All’articolata scansione
formulata da Leonardo Sciascia nel definire le categorie sociali e
comportamentali degli uomini.
La
giornalista Rai, Tiziana Ferrario, nel
volume “Uomini, è ora di giocare senza
falli”, scritto durante il lockdown, ha
classificato la tipologia caratteriale del
maschilista, analizzandola negli atteggiamenti subdoli o violenti
manifestati in
famiglia o nelle variegate attività professionali.
C’è
il maschilista inconsapevole (che non
sa di esserlo), il silente (che
preferisce cambiare discorso), l'infastidito
(che trova le donne esagerate nelle loro rivendicazioni), l'indifferente
(che proprio se ne frega dell'argomento) e ci sono
anche i
maschilisti “asintomatici” e “planetari”.
Con
sagace ironia, ma con una critica e attenta lettura del presente, la
giornalista elenca anche le “donne
maschiliste” che non fanno squadra con le altre donne ed hanno
sempre
bisogno di un referente uomo e fotografa
uno spaccato
di società costruita sul modello patriarcale e maschilista in ogni suo
ambito,
dalla politica allo sport, all'istruzione, alla scienza, allo
spettacolo, al
giornalismo e all'editoria.
Il contributo inedito della Ferrario, volge
l’attenzione al futuro e “novella Diogene” con la lanterna ha cercato
di
individuare gli “uomini nuovi” che
rispettano le donne, ed hanno il senso della dignità della persona e lo
manifestano nella concretezza dell’agire quotidiano e nello stile di
vita.
Ne
ha trovati tanti: Riccardo
Iacona, Federico Taddia, Matteo Bussola, Roberto Vecchioni, Frans
Timmermans e
molti altri di cui ha raccolto la testimonianza,
ma molto spesso silenziosi e nell’ombra, quasi nascosti sul “sicomoro”
come
Zaccheo, che oggi vengono richiamati all’appello, invitati ad uscire
dalla
folla, a far sentire la loro voce, quando viene offesa e maltrattata la
dignità
della donna.
La
violenza contro le donne, gridata dalle donne, è un messaggio forte
alla
società, constatando che ogni tre giorni muore una donna violentata o
uccisa,
ma se la denuncia viene fatta dagli uomini, ha una maggiore efficacia e
contribuisce al ribaltamento del modello tradizionale che la storia ci
ha consegnato
e costituisce un esempio per le giovani generazioni, che spesso si
limitano ad
imparare “vedendo fare” e ad “agire senza pensare”.
L’incontro
con l’autrice in un Webinar promosso dall’Istituto comprensivo “San
Biagio” di
Vittoria sul tema: “Questioni di genere-
La scuola non tratta”, ha favorito un approfondimento della
tematica che la
“Giornata internazionale
per l’eliminazione della violenza
contro le donne” pone all’attenzione dell’intera società con la
campagna di
sensibilizzazione Orange the World.
L’evento,
coordinato dalla professoressa Adriana Minardi e presentato dalla
dirigente
Giuseppina Spataro, ha visto la partecipazione del Commissario del
Comune di
Vittoria, Prefetto Filippo Dispenza, della dirigente dell’ufficio
scolastico
provinciale di Ragusa, Viviana Assenza ed intercalando la lettura di
brani dal libro,
letti da Eliana Giudice, il Magistrato Bruno Giordano, presidente del Movimento per la Giustizia, ha stimolato
il dibattito, ponendo domande all’Autrice, la quale ha maturato
un’esperienza
professionale anche come
corrispondente a New York, seguendo il passaggio dalla presidenza Obama
a
quella Trump ed è rimasta colpita dalla ventata di orgoglio emersa tra
le donne
americane, che hanno chiesto maggiori parità e difesa dei loro diritti.
Sono
state molteplici le tematiche emerse: dalle innovazioni rivoluzionarie
di Papa
Francesco che ha dato spazio alle donne nella Città del Vaticano; alla
questione delle “quote rosa” nella politica, “offesa all’uguaglianza” e
a volte
negazione del merito e della qualità; al linguaggio che tende a
declinare al
femminile alcune professioni tradizionalmente maschili o all’uso del
termine
“femminicidio”.
Molto
positivo il messaggio educativo per gli studenti invitati dalla lettura
del testo
interattivo di denuncia, capace di strappare anche un sorriso e
coinvolgente
nel saper declinare una nuova didattica orientata all’educazione
sentimentale, ad una costruttiva socializzazione
senza barriere e a costruire l’immagine del “Brav’uomo” del “Vero uomo”
e degli
“Uomini nuovi” che a scuola maturano, scegliendo per il loro domani
secondo il
talento e la passione, così da realizzare ciascuno il personale e
originale
progetto di vita.
Giuseppe
Adernò