A SCUOLA SI ENTRA PER CONCORSO.
Data: Mercoledì, 27 maggio 2020 ore 08:21:26 CEST Argomento: Redazione
Questa
massima ha guidato come stella polare il cammino storico della scuola
italiana.
Un anziano preside, ora si chiamano “dirigenti”, affermava con
saggezza: “A scuola si entra dal portone principale,
passando dal concorso” e non dalle finestre o dalle porte laterali
che
negli anni le organizzazioni sindacali hanno aperto adottando leggi e
leggine,
interpretando articoli e commi, allargando graduatorie “ad
esaurimento”,
consentendo l’accesso alla “cattedra”, che non è un comune e semplice
“posto di
lavoro”, anche a docenti non adeguatamente preparati alla non facile
funzione
educativa.
Il
mancato apporto dell’aggiornamento “obbligatorio” ha reso ancor più
distante il
divario tra docenti eccellenti, preparati culturalmente e
didatticamente e
docenti che fanno solo presenza se non, a volte, anche notevoli danni.
Leggendo
le recenti dichiarazioni della Ministra Azzolina: “Così si
garantisce il merito”; “Il concorso come percorso di
reclutamento per i docenti. È stata anche accolta la richiesta di
modificare la
modalità della prova, eliminando i quiz a crocette previsti nel decreto
sulla
scuola votato a dicembre in Parlamento. Saranno sostituiti da uno
scritto, in
modo da garantire una selezione ancora più meritocratica” si
comprende che
si vuole salvare la forma e si auspica che si salvi anche la sostanza.
Certamente
la prova scritta del concorso (saggio breve- trattazione sintetica-
risposta
aperta a quesiti) potrà meglio manifestare la qualità professionale del
personale destinato: ad “insegnare”; a lasciare un segno nella
formazione degli
studenti; a promuovere e sviluppare competenze e non solo a trasmettere
contenuti e “assegnare” compiti.
L’elaborato
scritto, ancor meglio delle semplici crocette ai quiz a scelta
multipla, potrà evidenziare
le idee, il modo di pensare, di sentire e di agire dei futuri docenti,
i quali
saranno confermati cin incarico a “tempo indeterminato”, entrando nei
“ruoli”
del personale scolastico.
La
massima antica che esaltava la procedura del concorso nel tempo e a
causa di
una non sempre corretta azione procedurale nell’organizzazione ed
espletamento
dei concorsi, è stata modificata con una nuova formula “ A
scuola si entra per ricorso” e i fatti dimostrano come tra le
pieghe delle righe del bando di ogni concorso sono ben evidenti le
motivazioni
di un ricorso, già progettato e pronto prima ancora di essere espletato.
“Io non so se le cose andranno
meglio, quando
andranno diversamente, ma una cosa è certa, dovranno andare diversamente.”
Quest’aforisma
del fisico tedesco Georg Christoph Lichtenberg aiuta a pensare in
positivo e
impegna tutti gli operatori della scuola di oggi ad imparare una nuova
arte e
sviluppare una nuova competenza che è quella di “saper
scrivere dritto su righe storte”.
Tante cose oggi
non vanno bene, ma il bene dei ragazzi, prevale e guida a fare sempre
qualcosa
di meglio per loro.
Giuseppe Adernò
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