Sant’Agata senza Sant’Agata
Data: Mercoledì, 03 febbraio 2021 ore 08:59:31 CET
Argomento: Redazione


Per i catanesi l’anno solare e sociale è scandito dalla classificazione temporale: “prima  di Sant’Agata”; “dopo la festa di Sant’Agata”.
 Quest’anno a causa della pandemia la festa  solenne di Sant’Agata non ci sarà e la preposizione “senza” ne esprime, appunto, la mancanza, introducendo il complemento di privazione della visione diretta dal Busto reliquario, del contatto ispirato a devozione con la Santa Patrona.
In città in questi giorni non si respira l’aria di festa, le luminarie nelle vie principali del percorso agatino, le numerose bancarelle di dolci e profumi, l’armonia delle candelore nei quartieri in preparazione ai giorni festosi del triduo solenne.
Non usciranno le due caratteristiche “carrozze del Senato” che introducono la solenne processione dell’offerta della cera, non ci saranno i caratteristici fuochi d’artificio della “sera del tre febbraio”, tutti appuntamenti che nel tempo hanno scolpito la solennità della festa, classificata come la terza mondiale per importanza e partecipazione di popolo.
Le funzioni religiose si svolgeranno a porte chiuse e saranno trasmesse in streaming e i devoti da casa vedranno soltanto le immagini televisive della Vergine martire che dal cielo continua a proteggere la sua Città.
I devoti seguiranno la festa con  spirito di raccoglimento e di preghiera, che  renderà la casa “ piccola chiesa” riunita davanti la TV, sforzandosi di cercare l’essenziale ed il vero significato della festa: incontro con il sacro, e questa volta in modo spirituale e virtuale, senza manifestazioni devozionali esteriori, senza candele, fiori e processioni.
“La pandemia di Covid-19 ha smascherato le nostre vulnerabilità, le false e superflue sicurezze, su cui abbiamo costruito progetti, abitudini ed effimere priorità” si legge nel messaggio dell’Arcivescovo.


Il silenzio del lockdown ha costretto tutti ad ascoltare le preoccupazioni più profonde ed a prendere in considerazione l’essenziale, indirizzando la mente e il cuore, come la Vergine Agata verso Cristo e verso i Valori che non passano di moda.

Quest’anno non si rinnoverà l’emozione dell’uscita del Busto reliquario dalla cameretta per la Messa dell’aurora, primo ed efficace “incontro” dei devoti con la Sana Patrona, che per due giorni passa per le vie della Città, portando il suo sorriso benedicente e rispondendo alle molteplici preghiere e invocazioni di aiuto e di conforto.
La lezione di Agata, fedele al suo Signore, che subisce il martirio per non tradire la sua religione, la forza e la determinazione della giovane catanese che nel processo rimprovera il procuratore Quinziano, rilette e interpretate alla luce dell’oggi sollecitano una reale conversione nell’essere tutti a servizio della comunità e coinvolti nella costruzione del vero bene comune.
Non verrà meno la protezione celeste di Agata per la sua città e le testimonianze storiche di eventi miracolosi ne sono conferma e certezza.
Anche questa pandemia cesserà e le cicatrici che lascerà con la perdita di persone care, la crisi economica e lavorativa, la mutazione di stili relazionali richiedono un “balsamo” spirituale capace di guarire e dare conforto, forza e coraggio.
L’esemplarità della giovane Agata che si fa dono per la sua Città, la protegge, la custodisce, la difende, resti un monito per i “Cittadini, devoti tutti” a seguire il suo esempio di vita cristiana ed essere sempre “un dono per gli altri”.
 
Giuseppe Adernò
 
Sul tema: “Comunicare il sacro. Sant’Agata senza Sant’Agata”, giovedì 4 febbraio alle ore 15,00 avrà luogo un seminario formativo on line, promosso dall’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana)   in collaborazione con l’Ordine Regionale dei Giornalisti  e l’assegnazione dei crediti formativi.
Interverranno  Don Paolo Buttiglieri, consulente regionale UCSI, Rossella Jannello, Vice presidente regionale UCSI, il presidente del Comitato dei festeggiamenti agatini Riccardo Tomasello,  l’imprenditrice Cav. Mariella Gennarino, il presidente della Sezione UCSI di Catania, Giuseppe Adernò e il giornalista Salvo Di Salvo.
 






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