“Urge
prendere atto responsabilmente
del fatto che l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi
punti di
vista e colpisce Sorella Terra, tanto gravemente maltratta e spogliata,
e
insieme i più poveri e gli esclusi”.
Queste parole forti del messaggio del Papa ai
giovani partecipanti alla tre
giorni di “ The Economy
of Francesco” connessi
via
web con la Basilica di San Francesco d’Assisi,
costituisce una nuova “Carta di Assisi”
che ribalta il sistema economico e si proietta vero una vera e positiva
“inclusione”.
“La
pandemia di Covid-19 ha rivelato
tutte le debolezze del sistema attuale. Coloro che erano ai margini
dell’esistenza a livello globale sono finiti
ancora di più ai margini” ha
dichiarato il Premio
Nobel per la pace
2006, Muhammad Yunus e rispondendo al desiderio di
voler tornare come prima ha affermato: “Il treno
che ci stava portando verso la morte si è
fermato. È il momento di scendere e chiederci: vogliamo tornare
indietro o è il
momento giusto per seguire la direzione opposta: un mondo senza
inquinamento,
senza concentrazione della ricchezza, senza disoccupazione massiccia”.
Ecco il nuovo percorso da seguire che rende
“Fratelli tutti” in cammino verso il miglior bene, che coinvolge tutti
nella
fedeltà ai valori umani e cristiani.
“L’economia
dovrebbe prendersi cura
della nostra casa comune. Se lavoriamo in armonia con la natura,
creiamo
benessere. Le parole chiave devono essere: distribuzione locale, cibo
sano,
restituire alla Terra ciò che la Terra ci dà, condivisione. Ridiamo
alla terra
ciò che essa ci fornisce, avremo cibo migliore. Lo spirito è quello
della gratitudine, del
servizio, della cura”. Queste
parole di Vandana
Shiva, membro
del
Forum internazionale sulla globalizzazione,
diventano anche guida operativa per la new economy dal volto umano.
Tra
gli esclusi citati dal Papa nel messaggio, insieme ai poveri c’è anche
“sorella
Terra”. “Cambiare registro vuol dire
scegliere una prospettiva di “inclusione” che “escluda l’esclusione”
che va di
pari passo con l’indifferenza “.
Lasciare
ai giovani un mondo migliore è un impegno che responsabilizza tutti gli
uomini presenti
oggi nella storia e i giovani, economisti, ricercatori,
imprenditori sociali, attivisti,
diventano i protagonisti del “cambiamento” climax che nel messaggio
appare
ripetuto con pressante energia: “abbiamo
bisogno, vogliamo, cerchiamo il cambiamento” .
Ecco
la strategia della “politica migliore”, alta,
bella e nobile,
sollecitata dall’enciclica del futuro “Fratelli tutti”
che impegna gli attori sociali ad essere
protagonisti attivi e responsabili nel
presente seguendo la cultura del cambiamento che richiede “dirigenti
capaci di affrontare i problemi senza restarne prigionieri”, capaci
di sporcarsi le mani, diventare lievito e “avviare
processi, tracciare percorsi,
allargare orizzonti, creare appartenenze “.
Diventa
così operativo l’intreccio di: management
e dono; finanza e umanità;
agricoltura e giustizia; energia e povertà; profitto e vocazione;
business e
pace; economia e donna;; vita e stili di vita.
“Essere e
stare insieme e non solo
accanto” è la
regola dell’inclusione.
Le
cose, gli oggetti stanno “accanto”, le persone stanno “insieme” hanno
comuni
ideali, si tengono per mano, camminano verso la medesima direzione.
La
prospettiva dello sviluppo umano e integrale diventa oggi profezia e
sogno che
merita di essere realizzata e attuata nel quotidiano.
Come
ha insegnato Paolo VI “Lo sviluppo non si
riduce alla semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo
deve
essere integrale” e quindi promuovere “ogni
uomo e tutto l’uomo”.
Il
mercato e l’economia nell’ottica civile crescono di nuova umanità.
Giuseppe
Adernò