A sipario alzato
Data: Giovedì, 17 ottobre 2019 ore 14:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Stasera nel salotto logoro e sempiterno di Vespa va in onda il "confronto" fra Salvini e Renzi. Ne ho visto qualche minuto l'anteprima e ho capito che per me poteva bastare, temevo l'orticaria, per varie ragioni. Il cliché di uno spettacolo logoro con due personaggi che fanno a gara a chi le spara più grosse, che si rinfacciano errori, cadute, cercando ciascuno il proprio applauso scrosciante. Ma no, la politica è altro, è piacere del confronto, anche serrato, ma su progetti, o almeno programmi per una società, è capacità di immaginare, di costruire, di andare oltre il possibile. Non è una guerra fra bande con gli spettatori legati al tubo catodico, in dormiveglia, o vogliosi di rivincita come allo stadio.

Gli “amillai ton logon” ossia i duelli di parole, presso i Greci erano il cuore pulsante del sistema democratico, un dibattito politico-pubblico che coinvolgeva i cittadini, arricchendosi nello scambio, che aveva come esito il decidere, ossia il governare. E questa idea della politica ha accompagnato la storia e cultura dell’Occidente per lungo tempo.

Qui ora tutto è cucito su misura, a misura di personaggi improbabili, spesso “leader” di partiti personali che non hanno alcun legame col territorio, non ne conoscono il passo, il respiro, vi arrivano non per raccogliere domande ma per rastrellare voti.
La personalizzazione in politica come un oppiaceo ha spazzato via i luoghi, gli attori, gli organismi con i quali la politica in quanto agire collettivo può realizzare le proprie finalità; la personalizzazione in politica ha svuotato di senso il rapporto fra istituzioni e società, minando fortemente l’istituto della rappresentanza; la personalizzazione ha indebolito lo scenario articolato della democrazia inclinando verso una forma spettacolarizzata che tutto confonde.

I politici attuali, Renzi, Salvini, Di Maio e molti altri sembrano dei neo-notabili scaltriti e rapaci, senza però il volto, la professione, lo status prestigioso di quelli ottocenteschi che comunque, in certo modo ed in quel contesto, rappresentavano i valori di quella società. Insomma questi sono degli arruffapopolo che girano ogni sera per le piazze mediatiche.

Sara Gentile





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