientifiche con quelle delle aree
umanistiche
e del multilinguismo.
Valorizzare
l’esperienza della didattica a distanza
maturata nello scorso anno “sviluppandone
le potenzialità con l’impiego di strumenti digitali che potranno essere
utilizzati nella didattica in presenza” che potrà essere innovativa
nei metodi e nelle strategie.
Senza
innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, ha detto il
Premier, si
rischia di sprecare le risorse assegnate alla scuola, infatti “Ogni spreco oggi
è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei
loro
diritti”.
I
termini: unità, equità, coesione ed inclusione sociale, politiche
attive del
lavoro, transizione ecologica, turismo, hanno permeato gli interventi
dei
Senatori nel lungo variegato dibattito per la fiducia al nuovo Governo.
La
considerazione che “Le disgrazie
diventano opportunità quando incontrano il talento” confermano la
fiducia del
Senato al Premier, il quale nell’intervento conclusivo al termine della
giornata
che coincide con il mercoledì delle ceneri e l’inizio del cammino
quaresimale,
ha raccolto la sfida da vincere ed ha tracciato il solco da seguire per
l’auspicato rinnovamento verso l’era del “dopo Covid”.
Giuseppe
Adernò
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