'A cugnizioni familiare: fondamento della civiltà romana
Data: Domenica, 24 novembre 2019 ore 06:00:00 CET
Argomento: Redazione


Che cos'è 'a "cugnizioni"? Cosa rappresenta, cosa significa, come spiegarla!? E soprattutto, cosa c'entra con l'impero romano!? Io credo che la storia della civiltà romana, dalla repubblica all'impero, non può essere compresa fino in fondo se non si capisce cos'è 'a cugnizioni", se non si comprende il concetto e il significato di questo termine e il suo senso profondo. Perché dietro questa semplice "paruledda" - ne sono convinto e proverò a spiegarlo - si nasconde la grandezza e la potenza millenaria di Roma. In questa espressione ci sta l'essenza, l'identità e la ragione stessa dell'esistenza di Roma, il motivo della sua forza e della sua continuità storica. Anzi, dirò di più, l'intera civiltà romana, durata oltre mille anni, trae fondamento da questa parola, si poggia su questo concetto, ne trae sostanza e vitalità. 'A cugnizioni.

Nella cultura romana la famiglia era il fondamento e il cardine della società, era un'istituzione sacra su cui si fondava la Stato, la nazione, l'identità, la tradizione, l'economia.
La famiglia nell'antica Roma, era molto più ampia della nostra, oltre al padre, alla madre e ai figli, comprendeva anche la moglie dei figli, i nipoti, gli schiavi, i servitori, le ancelle, i clientes e i liberti.
A capo della famiglia c'era il maschio più anziano, il "Pater Familias", autorità indiscussa del patriarcato romano, che aveva il diritto e il potere di vita e di morte su tutti i membri della famiglia. Era lui a tramandare l'appartenenza alla Gens. Il pater familias era l'unico a possedere la piena capacità giuridica, cioè, disponeva pienamente del patrimonio familiare, poteva predisporre o autorizzare la compravendita dei beni mobili e immobili o qualsiasi atto giuridicamente rilevante. Deteneva, inoltre, anche il potere giudiziario, infatti aveva la facoltà di emettere sentenze, anche capitali, contro tutti i membri della famiglia che avessero commesso un reato. Poteva liberamente diseredare i figli.

Alla nascita di un bambino decideva se tenerlo oppure abbandonarlo e lasciarlo morire. Dopo il pater familias c'era sua moglie, la "Matrona", a volte molto influente nelle dinamiche familiari, poteva possedere dei beni propri, ma, come le figlie e le sorelle, era soggetta al potere del marito. La donna romana occupava una posizione subalterna, in famiglia e nella società, e non possedeva neppure un nome individuale, perché era considerata non tanto come individuo, ma come "parte della famiglia".

Poi c'erano i figli, i maschi venivano istruiti ai valori aristocratici dal padre o da precettori; le bambine erano introdotte al governo della casa dalla madre. Poi i servi e le ancelle, che potevano essere consanguinei, ma più spesso si trattava di servitori legati alla famiglia anche da generazioni, oppure di liberti (schiavi liberati). Erano totalmente dipendenti dal pater familias. Poi i clientes, che non avevano vincoli di sangue con la famiglia. Erano cittadini legati al patronus (che coincideva con il capofamiglia) da un vincolo di obbligo, in virtù di favori ricevuti. La loro fortuna (e spesso anche la loro vita) dipendeva da quanto il pater familias li tenesse in considerazione. Chi aveva più clientes era più importante.

E infine c'era la lunga schiera degli schiavi, che non avevano nessun potere e che dipendevano totalmente dal capo famiglia. Alla morte del pater familias la famiglia veniva meno e si scomponeva in tanti nuovi nuclei quanti erano gli immediati discendenti maschi. Un figlio liberato dalla patria potestas diventava a sua volta pater familias, anche se troppo giovane per poter assurgere al ruolo importante di pater. Un figlio, quindi, poteva diventare adulto solo se il padre lo "emancipava", ossia lo liberava dalla propria tutela, consentendogli di diventare a sua volta pater familias. Da un punto di vista giuridico, l'avvenimento che faceva di un uomo romano un vero e proprio capofamiglia non era la nascita di un figlio, ma la morte del proprio padre.

Se nessuna di queste due circostanze si verificava, il figlio, anche se era sposato e aveva figli a sua volta, anche se era un cittadino di pieno diritto e militava nell'esercito, non era considerato pater familias, quindi non aveva piena autonomia economica, non poteva stipulare un contratto o fare testamento, non poteva comparire autonomamente in tribunale ed era sempre sottoposto alla disciplina paterna.

All'interno della famiglia romana, inoltre, venivano celebrati i riti religiosi, molto sentiti dai romani, che erano affidati alle cure del capofamiglia, nelle funzioni di sacerdote, e nelle loro dimore venivano conservate le statue dei Lari (antenati della famiglia) e dei Penati (spiriti protettori della famiglia). Alla famiglia romana, alla sua struttura gerarchica e alla sua rilevanza sociale e culturale si "lega" il concetto di cugnizioni.

E 'a cugnizioni non è solamente la condizione socio-economica, lo status sociale, la classe sociale di appartenenza, la posizione che ricopre e che viene riconosciuta dalla società alla famiglia di un "civis romanus", ma è anche altro, molto altro e molto di più. 'A cugnizioni "sono" i valori, le idee guida, la filosofia di vita, i convincimenti, i discernimenti, le virtù, la dignità, la rispettabilità, l'onorabilità, l'onestà, l'etica, la morale, il decoro, il coraggio, la comprensione della propria gente, il senso di appartenenza, l'attaccamento alla comunità, il radicamento al proprio territorio e al proprio vissuto, il riconoscimento delle proprie radici, l'amore per la propria storia personale, la difesa e l'onorabilità dei genitori, della propria stirpe, della progenie, degli antenati, l'amore per la patria.

'A cugnizioni significa "ca non semu tutti 'i stissi". 'A cugnizioni è testimonianza, esempio, progetto, eredità del popolo Roma. E' modello, traccia di un altro mondo che era possibile. Era.
Questa è 'a cugnizioni: il sangue, la famiglia, la stirpe, la gens. La radica della città eterna. La radice di Roma caput mundi. E su questo basamento si fondò la civiltà romana, durata oltre mille anni.

Angelo Battiato





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