Ai giovani e al futuro che verrà. (suonata a quattro mani)
Data: Domenica, 17 maggio 2020 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Redazione


La poesia esprime ciò che non viene bene a dire con le semplici parole! La poesia è aprire il rubinetto e far parlare il cuore, è istinto naturale, è sorgiva d’acqua chiara, è zampillo che seduce, e che conduce assai lontano, tra sentieri di montagna, tra tormenti e turbamenti, illusioni e confusioni, e poi s’innalza in volo per giungere in luoghi mai toccati. E in questo tempo d’inquietudine e di gratitudine la poesia è l’unico modo per dire cose umane, l’unica via che porta dritta al cuore, l’unica di cui non ci possiamo vergognare. Giammai!

Angelo Battiato

Caro Angelo, diceva il grande Russel: “la cultura è tutto ciò che rimane dopo aver dimenticato tutto”. Bocciare!? Rimandare!? Sei politico!? Il nostro “lavoro” è ben altro! Il nostro prodotto non è mai finito, noi non lavoriamo in fabbrica, non produciamo cuscinetti in serie o teste di chiodi. Noi siamo educatori! Ed educhiamo i giovani a crescere, e l’educazione è permanente, dura tutta la vita; bocciare è come uccidere la vita, un vero delitto. Bocciare significa precludere, che cosa? La crescita umana e culturale non avviene in tutti allo stesso modo e negli stessi tempi; ognuno vuole il suo. E poi, non tutti hanno gli stessi talenti e identiche vocazioni. Bocciare vuol dire scartare, e questo non fa parte del nostro ruolo e della nostra funzione. Quello che ho scritto l’ho praticato per 41 anni di insegnamento. Dicevo ai miei alunni: io sono uno che educa diseducando. E così nasceva la discussione! E’ questa la scuola: fare sbocciare la discussione che si alimenta con la coscienza e la scienza nostra - se ne abbiamo.
Altrimenti siamo solo “istruttori” di scuola guida!

Nuccio Palumbo


Al futuro che verrà

Mentre fuori infuria la bufera
e la rabbia deforma i nostri volti,
il riso è un ricordo assai lontano,
il canto è confuso nel passato,
da raccontare come recita a Natale.
E fingiamo di non saperlo,
ma in fondo tutti lo sappiamo,
che niente sarà come prima,
che nessuno sarà lo stesso,
e lo stesso mondo non ci sarà più,
e quel sorriso tremulo è finito,
e neppure il sole, e l’autunno,
e le rondini e le altre stelle.
E grida il mio cuore solo al pensiero.

E io vivrò per ricordare quest’istante
d’offesa, d’orgoglio, di paura.
Come cespugli e porcospini,
o come Alceo, poeta e combattente,
l’ombra cancellerà i volti muti,
di piccoli uomini e piccole donne,
seduti all’ombra del potere,
su sedie che non sono vostre,
che non vi sono mai appartenute.
Mentre i ragazzi migliori
pensano ai mattini d’estate,
al futuro che verrà,
alla vita e a fare l’amore.
Voi avete solo l’ardire di parlare
e di giudicare, e solo questo vi resta,
“sei politico, bocciatura, promozione”.
Ma chi su’ ‘ssi cosi!?
Pezzi di bottiglia sparsi sulla riva
mentre il vento s’accuccia con le onde
e bacia la bandiera della vita.

Angelo Battiato


A futura memoria, se la scuola ha un futuro






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-24884550.html