Mons. Gaetano Zito, padre, maestro e amico
Data: Mercoledì, 09 ottobre 2019 ore 12:47:15 CEST Argomento: Comunicati
Un altro grave
lutto colpisce la Chiesa di Catania con la perdita dell’ancora giovane
monsignor Gaetano Zito, dal 2006 Vicario episcopale per la cultura
della diocesi di Catania. Originario di Troina ha studiato a Catania e
a Roma, conseguendo prestigiosi dottorati in Storia Ecclesiastica
presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma ed anche il diploma
in biblioteconomia ed archivistica conseguiti presso la Scuola
Vaticana. Ha insegnato e ha diretto come preside per quattro mandati
(1999-2005 - 2008-2014) lo Studio teologico San Paolo e nei suoi 65
anni di vita e 42 anni di ministero sacerdotale ha ricoperto tanti
ruoli, compiti e funzioni. Il suo qualificato impegno pastorale, dopo
l’ordinazione sacerdotale ricevute nel 1977, è si è incarnato nel
quartiere di Monte Po, dove è stato zelante parroco, e poi come
cappellano del Monastero San Benedetto, in via Crociferi e Rettore
della Basilica di San Nicolò in Piazza Dante, sempre a servizio della
Chiesa anche nel ruolo di Vicario episcopale per la cultura, in dialogo
con il mondo della scuola e dell’università.
Fine intellettuale e storico di fama internazionale, ha curato
l’archivio storico della Diocesi e come docente ordinario di Storia
della Chiesa e di Metodologia dello studio, ha formato numerosi
seminaristi, poi sacerdoti, delle diocesi della Sicilia orientale.
I libri che ha pubblicato documentano i filoni della ricerca storica
che hanno caratterizzato i suoi interessi culturali: la biografia del
Beato Card. Benedetto Dusmet; un volume sulla storia delle Chiese di
Sicilia, sulla devozione a San’Agata; la biografia del Card. Agostino
Casaroli, Segretario di Stato della Città del Vaticano dal 1979 al
1990, promotore del secondo Concordato tra la Chiesa e lo Stato
italiano.
Oltre al testo di studio sulla “Metodologia- note per lo studio e la
redazione di un lavoro scientifico”, ha pubblicato: “La radice di un
carisma (Suore Orsoline della Sacra Famiglia); “Educazione della donna
in Sicilia” ( Figlie di Maria Ausiliatrice).
Lo ricordiamo tutti come prete giovane, intelligente, forbito nel
parlare, carismatico nella relazione, brillante nell’organizzazione di
eventi e convegni. Ha collaborato con l’Arcivescovo Mons. Bommarito
alla complessa organizzazione della visita a Catania di Papa Giovanni
Paolo II il 4 novembre del 1994.
Si è fatto voler bene da tutti e lo si vedeva come candidato
all’episcopato e come ha scritto anche il sindaco di Catania Salvo
Pogliese "La scomparsa di Don Gaetano Zito, lascia un grande vuoto nel
mondo ecclesiale, della cultura e della società catanese e nei
tantissimi che lo hanno conosciuto, apprezzandone lo speciale carisma
di sacerdote e di studioso”.
“Quando muore un prete, in cielo si accende una stella” ed ora
nell’oscurità della notte si vede brillare una nuova luce nel cielo e
dall’alto continua la sua vigile azione di amore e di servizio per la
Chiesa e la città di Catania e di Troina, sua città natale.
“Il diffuso cordoglio per la sua scomparsa a Catania e nella Chiesa, ha
scritto il sindaco Pogliese, è la concreta testimonianza di questa
impronta forte che ha lasciato tra i cittadini e i credenti, nei
molteplici ruoli di servizio ricoperti”.
La chiesa sognata e descritta da Mons. Zito è protesa alla ricerca
dell’essenziale, della spiritualità profonda che offre servizi e
accoglienza e più volte con autorevoli interventi, nel rigoroso
rispetto delle fonti storiche, ha cercato di scalfire la crosta delle
tradizioni religiose al fine di recuperare l’essenziale del sacro e del
mistero.
Durante i festeggiamenti agatini era atteso all’alba del 5 febbraio il
suo intervento dopo il canto delle Benedettine e quest’anno, non
essendo avvenuto il passaggio da via Crociferi, il discorso è stato
pubblicato sul giornale, quale monito per la Chiesa in cammino e
messaggio di Agata per i suoi fedeli devoti.
Questi lunghi mesi di malattia e di dolore l’hanno purificato come
l’oro nel crogiuolo e con l’amorevole assistenza della sorella
Antonella, e guardando la reliquia del Beato Dusmet che gli è stata
portata nella camera della clinica, ha terminato il suo cammino terreno
nel dolce incontro con il Signore.
A noi suoi amici che, come gli antichi cristiani, “non ci chiediamo
perché Dio ce l’ha tolto, ma Lo ringraziamo per avercelo donato” il
compito di custodire il dono della sua missione pastorale, i suoi
insegnamenti di vita per una cultura a servizio dell’uomo nella ricerca
del bene comune e la crescita sociale e civile della comunità cittadina
e diocesana.
Giuseppe Adernò
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