UNA MAESTRA INDIGNATA. La scuola è un ambiente educativo e di apprendimento. I nostri alunni nutriti con amore, condivisione, collaborazione, curiosità, affettività in una didattica che coniuga cervello ed emozioni
Data: Domenica, 10 gennaio 2021 ore 09:45:00 CET
Argomento: Redazione


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Considero una vergogna nazionale chiudere nuovamente i giovani a casa, rinfacciando a tutti la festa organizzata da una superficiale di qua o un deficiente di là.
 È vero da Nord a Sud un gruppetto d’incoscienti c’è stato, anche percentualmente era prevedibile, ma da qui a recludere tutti in casa, negando il diritto alla formazione, lo trovo un abuso. La cosa più grave è che sono stati proprio i giovani di Catania e provincia a organizzare una petizione affinché non si tornasse in presenza… “per la tutela della salute propria e dei propri cari.”
 L’80% di essi ritiene non sia sicuro ritornare a scuola… piuttosto che scendere in piazza per pretendere mezzi di trasporto dedicati, tamponi settimanali o quindicinali, garanzia di tracciamento. È evidente lo stato di ottundimento: in solo 8 mesi d’isolamento, i giovani si sono abituati e quasi rassegnati alle norme dei DPCM.
Analizziamo insieme il termine rassegnarsi: disposizione ad accogliere senza reagire fatti che appaiono inevitabili: soffrire con santa, eroica rassegnazione], ma non con rassegnamento e sottomissione. longanimità, pazienza, che molti oggi confondono con il più nobile sostantivo resilienza che implica, invece, la non alienazione della propria identità.


Questa è la cosa gravissima: i mass media con la propaganda del terrore, gli adulti di riferimento esasperati e spaventati, l’economia che non fa sognare un futuro, tutto ciò è stato in grado di innescare l’apatia.  Essere giovani merita l’esaltazione del film L’attimo fuggente.

Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, affrontando solo i fatti essenziali della vita, per vedere se non fossi riuscito a imparare quanto essa aveva da insegnarmi e per non dover scoprire in punto di morte di non aver vissuto. Il fatto è che non volevo vivere quella che non era una vita a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, succhiare tutto il midollo di essa, volevo vivere da gagliardo spartano, per sbaragliare ciò che vita non era, falciare ampio e raso terra e riporre la vita lì, in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici.» 
Questa è la scuola! Generatore di curiosità e di sapere.
L’istruzione si può impartire anche con la DAD, e ringraziamo per questo la tecnologia, ma noi educhiamo, nel senso etimologico del termine, formiamo e salviamo bimbi e adolescenti. La scuola è un ambiente educativo d’apprendimento, non è un caso che si definisca così. Rinchiudere dietro uno schermo in solitudine e senza il linguaggio prossemico significa non creare crescita, ma trasmissione di conoscenze, che è tutt’altro che insegnamento. Sono stufa di leggere insulti e barzellette sul ministro Azzolina, non si comprende che lei conta quanto contiamo noi insegnanti?  Niente!
 Le priorità sono sempre altre… Noi insegnanti invece ci facciamo la guerra in casa. Non si torna in classe non perché la scuola non si è saputa organizzare, i Dirigenti Scolastici, gli Insegnanti e la Ministra hanno lavorato al meglio e al massimo delle loro possibilità.  Trasporti, Asp, USCA e le altre reti non funzionano, e quindi che si fa? Si chiedono le dimissioni? Si trovano soluzioni? No! Si chiude la scuola!
Voi pensate alla delusione dei bimbi che il presidente della regione Campania De Luca  sono “Allattati al plutonio” che non potranno ritornare insieme in classe?
Un mio alunno, questa mattina si è svegliato alle 7,00 entusiasta e felice, convinto che si ritornasse a scuola.
Non so come siano stati allattati i miei alunni, so solo che da noi insegnanti sono stati nutriti con amore, condivisione, collaborazione, curiosità, affettività in una didattica che coniuga cervello ed emozioni.
 Come ci ricorda Daniela Lucangeli: “La nostra funzione primaria è quella di aiutare, sostenere e accompagnare i bambini e i ragazzi nel loro percorso di sviluppo personale, infondendo loro curiosità verso le cose della vita e fiducia nelle proprie capacità». 
Noi dobbiamo fungere da differenziale di sviluppo, il che vuol dire che possiamo fare la differenza nel sostenere i ragazzi nel momento in cui hanno più bisogno di aiuto».
 
Ins. Paola Liuzzo






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