Lettera alla comunità scolastica per la riapertura delle scuole a settembre
Data: Sabato, 27 giugno 2020 ore 14:00:00 CEST Argomento: Ministero Istruzione e Università
“Un
bambino, un insegnante, un libro e
una penna
possono cambiare il mondo.”
Malala Yousafzai
L’emergenza sanitaria che il Paese ha attraversato in questi mesi e che
ancora non ha
terminato di dispiegare i propri effetti ha inciso profondamente sulla
vita di tutti. Otto
milioni di studentesse e di studenti hanno dovuto lasciare le loro
aule, ex abrupto, per
vivere una scuola diversa, una scuola da casa. Non era mai successo
prima.
Grazie allo sforzo dei docenti, dei dirigenti scolastici, del personale
ATA, di tanti
dipendenti dell’Amministrazione ministeriale, centrale e territoriale,
delle famiglie, che
hanno dato un grande contributo, la scuola non li ha mai lasciati soli,
non si è fermata. La
comunità scolastica ha mostrato di essere un tessuto vivo e reattivo.
In poche settimane,
infatti, il sistema di istruzione italiano ha reagito, ha affrontato
una crisi senza precedenti
mettendo in piedi quasi da zero - perché praticamente da zero siamo
partiti, anche a causa
dei cronici ritardi del nostro Paese nei processi di formazione e
digitalizzazione - la
propria risposta in termini di didattica digitale a distanza. Con una
rinnovata
collaborazione fra Ministero dell’Istruzione e RAI sono stati messi a
disposizione contenuti
televisivi e programmi dedicati, anche in diretta, per integrare
l’offerta. Un lavoro che non
era mai stato fatto prima e che resterà anche per il futuro, anzi andrà
implementato.
Un patrimonio di esperienze e competenze di cui andare fieri e da non
disperdere
assolutamente: rappresenta un’eredità importante per il futuro.
Ora, però, è tempo di tornare nelle nostre aule. In presenza e in
sicurezza. Insieme e senza
paura. Con gli esami di Stato del Secondo ciclo abbiamo riaperto le
scuole dopo un
lungo lockdown. Chiudere le scuole è stata una ferita, un tormento che
ci porteremo dentro.
Tuttavia, dobbiamo ricordarlo sempre: è stata una scelta che ci ha
consentito di salvare
migliaia di vite umane. Ci aspettano adesso settimane di lavoro intenso
per far suonare la
campanella di settembre, tanto attesa e importante, perché le nostre
ragazze e i nostri
ragazzi si aspettano di fare ritorno fra i banchi, di rivedere i loro
compagni di classe, gli
insegnanti, di tornare a vivere nella loro comunità scolastica di cui,
in questi mesi, tutti
hanno riscoperto l’importanza. Perché la scuola è di tutti e di
ciascuno come recitano le
Indicazioni nazionali. È scambio, è accoglienza della diversità come
valore irrinunciabile, è
interculturalità, è confronto, è il luogo in cui si apprende, si
cresce, ci si prepara al domani,
alla vita. La scuola genera una convivialità relazionale intessuta di
linguaggi affettivi ed
emotivi.
Abbiamo lavorato e continueremo a farlo nelle prossime settimane avendo
come fari i
principi della Costituzione. Basti pensare all’articolo 34, che Piero
Calamandrei si spinse a
definire come «il più importante di tutta la Costituzione, il più
impegnativo», perché fa
riferimento ad una scuola “aperta a tutti”, che ha lo scopo di
garantire a ciascuna e
ciascuno pari opportunità, soprattutto a chi, pur se privo di mezzi, ha
diritto di
raggiungere le più alte vette dello studio. Si tratta, certamente, di
una visione rivolta
essenzialmente a far sì che la scuola sia immaginata come fulcro
essenziale per quella lotta
al superamento di ogni disuguaglianza, economica e sociale, che
impedisce il pieno
sviluppo della persona, in un’ottica che pervade tutta la Carta
costituzionale e trova il
proprio baricentro nell’articolo 3 e nei doveri inderogabili di
solidarietà espressi
all’articolo 2.
A partire da questo, come Ministero abbiamo insediato il 23 aprile
scorso un comitato di
esperti che ha svolto un lungo lavoro di ascolto e di approfondimento
propositivo,
confluito in parte in questo documento. Il Piano per la riapertura
delle scuole rappresenta
una sintesi delle proposte arrivate in queste settimane da Regioni,
Enti Locali, associazioni
degli studenti, dei genitori e dei disabili, forze sociali, scuole
paritarie: a tutti va un
profondo ringraziamento per il contribuito reso. È stata fatta un’opera
attenta di ascolto e
di confronto. La ripresa di settembre funzionerà grazie a tutti gli
attori coinvolti. Perché la
scuola è un tema che riguarda tutto il Paese e va affrontato senza
divisioni e nella massima
collaborazione e con spirito di reale condivisione.
Non sarà un lavoro banale. Basilare sarà una grande alleanza con le
Regioni e gli Enti
locali, proprietari degli edifici scolastici, che insieme agli Uffici
territoriali del Ministero
supporteranno le scuole e i dirigenti scolastici nei territori.
Quella di settembre sarà una scuola innovativa e aperta. Si dovranno
organizzare nuovi
spazi e riorganizzare quelli esistenti per garantire i distanziamenti e
la sicurezza di tutti.
Ma sarà anche una scuola che, reagendo all’emergenza, dovrà dare
qualcosa in più ai nostri studenti. Penso ai patti di comunità con le
realtà presenti sul territorio, che
consentiranno di esplorare di più le opportunità che offrono, dai
teatri ai musei. Sarà una
scuola radicata nel presente, ma con lo sguardo rivolto al futuro,
perché ogni pietra che
metteremo in questa ripresa sarà la base su cui costruire la scuola di
domani. Abbiamo la
straordinaria occasione di puntare sul digitale, sulla formazione del
personale scolastico,
sull’innovazione della didattica e degli ambienti di apprendimento, sul
miglioramento
dell’edilizia scolastica. Ambienti di apprendimento che non devono
essere intesi solo in
senso fisico, ma come spazi mentali ed emotivi che incoraggino
l’apprendimento
collaborativo.
La ripartenza del Paese non può che passare dunque da un nuovo slancio
innovativo della
scuola. La scuola di settembre sarà responsabile, flessibile, aperta,
rinnovata, rafforzata.
Responsabile nell’accompagnare la comunità scolastica a comportamenti
coerenti con le
misure di sicurezza: istituti puliti e igienizzati, personale
scolastico formato, famiglie,
studenti e studentesse informati. Flessibile nella valorizzazione delle
potenzialità derivanti
dall’autonomia scolastica, per la rimodulazione degli orari e delle
classi, per
l’organizzazione degli ingressi e degli spostamenti. Aperta per la
ricerca di nuovi spazi,
anche oltre il perimetro scolastico, in un’ottica di integrazione e di
alleanza con il
territorio. Rinnovata nei locali e negli arredi scolastici, che
consentano di modificare le
metodologie didattiche e siano funzionali a creare geometrie d’aula
variabili, a facilitare la
collaborazione tra gruppi omogenei ed eterogenei per competenze e
livelli. Rafforzata
attraverso il potenziamento dell’organico del personale scolastico, in
particolare per le
classi di alunni più piccoli.
Nel rispetto e nella valorizzazione dell’autonomia scolastica,
l’obiettivo del Ministero che
ho l’onore di servire è quello di guidare il lavoro di organizzazione
delle scuole sul
territorio, indicando all’interno degli strumenti messi a disposizione
un elenco di priorità,
sulle quali ogni singola scuola creerà il proprio vestito su misura.
Attenzione principale
dovrà essere riservata alle fasce più piccole della popolazione
studentesca, a partire dalla
scuola dell’infanzia. Sono le bambine e i bambini ad aver sofferto
maggiormente la
sospensione dell’attività didattica in presenza. Analogo discorso deve
essere fatto per tutte
le prime classi dei vari cicli scolastici. Meritevole del più
consistente impegno dovrà essere
poi la tutela dei diritti degli studenti e delle studentesse con
disabilità e con disturbi
specifici dell’apprendimento e con altre forme di bisogni educativi
speciali derivanti da
uno svantaggio economico, linguistico, culturale. L’inclusione
scolastica è un tema chiave.
Perché “se si perdono i ragazzi più difficili la scuola non è più
scuola. È un ospedale che
cura i sani e respinge i malati”, come diceva Don Milani.
Il Ministero accompagnerà puntualmente, in questi mesi difficili e
frenetici, il lavoro delle
istituzioni scolastiche, degli Enti locali e di tutti gli attori
istituzionali coinvolti. È per tale
ragione che ho deciso di attraversare l’Italia nelle prossime
settimane, per partecipare ai tavoli regionali, per supportare
direttamente, in prima persona, i passaggi verso la
riapertura.
Nei primi mesi dell’anno, e in vista del prossimo anno scolastico, il
Ministero
dell’Istruzione, insieme a tutto il Governo, ha mobilitato nuove
risorse per il settore scuola
per un ammontare di 4,6 miliardi di euro. Fondi per l’edilizia
scolastica, per la gestione
dell’emergenza, per la chiusura dell’anno scolastico in corso e per
l’avvio del prossimo. A
giorni partirà anche un avviso per azioni di supporto al diritto allo
studio degli studenti e
delle studentesse meno abbienti: 236 milioni per l’acquisto dei libri
di testo e kit didattici.
La scuola è tornata ad essere, finalmente, un settore su cui investire.
Una scelta precisa che
guarda al futuro del Paese.
Sono state dispiegate risorse economiche importanti per organizzare
l’avvio in presenza e
in sicurezza del nuovo anno. Sulla base delle analisi che i tavoli
regionali ci restituiranno, a
cominciare dalla prima settimana di lavoro seguente alla pubblicazione
di questo Piano
per la riapertura delle scuole, il Ministero impiegherà risorse
aggiuntive, con una
dotazione ulteriore di un miliardo di euro, per risolvere le eventuali
criticità emergenti.
Continuerà, in parallelo, il lavoro già avviato in queste settimane di
progettazione, pro
futuro, di un Piano pluriennale di intervento attraverso il
finanziamento dei nuovi fondi
europei, a partire dal c.d. Recovery fund.
Vogliamo infatti dedicarci, per i prossimi anni, grazie alle
opportunità e alle risorse
europee, ad una progettazione di lungo respiro, stabile, duratura. Di
visione. Un modo
anche per capitalizzare i sacrifici di questi mesi, in cui l’importanza
della scuola è riemersa
con forza. A fronte di un lavoro serio e condiviso siamo convinti di
poter davvero
trasformare il dramma di questa crisi in una grande occasione di
svolta. Una svolta seria,
ponderata e di prospettiva, che non può che puntare alla riduzione del
numero degli
alunni per classe, alla lotta contro la dispersione scolastica, alla
formazione del personale
della scuola, al potenziamento della mobilità europea dei nostri
ragazzi e delle nostre
ragazze, alla valorizzazione degli ITS. Senza dimenticare un grande
investimento
pluriennale sull’edilizia scolastica, che dia al Paese edifici sicuri e
ambienti di
apprendimento all’altezza delle sfide del tempo che viviamo. La rotta è
stata
definitivamente invertita. Non si parla più di tagli. Una promessa che
abbiamo mantenuto.
Personale scolastico, studentesse e studenti, famiglie, saremo al
fianco di tutti, li
accompagneremo nella ripresa. Ci saranno campagne informative su tutte
le misure che
saranno attuate per la loro protezione e sui comportamenti da tenere
per garantire la
sicurezza di tutti.
A settembre ci attende non solo l’avvio del nuovo anno scolastico, ma
di un anno
scolastico nuovo. Siamo anche di fronte ad una stagione nuova. La
scuola, ancora più forte
e consapevole della propria importanza e potenzialità dopo questo
lockdown, può e deve
ora fare un ulteriore scatto in avanti, con l’alleanza di tutti.
Dalla scuola passano il nostro presente e il nostro futuro. Abbiamo il
diritto di sognare una
scuola migliore, nonché oggi il dovere morale e storico di realizzarla
con l’aiuto di tutti
voi.
Il Ministro
Lucia Azzolina
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