La didattica ... una mission!
Data: Domenica, 13 dicembre 2020 ore 12:00:00 CET
Argomento: Redazione


Italia sì, Italia no, Italia gnamme, se famo 2 spaghi ... LA TERRA DEI CACHI, così cantava Elio e le storie tese nel 1996. Oggi mi verrebbe da dire e scuola sì, e scuola no, e DAD si, e DAD no ... la strage impunita! Le scuole aperte in questo periodo di pandemia ... che vergogna! Il governo non ci tutela! Quei poveri bambini "costretti" quotidianamente a dover affrontare questo titano che incombe come un macigno sulla testa di ciascuno di loro. Potevano lasciarli a casa, al sicuro, al calduccio senza doverli sottoporre allo strazio di dover indossare quelle maledette e/o benedette mascherine per oltre 5 ore. E invece no, si sono ostinati all’apertura della scuola.

Di contro però c’è chi sostiene, invece, che sì la scuola DEVE ESSERE IN PRESENZA, perché la DaD no, quella non è certo scuola!
La DAD, questa tanto contestata didattica a distanza, nulla di serio, di costruttivo, di educativo, nulla che possa lontanamente avvicinarsi a ciò che la Didattica per accezione dovrebbe essere - solo un surrogato!!!
Eh già ... sicuramente la scuola ha un significato molto più ampio, concordo anch’io. La scuola non è solo cultura, la scuola è socializzazione, è contatto fisico, umano, la scuola è crescita, la scuola è CONFRONTO tra pari e non, la scuola è rigore, regole, ma è anche risate, divertimento, condivisione, interazione, EMPATIA!

Chi di noi avrebbe voluto rinunciare “in toto” a quel periodo magico che la scuola ha rappresentato nella vita di ciascun adolescente.
Però, per fortuna, a noi ragazzi degli anni’70 non ci è mai stato negato il diritto di poter andare a scuola. E se anche così fosse stato cosa avremmo potuto fare per ovviare ad una simile privazione? Di sicuro non avremmo avuto tanta scelta, né tanto meno la stessa possibilità che oggi viene concessa o meglio garantita ai nostri figli.

L’unica soluzione, gioco forza, sarebbe stata quella di rimanere a casa impotenti, senza possibilità alcuna di continuare il nostro percorso di crescita, di apprendimento, di confronto, senza la possibilità di vedere i nostri insegnanti, cercare rassicurazione nei loro sguardi, a loro affidarsi e da loro lasciarci condurre per mano verso quel cammino che quotidianamente eravamo abituati a percorrere insieme; solo vittime Ignoranti di un destino crudele che aveva deciso per noi senza interpellarci, senza chiederci se fosse davvero questo ciò che volevamo, senza avere neanche l’opportunità di prendere in mano il cellulare e chattare in video chiamata con l’amico/a del cuore o consultare i social per trascorrere gran parte del nostro tempo. E magari, poi, guardando un servizio al telegiornale o leggendo un articolo del New York Times o una pagina del Aftonbladet (il foglio della sera) quotidiano serale svedese, avremmo letto di una sperimentazione didattica fuori dagli schemi ... la online teaching…CHE FIGATA avremmo commentato!:

"Hai visto all’estero, sempre anni luce lontani da noi ..."
"Ma ci pensi, fare scuola da casa in un momento buio come quello che stiamo vivendo, dove tutto o quasi ci è negato – niente uscite con gli amici, niente baldorie al bar, niente riunioni in casa, niente di niente".

E mentre noi Italiani piagnucoloni, fannulloni stiamo qui a trastullarci e a piangerci addosso per un diritto negato, loro, gli altri, gli stranieri per intenderci, loro sì che si impegnano, che credono fermamente nella Scuola e in tutto quel prezioso mondo che essa racchiude in sé. Ma poi, come per magia, a distanza di 40 anni e anche più, quella FIGATA tanto agognata arriva anche da noi. Certo con una veste meno figa della online teaching, da noi si chiama solo DaD, così l’hanno definita Didattica a Distanza. A pronunciarla non sembra un granché, però ce l’avessero proposta gli stranieri allora sì avrebbe assunto tutt’altro significato, uno charme incontrastato, sicuramente qualcosa di diverso da questo “INUTILE SURROGATO” che vogliono propinarci.

Eppure chi scrive, persona fermamente convinta del potere e dell’immenso e indiscusso ruolo che la didattica ha sempre rivestito nel corso dei secoli, la online teaching l’aveva già sperimentata più di 10 anni fa in tempi non sospetti. Una didattica alternativa che andava oltre ogni confine geografico e morale, che abbatteva quelle distanze fisiche e di pensiero che per anni hanno tenuto i popoli distanti non curanti del bene comune perché incapaci di vedere oltre, di leggere tra gli sguardi e assaporare quello stupore capace di nascere anche a DISTANZA, senza bisogno di doversi tenere per mano, ma con la magia dei suoni, velatamente trasformati, a volte, in voci metalliche ma pur sempre VIVE, cariche di un’energia da fare scintille anche attraverso le cuffie, con gli occhi pieni di entusiasmo e di emozioni positive tali da bucare lo schermo.
Già! Questa è la DaD, la nostra DaD, quella esercitata quotidianamente da chi nel mestiere dell’insegnante ci ha sempre creduto perché in esso ha sempre visto non una professione bensì una MISSIONE!

Bene! E allora criticateci, insultateci, metteteci alla gogna ma per favore non privateci di quell’entusiasmo tipico di chi crede che chi opera con criterio, devozione e professionalità lo fa SEMPRE E COMUNQUE a dispetto della location, perché ... che vi piaccia o no la Scuola, anche questa scuola, per noi è una mission!!!

Simona Privitera





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