Colloquio di esame: CITTADINANZA e COSTITUZIONE
Data: Venerdì, 05 giugno 2020 ore 08:05:00 CEST Argomento: Redazione
Nella
conferenza stampa di
presentazione dei nuovi criteri per gli esami orali in tempo di
Covid-19 che
inizieranno il 17 giugno, il Ministro
Lucia Azzolina ha dichiarato
che l'esame del secondo ciclo partirà
dalla discussione di un elaborato sulla materia di indirizzo, oggetto
del
secondo scritto seguirà con l’approfondimento di un breve testo di
italiano
studiato durante il quinto anno e con l’analisi del materiale
predisposto dalla
commissione sulle altre materie nell’ambito dei paletti fissati dal
Documento
del 15 maggio. Ultimo step il racconto dell’esperienza di alternanza
scuola-lavoro, finché è stato possibile svolgerla, e si concluderà con
Cittadinanza e Costituzione, ed ha aggiunto: "Mi piacerebbe
che, fra le conoscenze e competenze previste da C&C,
i docenti abbiano la possibilità di confrontarsi con gli studenti in
sede di
esame con l'esperienza vissuta durante la quarantena”
Lo ribadisce Luciano Corradini, già Sottosegretario
all’Istruzione
e tenace sostenitore dell’importanza dell’Educazione Civica e della
cittadinanza attiva alla luce dei valori della Costituzione ed anche se
collocate come “ultimo step” del colloquio interdisciplinare, le
considerazioni
degli studenti sull’esperienza di cittadinanza vissuta sulla propria
pelle saranno
indicative della maturità critica e riflessiva conseguita.
Gli
studenti sono stati
protagonisti attivi di un evento epocale che ha cambiato la storia, gli
stili
di relazione, i comportamenti sociali e che ha segnato angoscia, paura,
dubbio,
prevenzione, sospetto. Tutti elementi e fattori che hanno fortemente
inciso
sulla formazione e sul carattere di ciascuno, anche se non possono
esistere
regole fisse e omologate,
Il
colloquio di esame,
momento conclusivo del percorso scolastico, non può non tener presente
quanto
di recente è avvenuto, rinforzato o indebolito dalla pratica della
didattica a
distanza, che tra luci ed ombre ha segnato un momento storico di
innovazione
metodologica e didattica nella scuola italiana.
Ora
è il momento di fare
sintesi degli apprendimenti e mettere in luce le competenze acquisite,
dimostrare a se stessi prima e alla commissione dopo di essere
cresciuti, di
aver maturato pensieri, concetti, idee, valori che gli insegnanti hanno
trasmesso ed alcuni hanno anche testimoniato con professionalità e
qualità
d’insegnamento.
Certamente
un colloquio che
impone due metri di distanza tra il candidato e la commissione e con
tanto di
mascherine, ha un’aria di incontro artificiale e artificioso per i
mille
condizionamenti imposti dalle vigenti disposizioni di prevenzione.
L’atteggiamento
dei
docenti oscilla tra la comprensione dei disagi subiti dai ragazzi,
costretti a
restare lontani da scuola per il lockdown, e l’insoddisfazione per non
aver
potuto portare a termine il lavoro didattico programmato, e non solo
l’ultimo
anno, ma un cammino di accompagnamento e di formazione che è durato
cinque anni
e che ha registrato una reale crescita e una vera maturazione.
La
verifica e la
testimonianza dei valori di cittadinanza “incontrati” nel cammino
scolastico
formativo e interdisciplinare risponde a quel principio e finalità
della scuola
che ha il compito di “formare l’uomo e il cittadino”. La consapevolezza
di
essere portatori di diritti come persone, che la Costituzione scandisce
nei
primi 12 articoli e attivi
e responsabili nel rispetto dei doveri
del cittadino, dovrebbe emergere tra le righe dell’elaborato e tra le pieghe
di colloquio interdisciplinare.
Se
gli insegnamenti
trasmessi hanno prodotto un apprendimento efficace, lo studente metterà
in
evidenza le modifiche apportate al proprio modo di pensare, di sentire
e di
agire.
Le
regole apprese
accompagnano il comportamento civico degli studenti che la scuoìa
licenzia come
“maturi” e pronti ad affrontare il mondo del lavoro o la prosecuzione
degli
studi universitari, e sarà proprio questo il segno di qualità di una
scuola che
educa e forma cittadini attivi e responsabili.
Le
pratiche democratiche
di vita scolastica, assemblee di classe e di istituto, consulte
giovanili,
partecipazioni ai progetti didattici anche esterni alla scuola,
gemellaggi,
scambi culturali, Erasmus, sono tutte occasioni formative che, se ben
condotte,
lasciano un segno indelebile.
Se
la scuola non ha
“insegnato”, lasciando un vero ed incisivo segno di educazione, ha
fallito la
sua missione, disattendendo le finalità istitutive che comprendono in
maniera
unitaria e compatta: l’istruzione e la formazione.
Giuseppe
Adernò
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