'Agata, Vergine e Martire'. Dramma sacro di Pino Pesce al teatro Sangiorgi, di Catania
Data: Mercoledì, 12 febbraio 2020 ore 18:00:00 CET
Argomento: Redazione


E’ stato come ritornare indietro nel tempo, quando era difficile essere cristiani, quando chi abbracciava la nuova fede venuta dall’oriente “appendeva la propria vita sulla punta di un bastone”, quando anche una giovane ragazza siciliana di buona famiglia, che si consacrava a Gesù metteva a repentaglio la sua esistenza, e quando la fede era veramente vissuta come “sale della terra”, “luce del mondo” per illuminare le genti con l’amore e la carità. Quest’atmosfera di speranza e di persecuzione, di luce e di buio, di lotta tra il bene e il male, in un ambiente semplice, normale, quasi casalingo, l’abbiamo vissuta intensamente, lunedì 3 febbraio, al teatro Sangiorgi di Catania, con lo spettacolo teatrale, “Agata, Vergine e Martire”, di Pino Pesce, patrocinato dal “Comitato dei festeggiamenti per Sant’Agata”, nell’ambito delle celebrazioni per la Santa Patrona di Catania. Siamo nel III d.C. e infuriano le persecuzioni contro i cristiani, per ordine dell’Imperatore Decio, e a Catania il proconsole Quinziano segue alla lettera i dettami imperiali, perseguitando, imprigionando e uccidendo chiunque si fosse “macchiato” dal fuoco della nuova e incomprensibile religione cristiana.

E’ presente sulla scena, in maniera evidente e prorompente, il rapporto e lo scontro, sanguigno, violento, “all’ultimo sangue”, tra la giovane Agata e Quinziano, tra la giovane catanese, felice della sua fede, quasi ingenua, e il rappresentante dell’imperatore di Roma, duro, intransigente, a tratti violento e aggressivo nel difendere la religione dello Stato. Si contrappongono due mondi, due visioni della vita, due modi di vedere la trascendenza e l’immanenza. Alla fine, viste le forze in campo, con l’arroganza e la violenza, vince il “carnefice” Quinziano, e perde “la perseguitata” Agata, anche se piena di candore, di purezza e di luce, che traspare dalla bellezza dei suoi occhi, che muore, tra terribili sofferenze, il 5 febbraio del 251 d.C.

Ma  “chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà”, recita il Vangelo, e Agata alla fine vincerà, trionferà la forza della sua fede e dell’immensa dedizione a Dio. «La mia rappresentazione ha un elevato valore educativo e formativo per l’intera comunità. – dichiara il prof. Pino Pesce, regista e autore del dramma sacro – Vuole parlare al cuore della gente, in particolare ai giovani, ancora in via di formazione, quali costruttori di un futuro di rispetto e quindi di civiltà».

Il dramma è stato portato in scena dall’egregia regia di Pino Pesce e da “cento eccellenze catanesi”: Verdiana Barbagallo (Agata), Giuseppe Parisi (Quinziano), Pasquale Platania (Narratore), Nino Spitaleri (Vecchio e Mario Rapisardi), Jakov Greebe (San Michele Arcangelo), Gabriele Ricca (Lucifero), Tania Marino (mamma di Agata), Laura Miano (danzatrice); e poi: Luca Sinatra, Salvo Gambino, Pippo Ragonesi, Jonathan Barbagallo, Clara Ferruccio, Aurora Guglielmino, Giulia Blanciforti, Lorena Lattuca, Martina Trovato, Gabriela Contarino, Chiara Apa, Rossella Motta, Giulia Pagliaro, Federica Longo, Chiara La Mela, Maria Nicosia, Alessandra Di Mauro, Pia Lattuca, Paolo Messina, Rebeca Vacaroiu, Noemi Fiammingo, Agnese Platania, Alessia Arena, Alessia Putrino, Chiara Motta, Martina Zenta, Giordana Aiello, Andrea Guglielmino, Paolo Messina, Antonio Nicosia, Antonio Rosa. Le scene e i dialoghi sono stati arricchiti dalle musiche del Coro Lirico Siciliano, diretto da Francesco Costa, e della Schola Cantorum Scuola Media “Q. Majorana”, diretta da Norma Viscusi.

Il Trucco e parrucco sono dell’Educational Center di Motta Sant’Anastasia; la coreografia di Alfio Barbagallo; i costumi di Liliana Nigro. Lo spettacolo è stato presentato dalla prof.ssa Lella Battiato Majorana, con la gentile accoglienza degli studenti dell’Istituto Alberghiero “K. Wojtyla”, di Catania.

Angelo Battiato


Foto di Pietro Nicosia






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