“Dopo la pandemia cambiare stili di vita”. Progetto di ecologia integrale di Papa Francesco.L’economia si apre all’inclusione
Data: Lunedì, 23 novembre 2020 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


“Urge prendere atto responsabilmente del fatto che l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista e colpisce Sorella Terra, tanto gravemente maltratta e spogliata, e insieme i più poveri e gli esclusi”.
 Queste parole forti del messaggio del Papa ai giovani partecipanti alla tre giorni di “ The Economy of Francesco connessi via web con la Basilica di San Francesco d’Assisi, costituisce una nuova “Carta di Assisi” che ribalta il sistema economico e si proietta vero una vera e positiva “inclusione”.


La pandemia di Covid-19 ha rivelato tutte le debolezze del sistema attuale. Coloro che erano ai margini dell’esistenza a livello globale sono finiti ancora di più ai margini” ha dichiarato il Premio Nobel per la pace 2006, Muhammad Yunus e rispondendo al desiderio di voler tornare come prima ha affermato: “Il treno che ci stava portando verso la morte si è fermato. È il momento di scendere e chiederci: vogliamo tornare indietro o è il momento giusto per seguire la direzione opposta: un mondo senza inquinamento, senza concentrazione della ricchezza, senza disoccupazione massiccia”.
 Ecco il nuovo percorso da seguire che rende “Fratelli tutti” in cammino verso il miglior bene, che coinvolge tutti nella fedeltà ai valori umani e cristiani.
 L’economia dovrebbe prendersi cura della nostra casa comune. Se lavoriamo in armonia con la natura, creiamo benessere. Le parole chiave devono essere: distribuzione locale, cibo sano, restituire alla Terra ciò che la Terra ci dà, condivisione. Ridiamo alla terra ciò che essa ci fornisce, avremo cibo migliore. Lo spirito è quello della gratitudine, del servizio, della cura”. Queste parole di Vandana Shiva, membro del Forum internazionale sulla globalizzazione, diventano anche guida operativa per la new economy dal volto umano.
Tra gli esclusi citati dal Papa nel messaggio, insieme ai poveri c’è anche “sorella Terra”. “Cambiare registro vuol dire scegliere una prospettiva di “inclusione” che “escluda l’esclusione” che va di pari passo con l’indifferenza “.
Lasciare ai giovani un mondo migliore è un impegno che responsabilizza tutti gli uomini presenti oggi nella storia e i giovani, economisti, ricercatori, imprenditori sociali, attivisti, diventano i protagonisti del “cambiamento” climax che nel messaggio appare ripetuto con pressante energia: “abbiamo bisogno, vogliamo, cerchiamo il cambiamento” .
Ecco la strategia della “politica migliore”, alta, bella e  nobile, sollecitata dall’enciclica del futuro “Fratelli tutti” che impegna gli attori sociali ad essere protagonisti attivi e responsabili  nel presente seguendo la cultura del cambiamento che richiede “dirigenti capaci di affrontare i problemi senza restarne prigionieri”, capaci di sporcarsi le mani, diventare lievito e  “avviare processi, tracciare percorsi, allargare orizzonti, creare appartenenze “.
Diventa così operativo l’intreccio di: management e dono; finanza e umanità; agricoltura e giustizia; energia e povertà; profitto e vocazione; business e pace; economia e donna;; vita e stili di vita. 
“Essere e stare insieme e non solo accanto” è la regola dell’inclusione.
Le cose, gli oggetti stanno “accanto”, le persone stanno “insieme” hanno comuni ideali, si tengono per mano, camminano verso la medesima direzione.
La prospettiva dello sviluppo umano e integrale diventa oggi profezia e sogno che merita di essere realizzata e attuata nel quotidiano.
Come ha insegnato Paolo VI “Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo deve essere integrale” e quindi promuovere “ogni uomo e tutto l’uomo”.
Il mercato e l’economia nell’ottica civile crescono di nuova umanità.
 
Giuseppe Adernò






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