Docenti di scuole paritarie senza stipendio. I genitori non possono pagare le rette
Data: Giovedì, 09 aprile 2020 ore 10:30:45 CEST
Argomento: Istituzioni Scolastiche


Oggi giovedì 9 Aprile, a partire dalle ore 14 sono previste interpellanze urgenti al Governo, tra queste una depositata dal deputato della Lega Rossano Sasso, membro della Commissione Cultura della Camera dei Deputati. L’interpellanza riguarda la situazione critica delle scuole paritarie. Anche le scuole paritarie sono chiuse per l’emergenza della pandemia e i docenti si sono attrezzati con ogni mezzo per stare vicini ai ragazzi e seguirli con l’innovativa didattica a distanza. Molti genitori che non lavorano, sono in difficoltà per pagare le rette e gli Istituti, non avendo introiti non sanno come poter pagare i docenti che, lavorando a distanza, non hanno diritto ai benefici della “cassa integrazione”.

Nell’interpellanza si chiedono: l’immediata erogazione dei contributi già assegnati alle scuole paritarie; l’erogazione di ulteriori contributi aggiuntivi per esonerare le famiglie dal pagamento delle rette, l’estensione agli alunni delle scuole paritarie l’accesso ai fondi previsti per l’implementazione delle piattaforme didattiche a distanza, la detraibilità integrale delle rette pagate dalle famiglie per la frequenza scolastica e per i servizi educativi delle scuole paritarie e private per l’anno 2019/20.
Non sono richieste impossibili e l’emergenza sollecita una pronta risposta.
Tra i tanti guai del d.C. (che non è il dopo Cristo, bensì dopo il Coronavirus) si prevede la chiusura di numerose scuole paritarie che provoca la perdita di 100.000 posti di lavoro tra personale docente ed amministrativo.

 Dove andranno gli 800.000 studenti che oggi frequentano le 12.000 scuole paritarie?
 Lo Stato dovrà provvedere e garantire il diritto allo studio a questi cittadini.
 Si prevede per lo Stato,  anche a causa delle carenze di locali e di spazi (distanziamento fisico)   avrà un aggravio di spesa di oltre tre miliardi, che invece potrebbero essere risparmiati aiutando i docenti e i genitori delle scuole paritarie.

 Si potrebbe benissimo provvedere adottando, come più volte richiesto e sollecitato da Suor Anna Monia Alfieri, il progetto del “costo standard per studente” inserito in una riorganizzazione del finanziamento di tutto il sistema d’istruzione italiano, comprensivo di scuole statali e scuole paritarie, affinché si possa definire con chiarezza la “quota capitaria”, e cioè quella somma necessaria per garantire l’istruzione di ogni alunno.

Adottando questo principio si risolvono tanti problemi e si garantisce ai genitori la libertà della scelta educativa, come prevista dalla Costituzione.
Sono trascorsi invano 20 anni dalla Legge sulla parità e ancora c’è tanta strada da fare.

Giuseppe Adernò





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