A spasso sulla Luna
Data: Sabato, 20 luglio 2019 ore 08:00:00 CEST Argomento: Redazione
Che luna
malandrina quella notte! Enorme, immensa come non l’abbiamo mai più
vista. Con il suo enorme volto bianco argento, sembrava vicinissima,
fino a sfiorarla con gli occhi, fino a toccarla con un dito, fino a
sentirla nostra. Pareva disegnata, come nei presepi della nostra
infanzia, imperlata di cotone e di carta velina, su d’un cielo
incartapecorito, nerissimo e invitante; galleggiava quasi, tra i nostri
sogni e la perduta innocenza d’un mondo che da allora cambiò per
sempre.
Solo la luna quella notte. La nostra amata luna. A pensarci bene,
sembravamo tanti piccoli Ciàula che “scoprivamo la luna” quella notte.
“Grande, placida, come in un fresco luminoso oceano di silenzio, gli
stava di faccia la Luna. Eccola, C’era la Luna! la Luna!”.
E come Ciàula, anche noi abbiamo pianto quella notte, “senza saperlo,
senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva,
nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo
ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che
rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si
sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore”.
In quella notte, non facemmo caso neppure alla lunga diretta televisiva
di Tito Stagno, col suo famoso, “Ha toccato!”, mentre ancora non aveva
toccato. Non facemmo caso neppure al colore della bandiera a stelle e
strisce, se sventolava o se era rigida e innaturale. Non facemmo caso
neppure alla storica frase, “E’ un piccolo passo per l’uomo, ma un
grande balzo per l’umanità!”. Niente!
Quella notte la luna era il sogno dell’uomo che diventava realtà, il
desiderio incontaminato che diveniva storia, il traguardo di sempre che
si faceva vita. Sogno e visione della nostra infanzia e dei “favolosi
anni sessanta” che volgevano alla fine, “In quell’estate che non era
estate. Ma era la prova di un lunghissimo autunno. Di foglie al vento e
di barricate”.
Ricordo le immagini tremolanti del canale nazionale e noi che
scendevamo insieme a Neil, scendevamo dalla piccola scaletta
dell’Aquila “posteggiata” nel Mar della tranquillità, e camminavamo,
saltellando, insieme a lui, liberi, fieri, felici. E da lassù
scorgevamo il nostro pianeta, il nostro piccolo “atomo opaco del male”.
Era la notte del 20 luglio 1969. Peccato non aver fatto in quel momento
un selfie con la terra a ricordo dell’evento! E pensare che quaggiù
qualcuno scrive ancora poesie alla luna. Una mia amica ha il coraggio,
dopo cinquant’anni, di sognare ancora cantando alla luna.
Angelo Battiato
Io e
la Luna
Questa notte,
o Luna,
siamo sole
io e te.
Raccontati
confidati,
qual è il tuo segreto?
Svelami il mistero
della tua pacata danza
l’armonia della tua luce
la serenità del tuo sguardo,
ti ascolto,
o Luna.
Anna
Maria Gazzana
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