ANCoDiS: il Recovery fund per la scuola italiana
Data: Lunedì, 21 settembre 2020 ore 07:10:00 CEST Argomento: Redazione
L’emergenza
covidiana ha imposto nuove visioni in diversi settori - a partire da
quello
sanitario – con nuovi modelli organizzativi e nuove prospettive
impensabili soltanto
pochi mesi fa.
La scuola
con tutte le sue componenti – già nella fase emergenziale dello scorso
anno
scolastico – ha dovute progettare e realizzare nuove forme di
“didattica” che,
seppur basate su piattaforme virtuali, ha cercato di non mettere “fuori
gioco”
centinaia di migliaia di alunni ed alunne.
Nella immane
criticità nella quale ci siamo ritrovati durante il lockdown, una
comunità di
donne e di uomini - seppur consapevole dei tanti che sarebbero rimasti
“fuori
dal campo” - si è inventata nuove azioni
pur di continuare a fare Scuola, con la preoccupazione di includere
tutti gli
alunni e le alunne.
L’estate ormai
trascorsa ha visto impegnanti DS, DSGA, Collaboratori dei DS e RSPP in
diversi
monitoraggi, in ipotesi organizzative, in interventi di prevenzione, in
scelte
di acquisto di materiali e servizi utili e necessari per la sicurezza
del
personale e degli alunni, al fine di poter prevedere una ripartenza
quanto più
serena e sicura per le proprie comunità scolastiche.
Siamo ormai
entrati nell’anno scolastico 2020-2021 ed una cosa è certa: dopo tutti
questi
sforzi di progettazione e programmazione resta sempre l’incognita
dovuta all’evoluzione
dell’emergenza pandemica.
La scuola
dei nostri alunni e figli non sarà quella che abbiamo conosciuto nei
decenni
scorsi; sarà – non possiamo negarlo – un’altra scuola che però nella
necessaria
innovazione organizzativa e didattica non deve dimenticare i punti di
forza del
passato più o meno recente che ci ha reso un grande Paese nella cultura
umanistica e scientifica, nell’arte, nella tecnologia, nella
valorizzazione del
patrimonio materiale e immateriale.
Ma un altro
sforzo occorre fare e non si può più rinviare: dare al sistema
scolastico un
nuovo modello di governance e di valorizzazione delle professionalità
con una progressione
di carriera oggi non coerente con la scuola covidiana e speriamo presto
post
covidiana.
Possiamo
ancora avere una struttura scolastica basata sul DS e sul corpo docente
senza
tenere contro delle diverse migliaia di docenti che – oltre l’azione
didattica
– si dedicano con grande senso di responsabilità e spirito di servizio
– al
funzionamento ed alla organizzazione didattica delle loro scuole?
Possiamo
ancora avere un avanzamento stipendiale per progressione di fascia
lenta e
superata dalla realtà e non pensare finalmente a nuove forme di
carriera che
non dipendano dall’anzianità ma anche e soprattutto dalla qualità del
servizio
reso in favore della comunità scolastica?
Possiamo
finalmente rompere il tabù dell’egualitarismo del ruolo per passare al
riconoscimento del lavoro didattico ed organizzativo-gestionale cui un
docente
è chiamato?
E’ noto,
infatti, che in Italia un docente che svolge la sua attività ai sensi
dell’art.
28 del CCNL 2016/2018, a parità di anzianità di servizio rientra nella
stessa
fascia stipendiale di un docente che svolge per un intero anno
scolastico o
solare anche funzioni aggiuntive nel funzionamento, nella gestione,
nella
sicurezza, nell’organizzazione e nella progettazione didattica per un
monte ore
certamente superiore a quello contrattuale.
Il
funzionamento e l’organizzazione didattica di ciascuna Istituzione
scolastica
anche non autonoma di oggi e del futuro ha assoluto bisogno dei
Collaboratori e
delle figure di sistema.
Lo si chieda
a chi conosce la complessità della scuola, a chi vive i bisogni della
scuola, a
chi sa bene che l’offerta formativa di qualità dipende in primis da chi
la
progetta, l’organizza, la rende quotidianamente tangibile per alunni e
famiglie
attraverso il progetto educativo noto come PTOF.
E la si
smetta con il negare l’evidenza: chi lo fa – se persona di scuola –
mente
consapevolmente!
E la si
smetta di denigrare – con volgari attacchi anche a mezzo stampa - la
professionalità di decine di migliaia di docenti che svolgono un lavoro
insostituibile in favore delle loro comunità scolastiche!
ANCODIS
propone di prevedere con una modesta parte della quota del Recovery
fund destinato
alla scuola la possibilità di introdurre nel sistema scolastico
italiano due importanti
novità:
- Istituire con un
investimento finanziario il middle
management scolastico con una specifica area contrattuale definendo
modalità di
accesso, tempi della prestazione lavorativa, diritti e doveri
professionali,
formazione specifica;
- Nel prossimo CCNL
prevedere e finanziare
l’investimento per una vera carriera di tutti i docenti non più fondata
esclusivamente
sull’anzianità di servizio ma – tenendo conto della moderna complessità
della realtà
scolastica – su un modello di progressione che tenga anche conto degli
incarichi aggiuntivi.
Oggi siamo di
fronte ad una irragionevole ed ingiustificata discriminazione
professionale per
la quale i Ministri competenti e le OO.SS. possono finalmente trovare
soluzione.
Non vogliamo
piatire privilegi (come qualcuno volgarmente insinua o scrive) ma
semplicemente
che si riconosca che senza i collaboratori dei DS e le figure di
sistema la
scuola non assolverebbe con efficienza ed efficacia al suo dovere
costituzionale
e che questi docenti meritano rispetto, attenzione e riconoscimento da
parte
dello Stato.
Occorre il
coraggio delle scelte.
Occorre il
coraggio di riconoscere questa triste realtà: che nella scuola italiana
il
docente NON ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro
e non gli è consentita una
carriera diversificata e professionalmente gratificante con il consenso
o il
tacito assenso delle Organizzazioni sindacali.
Per
Ancodis
Prof.
Rosolino Cicero
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