
Non amare è morire
Data: Lunedì, 18 maggio 2020 ore 06:00:00 CEST Argomento: Redazione
“Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un
atto rivoluzionario”.
George Orwell
“Il capolavoro dell’ingiustizia è di
sembrare giusto senza esserlo”.
Platone
L’Amore è la forza propulsiva fondamentale che muove ogni cosa, ogni
essere, il Sole e le altre stelle, e non è facile penetrarne il mistero.
Beninteso tale forza non corrisponde a ciò che noi intendiamo nel senso
comune, ossia all’attrazione o al legame verso un’altra persona, perché
si tratta di tutt’altro, ovvero è una pulsione straordinaria che spesso
si sente nel cuore e che sospinge ogni cosa e ogni essere vivente dal
finito verso l’Infinità.
Quando raramente si manifesta alla nostra vista l’Amore ci appare come
una Luce, che però è differente da quella elettromagnetica.
È una Luce mirabile e straordinaria, granulosa, spesso colorata, il cui
irraggiamento non offende affatto la vista di chi la guarda, che in
alcuni casi appare simile ad una nebbia diafana che tende a
stratificarsi in basso.
La prova dell’esistenza di questa Luce è nelle recenti scoperte della
Fisica quantistica e nell’iconografia religiosa, dove i Santi e i
Maestri sono raffigurati attorniati da un’Aura luminosa.
Questa Luce è ovunque, ed è lo splendore mirabile dell’Amore, della
Vita Infinita e della Libertà,
insita in ogni cosa ed essere, in
connessione simultanea o non locale con quanto esiste, dal mondo
inorganico ed organico, dal minerale all’infinitesimo virus fino ad
arrivare al più grande corpo che esiste.
Essa è la Luce che infonde la Vita e conferisce la forma propria ad
ogni corpo secondo la sua funzione e il suo destino.
In tale ampio, misterioso e sottile contesto sullo sfondo del quale
prendono forma tutti i corpi, gli organismi e i fenomeni della vita,
parlare di alcune entità particolari della vita quali sono i virus, al
confine tra il mondo organico ed inorganico, non è facile perché li
conosciamo molto poco.
Il loro numero è enorme ed include circa 320.000 virus che
potenzialmente sono pericolosi per i mammiferi e l’uomo.
Ed ecco che alla luce di questo dato e di quanto sta accadendo in
questi tempi, se la Natura e il nostro corpo non ci aiutassero
veramente, in ogni momento noi possiamo essere contagiati da qualche
virus e di conseguenza sussisterebbe sempre la possibilità di passare
la vita da un isolamento arbitrario ad un altro, cioè di cadere in
un’emergenza sanitaria permanente, in una dittatura senza lavoro, senza
cibo e libertà, sicché la vita umana scomparirebbe dalla Terra.
I virus, quasi tutti ubiquitari, riescono a diffondersi in qualsiasi
luogo e ambiente, ora trasportati dal vento, ora dall’acqua e ora da
qualche altro agente, pronti ad accedere in ogni organismo vivente, ma
con le adatte condizioni e assonanze.
La salute del corpo quindi implica la necessità di un’igiene interiore
ed esteriore dell’uomo e dell’ambiente in cui vive, senza le quali
qualsiasi protezione o isolamento sono inefficaci.
Difatti piccolissimi e invisibili, quasi imperscrutabili, i virus sono
ovunque e noi possiamo usare sistemi di protezione e distanziarci l’uno
d’altro quanto vogliamo, ma non possiamo impedire ad un virus di
entrare nel nostro corpo e di farlo ammalare.
Questo è certo.
Inoltre in letteratura medica, riguardo la profilassi delle malattie
infettive, l’isolamento non ha consensi unanimi in quanto, secondo
molti autori, l’isolamento del malato non porta al risultato atteso di
impedire la circolazione del virus nella popolazione e d’arrestare il
diffondersi dell’epidemia, perché ogni epidemia si arresta con la
formazione nell’organismo degli anticorpi e con l’elevazione del numero
dei soggetti immuni in seno alla comunità.
Un ulteriore spunto di riflessione sul tema lo ritroviamo nella
profilassi indicata dagli studi medici relativa alle infezioni per via
aerogena in generale:
“La profilassi di un’infezione
caratterizzata da estrema diffusività,
notevole incidenza di decorso silente, e da breve periodo di
incubazione non può essere certo affidata a misura di isolamento e
contumacia, le quali possono forse trovare giustificata applicazione
soltanto in comunità chiuse. Il vaccino, seppure considerato da alcuni
con scetticismo e disappunto, ha dimostrato efficacia al 70-80% per
prevenire le manifestazioni cliniche in corso di epidemie”.
Filippo Rocchi e Giovanni Rocchi, Enciclopedia Medica Italiana, 1979,
Vol. 7, USES Firenze.
Ciò significa da un lato che le precauzioni non sono efficaci al 100% e
dall’altro che non devono essere eccessive e che la vera precauzione,
tra noi e il virus, non è nell’isolamento o in una mascherina
protettiva, ma è nel nostro stato d’animo e nel superare la paura.
Per di più la mascherina protettiva, al di là del suo breve uso
ristretto in circostanze ove è necessaria, oltre che impedire una
corretta respirazione per la CO2 che viene di
nuovo inspirata, quando
la sua superficie si contamina con batteri e virus, non contrasta ma
addirittura favorisce le infezioni a causa dell’aumento della carica
infettante, e soprattutto è del tutto priva di utilità in un ambiente
aperto e salubre.
Invero ogni contagio e infezione si verificano quando l’ambiente è poco
curato o degradato e quando nel corpo sussiste un’assonanza fisica e
psichica con l’agente patogeno, cioè quando viene a formarsi il terreno
adatto, siano presenti un’elevata carica infettante e vi siano i
recettori nelle cellule, poiché in tale frangente si assiste ad una
risonanza del fisico col substrato psichico profondo ed inconscio
dell’individuo.
Quindi in ogni malattia contagiosa o meno non sono in azione solo dei
meccanismi fisici e il contagio quindi non è solo biologico, ma è pure
mentale al cui fondamento troviamo la paura di ammalarci e di morire
derivati dall’istinto di sopravvivenza, cioè dalla più forte pulsione
di ogni vivente.
Però la realtà è che si tratta di una potente quanto coinvolgente
illusione, perché la morte non esiste veramente e non significa la fine
di ogni cosa, in quanto persino la stessa materia è eterna.
Purtroppo l’uomo non crede facilmente a questo, è pervaso
dall’ignoranza e non scorge nemmeno la realtà integrale della Vita che
è sempre nell’Immortalità e nell’Infinità, ed è così che egli nasce,
vive, cade nella malattia e muore e questo succede da molto tempo.
È il naturale e ciclico svolgersi della vita caratteristico dello
stadio d’evoluzione in cui siamo, in cui la vita si alterna tra la
nascita e la morte, tra la veglia e il sonno profondo, ossia tra stati
diversi dietro cui si celano la Vita e la Coscienza senza fine.
Ora l’uomo al punto d’evoluzione in cui è non ha alcun potere o
possibilità di controllo sulla nascita, sulla malattia e sulla morte, o
meglio sono rarissimi gli uomini che hanno questo potere.
Nemmeno gli avanzati sistemi sanitari possono, su questi punti, avere
un seppure minimo controllo, perché sono eventi della vita la cui
determinazione e dipanarsi sono al di là del piano fisico.
Ed ecco che prospettare un virus mortale, creare il panico, diffondere
la paura, l’allarme e cercare di impedire allo stesso di entrare nel
nostro organismo è davvero un esercizio psicopatologico e ridicolo allo
stesso tempo, che ha effetti opposti da quelli sperati e significa che
non abbiamo alcuna contezza della vera realtà della Natura e della Vita.
Anche gli scienziati che sperimentano sui virus ed operano in
laboratori avanzati, con elevati sistemi di protezione di sicurezza, si
infettano, si ammalano e muoiono, sicché nemmeno loro hanno la
sicurezza totale.
Il fatto è che, in linea generale, l’uomo vive nella confusione, cerca
sicurezze dove non ci sono, né ci possono essere, e non conosce il vero
scopo per cui vale la pena vivere.
Il suo cammino è sempre incerto e quasi del tutto nell’ambito del lato
materiale della vita, sicché la possibile perdita del corpo fisico è
considerata con disperazione la fine di tutto.
In tal modo la vita è solo nel finito e il mondo fisico considerato
esistente di per sé e privo di alcuna connessione con un piano
superiore o metafisico eterno, pieno di Luce e Splendore.
E pensare che tale mondo ultra fisico non ci è sconosciuto, perché
ognuno di noi ne fa esperienza ogni giorno, quando nel sonno ci
ritroviamo nello stato di sogno.
Ne consegue che i frutti dell’assenza di una visione d’insieme e
unitaria della Vita sono la paura, l’ansia e l’angoscia.
La scienza moderna dal canto suo non riesce del tutto ad aiutare
l’uomo, in quanto ha accumulato nel suo seno un terrore profondo per
quanto è spirituale, limitando lo studio e l’osservazione dei fenomeni
fisici al solo lato materiale della vita.
Così priva di integralità e d’armonia la scienza alla fine risulta
incompleta, insoddisfacente, arrivando a delle conclusioni che sovente
sono discordanti e confuse.
Nel caso dei virus essa non coglie il reciproco svolgimento esistente
tra essi, mondo minerale ed organismi che si estende al pensiero, al
sentimento, all’emozione e all’Amore, ritenendoli ininfluenti.
Raimondo Lullo, un grande e raffinato Alchimista, diceva:
“Non Amare è morire”.
In altre parole il decadimento della vita, la malattia e la morte
succedono per cause interiori e spirituali, le quali determinano e
precedono sempre quelle esterne, allorquando nel profondo del
nostro cuore non riusciamo più ad amare, e questa è una realtà che
chiunque può verificare da se stesso.
Perché non amare significa disumanizzarsi e isolarsi dal contesto
generale, rigettare noi stessi e gli altri per aprire la porta che
conduce a poco a poco nella malattia, nella vecchiaia e nella morte.
In effetti per vivere veramente l’unica àncora di salvezza che abbiamo
è proprio Amare e la Coscienza in modo da non sprofondare nel lato
negativo delle cose, per usarlo solo quale strumento utile per avere il
positivo che ricerchiamo.
Abbracciare con Amore un’altra persona non è una fonte di contagio ed
associare tale gesto ad una possibile conseguenza di morte è un’idea
aberrante, frutto di una profonda ignoranza, di una paura irragionevole
e di uno stato alterato della mente, perché ogni vita scaturisce
proprio dall’unione reciproca tra due individui.
Ed ecco che la scelta di limitare la Libertà, al di là della
Costituzione Repubblicana, di promuovere il distanziamento tra le
persone spingendoli a rinchiudersi nelle case e a vedere l’altro e
l’altra come degli untori di ogni male è una strada non solo sbagliata
ma anche pericolosa, perché è contro la natura umana e invero non ci
porta verso la salvezza o la salute, così come viene sostenuto e
propagandato, ma verso il decadimento di ogni cosa e la sterilità del
cuore, ossia ci conduce in ciò che più detestiamo, ossia nel nostro
abbrutimento, a non essere più umani e sociali, nella malattia e nella
morte interiore ed esteriore.
Possiamo non credere a queste parole ma i fatti si determinano da una
dinamica che è nel reciproco svolgimento dall’interiore all’esteriore e
viceversa, e quando tutto si muove in opposizione alla vita, alla
socialità, alla verità e alla giustizia i risultati non possono essere
diversi.
E dire che nel caso bastava il buon senso e delle regole chiare di
igiene e un’informazione corretta riguardante l’entità, la gravità o
meno, l’incidenza e la reale diffusione dell’infezione.
Infatti una nebbia fitta e un alone di mistero insistono ancora sulla
malattia, sulla necessità dell’isolamento, sulla validità o meno delle
cure e dei tamponi, sui numeri veri delle persone colpite e su quelle
decedute per causa esclusiva del virus, anche alla luce che le autopsie
per gran parte sono state limitate, seppure non siano state vietate.
Senza o con scarsi referti autoptici è lecito dedurre che le diagnosi e
le terapie siano state improvvisate o errate, con gravi o letali
conseguenze per i pazienti riguardo, in particolare, l’utilità o meno
dell’intubazione polmonare che, come è noto, ha delle complicazioni
anche letali (ipossia).
È certo che con una migliore dinamica degli eventi e un’informazione
aderente alla realtà la malattia sarebbe stata più conosciuta e le
persone avrebbero compreso e mutato i loro comportamenti in coerenza
con le indicazioni loro fornite, anche senza prevedere uno stato
d’emergenza (prorogato fino al
31/01/2021 sic !), dichiarazioni
inutili, reati, multe, punizioni, perché gli Italiani non sono degli
stupidi.
“Io resto a casa” non solo è
una forzatura e lo stravolgimento della
Costituzione Repubblicana fondata sul Lavoro, sull’Istruzione e sulla
Libertà, quali elementi fondanti e fondamentali, inscindibili e
connaturati dell’uomo, ma allo stesso tempo è pure la volontà di
contorcere la realtà delle cose, perché contraddice la ragione,
impedisce il lavoro, ossia il procurarsi un reddito col lavoro, la
socialità e persino tutti gli studi medici sin qui sviluppati e noti ad
iniziare dai primi albori della civiltà, i quali affermano, senza ombra
di dubbio, come è lo stare fuori e nei luoghi alberati, l’andare al
mare o sui monti, che favoriscono la salute e non il rinchiudersi in
casa per molto tempo, senza nemmeno avere la possibilità di fare uscire
i propri figli, che più di tutti necessitano di aria salubre.
Affermare che la Vita vale il sacrificio della Libertà è un errore
clamoroso, una stupidaggine, un fraintendimento, in quanto la Vita e la
Libertà sono la stessa cosa, tanto è che la Costituzione Repubblicana
tutela la Libertà perché è la Vita stessa, ossia la riconosce come
connaturata alla Vita e certamente non la concede.
Ed è così che i giardini e i parchi pubblici sono stati chiusi e il
Lunedì di Pasqua, il 25 Aprile, il 1° Maggio sono stati trasformati in
giorni da incubo, in dei nemici da combattere, tanto da ritenere
l’uscita all’aria aperta alla stessa stregua di un attentato alla
pubblica incolumità, contrastandola con multe e sanzioni e col
dispiegamento delle forze dell’ordine, che invero sono al servizio
esclusivo della Costituzione.
E purtroppo il venir meno della luce della ragione non è mai da solo
perché tende ad estendersi, così che in supermercati immensi l’accesso
avviene ancora oggi dopo una fila inutile, come se un virus e il
contagio venissero impediti da questo modo di fare del tutto
insensato.
Possiamo dire che con tutte queste cose è stata infranta la fiducia
reciproca che in democrazia è al fondamento del rapporto di mutuo
scambio tra istituzioni e cittadino, ossia tra politica e cittadini, in
quanto si preferito il dominare anziché l’informare correttamente ed
avere fiducia nel cittadino.
Infatti qualsiasi politico nelle elezioni e col voto stabilisce una
relazione di fiducia reciproca col cittadino, che però, è
evidente, non c’è più, così come non c’è più la sovranità popolare
nemmeno come principio.
È il trionfo dell’inganno e dell’assurdità di un mondo contorto, in cui
ogni cosa è invertita rispetto al cuore e alla stessa ragione.
Tanto è che col confinamento nelle proprie abitazioni non sono stati
isolati i malati ma le persone sane.
D’altronde l’isolamento o lo stare a casa non è uguale per tutti,
perché magari può andare bene per chi ha un lavoro e uno stipendio o un
reddito garantito, meglio se elevato o molto elevato, ma di certo non
va bene per chi non è nelle stesse condizioni e che adesso suo malgrado
è in mezzo ad una strada con tutta l’economia e la società in
disfacimento.
È pensare che se l’isolamento fosse con uguali condizioni, cioè senza
alcun reddito per tutti, diverrebbe del tutto impraticabile e forse a
quel punto nemmeno il virus esisterebbe più e nessuno avrebbe più la
paura del contagio e degli altri suoi simili.
La chiusura o comunque la limitazione degli Uffici pubblici, della
Magistratura, e in particolare delle scuole di ogni ordine e grado e
dell’Università è un ulteriore grave elemento che aggiunto agli altri è
foriero di gravi ripercussioni sociali, economiche e psichiche, di
certo pregiudizievoli per lo sviluppo e il progresso.
Per di più immaginare di riaprire le Scuole, luoghi di socialità e di
cultura per eccellenza, con l’uso di mascherine addirittura nocive in
determinate condizioni, piuttosto simbolo evidente del nascondersi e
della morte del cuore, è sconcertante, segno che ormai si è smarrito
del tutto il senso pratico, da cui traspare il tentativo di trasporre
la realtà della vita in una virtualità fredda e digitale, priva di ogni
contatto umano, di emozioni e sentimenti.
È l’incapacità di Amare e di affrontare la complessità della vita e di
risolvere i problemi complessi contemperando tutti gli elementi e gli
aspetti in gioco in ogni società, cioè nel considerare correttamente
ogni cosa con provvedimenti proporzionali e tali da non compromettere e
stravolgere oltremisura l’individuo e l’intero sistema sociale,
culturale, economico e produttivo.
E bisogna pure dire che la vicenda via via ha avuto altri contorni
grotteschi, contraddittori e ridicoli, perché dinanzi alla
dichiarazione di uno stato d’emergenza sanitaria niente o poco è stato
fatto per ripulire, disinfestare ed igienizzare davvero le città e i
paesi dai rifiuti e dagli escrementi di animali domestici sparsi nei
giardini, nelle strade e nei marciapiedi, mentre una solerzia, mai
vista in precedenza, è stata riservata nel perseguire con multe e
sanzioni dei passanti inermi, senza nessuna colpa ed isolati; mentre ad
altri che protestavano è stato loro riservato persino il TSO al limite
di “cavie umane”.
E al riguardo viene pure da chiedersi come mai le istituzioni
sanitarie, in questo momento così attive e solerti nel contrastare un
singolo virus, non lo siano altrettanto per il servizio carente svolto
dai Comuni nella raccolta dei RSU, che con la sparizione dei cassonetti
di raccolta, nei fatti spinge i cittadini a liberarsi dai rifiuti lungo
le strade e nei luoghi più disparati con deturpamento del paesaggio e
pericolo per l’igiene pubblica e la diffusione delle malattie.
In altri termini i comportamenti sono stati e sono tutt’ora esasperati,
contraddittori, incomprensibili, al limite dell’impazzimento generale e
soprattutto in palese contrasto con i principi a tutela dei diritti
fondamentali dell’uomo e della stessa salute umana, fisica e psichica.
Ma è pure necessario andare oltre le apparenze e capire che, virus o
non virus, tutto ciò risponde ad una logica, ad un potere, ossia ogni
cosa in tale ambito accade perché è sotto l’azione di forze
geopolitiche molto forti e potenti, che agiscono con la loro mente in
tutto il pianeta per raggiungere determinati scopi ed obiettivi.
E al riguardo bisogna comprendere che la mente è uno strumento mirabile
a disposizione dell’uomo che però da molto tempo è ormai fuori
controllo, fuori di sé, in quanto nutre la paura, delinea e sospinge la
vita di ogni uomo nel materialismo, perché teme il futuro, di perdere
tutto e con una logica senza il cuore cerca di piegare ogni situazione
a suo vantaggio, anche a discapito degli altri.
Il suo limite è nel non considerare mai l’Impensabile nell’immanenza
del divenire, cioè l’azione di una Coscienza superiore negli eventi del
mondo fisico, capace di cambiare in un istante quanto sia stato già
prefigurato e programmato in un certo modo.
Ed allora l’Impensabile è che la Giustizia e la Verità irrompano con la
loro forza e potenza in tale deteriore scenario e situazione per il
trionfo dell’umanizzazione e dei diritti dei cittadini del lavoro,
dell’istruzione e della Libertà, pena la perdita della Civiltà e della
Democrazia, perché in questo modo non si può vivere, in quanto a poco a
poco avanza e si delinea sempre con più chiari contorni lo spettro
della fame e del decadimento generale della nostra Nazione.
Marcello Castroreale

Statua della Divinità della Verità e della Giustizia. Da Pixabay
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