Amara lettera di inizio anno
Data: Lunedì, 11 novembre 2019 ore 06:00:00 CET
Argomento: Sindacati


Carissimi colleghi e compagni di sventura Il tempo passa e un altro anno scolastico ormai è iniziato fra mille problemi ennesime discriminazioni e solita scontata mancanza di considerazione nei confronti del personale ATA. Purtroppo tutte le nostre giuste rivendicazioni che esplicitiamo di seguito passano in secondo piano, anzi scompaiono addirittura, di fronte a quanto successo a Milano, perché nulla è paragonabile alla vita di un nostro piccolo alunno che non c’è più a seguito di un tragico incidente accaduto nella sua scuola durante l’orario scolastico; profondamente colpiti siamo vicini alla famiglia in questo terribile momento ed evitiamo di rivangare quello che abbiamo sempre affermato con forza ma che solo ora tutti stanno ribadendo.

E’ cambiato il Governo ma i nuovi e/o vecchi politici continuano a proferire elogi ai docenti promettendo loro aumenti stipendiali “…..È necessario dare un riconoscimento agli insegnanti. Penso ad un aumento mensile a tre cifre,….””……Bisogna creare le condizioni perché i docenti possano fare bene, solo a quel punto valutazione e premio per merito….” “....i docenti italiani, come ci ha ricordato recentemente il rapporto Ocse, sono tra i meno pagati in Europa: aumentare la loro retribuzione è doveroso, trovare le risorse deve essere un impegno prioritario di tutto il governo…” ”….Il problema è che lo stipendio di chi insegna in Italia, come certificato di recente dall’Aran, è talmente ridotto ai minimi termini che anche il costo della vita lo ha sovrastato: addirittura di 12-14 punti di inflazione certificata negli ultimi dieci anni rispetto ai compensi mensili. Un ritardo che è stato quantificato in oltre mille euro di potere d’acquisto solo negli ultimi sette anni…”. E chi più ne ha più ne metta…… o sarà solo una distrazione un refuso e tutti pensano di aumentare gli stipendi giustamente anche al personale amministrativo tecnico ausiliario che vive lavora e si prodiga nelle scuole statali?...............

Peccato che nessuno si ricordi o colpevolmente non sappia che, come abbiamo fatto notare più volte, sono gli stipendi degli assistenti e dei collaboratori che fanno abbassare notevolmente la media stipendiale dei dipendenti della scuola statale come si può evincere facilmente consultando le tabelle con le retribuzioni lorde mensili:

collaboratore scolastico: 1390,21 - assistente amministrativo o tecnico: 1538,27

docente di scuola primaria o infanzia: 1871,93 - docente di scuola secondaria: 2014,38.

Pertanto decisamente molto bassi, se si pensa che il netto di un collaboratore si aggira sui mille euro, considerando inoltre che spesso il titolo di studio è uguale o maggiore a quello degli insegnanti e che le mansioni svolte attualmente non corrispondono più alla sorpassata ed anacronistica ma purtroppo sempre in vigore carriera esecutiva.

Speriamo che il nuovo Governo punti come detto sulla scuola, eliminando le diseguaglianze sociali e valutando quindi e finalmente gli ATA aumentandone in maniera consona gli organici in quanto sono figure indispensabili anche per la sicurezza e la sorveglianza.

I fondi si possono e devono reperire come abbiamo più volte affermato ad esempio con la eliminazione del “carrozzone” INVALSI, la drastica riduzione dei finanziamenti alle scuole paritarie che non utilizzano le graduatorie statali per le loro assunzioni ma altri sistemi…, l’eliminazione della figura dei revisori dei conti per le scuole, l’uso di tutti i risparmi generati da vari ridimensionamenti e contrazioni organiche solo per il comparto scuola pubblica, il blocco degli aumenti alle pensioni “baby”, l’eliminazione e/o riduzione delle spese militari all’estero, la diminuzione degli stipendi di politici parlamentari e addetti alle Camere, la riduzione del numero dei parlamentari (che forse finalmente sarà varata?!?), la riduzione delle consulenze esterne da riassegnare all’interno della P.A. o nelle Commissioni Parlamentari, la riduzione degli affitti della P.A. verso terzi ecc….

Eclatante è stata la decisione, non dissimile da quella degli anni precedenti, di prevedere per le nomine in ruolo solo 7.646 posti a fronte dei circa 19000 vacanti, procurando pertanto alle scuole e, ovviamente all’utenza e in primis agli alunni, notevoli problemi, ma di assumere a tempo indeterminato dal primo gennaio 2020 i lavoratori delle cooperative private; anche questa volta si è deciso di NON stabilizzare i nostri precari su tutti i posti vacanti con una fase transitoria di assunzioni da attingere, oltre che dalla prima fascia, anche, in caso di esaurimento delle permanenti, da nuove graduatorie provinciali, da istituire con una apposita legge, che comprendano tutti gli aspiranti inseriti in seconda e terza fascia che abbiano prestato servizio per almeno 180 giorni in sole scuole statali nella stessa qualifica e che abbiano anche il titolo di studio attualmente necessario, come ora stanno proponendo, ma solo per i docenti come al solito, alcuni sindacati e parlamentari. In tal modo si riuscirà “a premiare il servizio già prestato, ma senza dimenticare la meritocrazia”, e si “restituirebbe alle scuole il personale adeguato e necessario per garantire la giusta vivibilità delle aule, per gli studenti e per gli stessi lavoratori” perché, come è stato giustamente detto “bisogna proprio ribaltare l’idea che dalla crisi si esca soltanto tagliando e risparmiando” e si eviterebbe di avere in servizio personale non qualificato.

Altra assurdità è stata la telenovela relativa ai fondi del FIS che sono stati accreditati alle scuole solo ad agosto inoltrato; questo ritardo vergognoso era dovuto ufficialmente all’Ufficio Centrale di Bilancio del Mef, che non aveva ancora registrato i relativi decreti, ma il risultato comunque è stato che le segreterie hanno dovuto affrontare l’ennesimo super lavoro, tra l’altro in un periodo di meritate ferie, per poter pagare i compensi al personale interessato che tuttavia in molti casi ha preso in ritardo quanto dovuto.

Anche la Commissione paritetica sull’ordinamento professionale del personale ATA istituita ai sensi dell’art. 34 del CCNL 2016-2018 e voluta probabilmente per non procedere in sede di contrattazione alla doverosa e da noi più volte richiesta revisione di aree e profili, ormai inadeguati rispetto a tutti i mutamenti dovuti all’autonomia e all’innalzamento dei titoli di studio necessari, si è riunita solo tre volte dalla sua costituzione perché nessuno ha compreso che i lavoratori ATA sono ormai oberati da impegni e compiti sempre più complessi e stressanti.

Non è stata ancora trovata una vera soluzione per la problematica situazione in cui versano quegli assistenti amministrativi facenti funzione DSGA, sfruttati dall’Amministrazione che oggi ritiene che non siano più competenti in quanto senza laurea specifica (ma ci sono ministri non laureati o addirittura non diplomati).

Il lavoro dei direttori dei servizi generali ed amministrativi, degli assistenti amministrativi e tecnici e dei collaboratori scolastici è anche quest’anno, e da ora purtroppo ancor di più, oltremodo stressante fra mille incombenze, continui e ulteriori trasferimenti di compiti da altre amministrazioni, come ad esempio l’INPS, sistemi che non funzionano, attrezzature obsolete, carenze ormai croniche degli organici dovute ai tagli perpetuati negli anni e alla mancata revisione dei loro criteri di definizione, divieti di sostituzione colleghi assenti e a volte penuria di disposizioni precise. Inutile dilungarci in esempi dettagliati poiché tutti voi conoscete perfettamente questa drammatica situazione vivendola ogni giorno, ma vogliamo ricordare che sicurezza e sorveglianza devono essere sempre e comunque “garantite nei luoghi in cui i nostri ragazzi passano le giornate”, perché non ci siano più tragedie immani; a tal proposito confidiamo che gli organismi preposti intervengano al più presto soprattutto su organici e divieti assurdi.

Il personale ATA non può e non deve essere equiparato agli altri dipendenti pubblici in quanto il suo lavoro è totalmente diverso essendo a contatto con minori, perciò il MIUR deve pretendere che non vengano applicate anche alle scuole misure pensate per la pubblica amministrazione nel suo insieme; auspichiamo pertanto che si elimini effettivamente, e non solo a parole, la decisione di impegnare milioni di euro, sottratti ad investimenti necessari come per la sicurezza e la funzionalità, per installare costosi rilevatori di impronte per combattere un assenteismo non presente nelle scuole.

Tutti voi dovreste finalmente capire che solo unendoci potremo farci rispettare e considerare ottenendo un giusto riconoscimento giuridico ed economico; da parte nostra cercheremo di far recepire ai nostri governanti e ai media le nostre e vostre giuste rivendicazioni offrendo la nostra consulenza e mettendoci a disposizione di chi vorrà finalmente e fattivamente interessarsi alle nostre problematiche in modo da rendere i nostri istituti luoghi dove tutti, sia alunni in primis che personale possano vivere e lavorare con serenità e tranquillità.

Anche se profondamente rattristati da quanto successo, vi e ci auguriamo comunque un buon lavoro nel delirio quotidiano delle nostre scuole statali, che sopravvivono anche grazie al nostro e vostro modesto ma essenziale contributo.

Dipartimento stampa Feder.ATA





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-24884251.html