L’Anima e il Corpo (Parte I)
Data: Sabato, 06 luglio 2019 ore 08:00:00 CEST Argomento: Redazione
"Che cos'è l'Anima ? L'Anima è Coscienza e brilla
come la luce dentro al cuore."
Brihadaranyaka Upanishad
Il pensiero è al fondamento del mondo fenomenico, che soverchia e
maschera l'Anima.
Quando ci risvegliamo dal sonno profondo o dal sogno prendiamo contatto
col mondo fisico e col nostro corpo.
Ad ogni nostro risveglio dal sonno o dalla "piccola morte", in modo
mirabile e non del tutto esplicato per la nostra consapevolezza
ordinaria, ogni cosa con gli elementi, gli atomi e le molecole è come
se risorgesse e si ricomponesse uguale a come era prima di
addormentarci.
Ed allora la nascita, la morte e la rinascita sono molto più sottili di
quello che pensiamo, di certo non sono fenomeni che sconosciamo e non
avvengono solo una volta nella vita, perché invero fanno parte della
nostra esperienza quotidiana e noi nel corpo d'abitudine moriamo e
rinasciamo o ci rincorporiamo ogni giorno, in ogni età evolutiva e
involutiva.
La reincarnazione non ci è sconosciuta, poiché essa in realtà è parte
del nostro essere e divenire individuale.
La nascita, la morte e la rinascita si riflettono persino nella
composizione, struttura, biochimica e metabolismo di ogni cellula,
tessuto, organo e sistema, e quindi nella salute e nella malattia del
corpo, secondo se sono nell'integralità e nell'armonia, oppure fasi
disarmoniche e disgiunte tra loro.
Nascita, morte e rinascita sono fenomeni della Natura, di qualsiasi
organismo e corpo, che fanno parte della nostra esperienza quotidiana e
non sono affatto nel mistero, né tantomeno appartengono alle religioni.
Più esattamente in modo straordinario e stupefacente al risveglio dal
sonno profondo o piccola morte noi rinasciamo nello stato di Veglia, di
consapevolezza del mondo fisico, mentre quando capita la morte
rinasciamo nello stato di consapevolezza del mondo metafisico, che
include quello fisico.
Vita e Morte convivono in ogni istante nel nostro animo per aprirci le
porte della Vita Infinita.
Ed allora la morte è un'illusione dietro cui si cela sempre la vita e
non è di certo l'evento pauroso che quasi tutti, con vari svaghi e
piaceri, cercano di sviare anche semplicemente per non parlarne.
In realtà essa è un stato transitorio d'incoscienza come il sonno
profondo, sullo sfondo di cui la Coscienza e la vita invitte
continuano, anche se in un modo e piano diversi.
In altre parole il sonno e la morte sono la stessa cosa, ossia degli
stati transitori di occultamento della Coscienza, che in questi casi si
disconnette per qualche tempo dalla mente, ma che invero è sempre
presente e desta.
La differenza tra entrambi è che il sonno si verifica ogni giorno,
mentre la morte succede una sola volta in ogni vita, quando si perde il
corpo, ossia la forma o l'agente causale che ci connette con questo
mondo fisico, per risvegliarci, presto o tardi, nel corpo spirituale e
nel mondo metafisico.
Un corpo e un mondo spirituali a cui facciamo ricorso ogni giorno, nel
momento in cui siamo nello stato di sogno.
Ed ecco che in realtà la morte non c'è, perché ogni essere non smette
mai di vivere veramente e dietro il sonno, la morte, la rinascita e
ogni altra apparenza che ci circonda vi è un mondo integrale di Vita
Infinita ammantato di magia e stupore, che però a causa della nostra
superficialità non sappiamo cogliere appieno e che sconosciamo quasi
del tutto.
Ora bisogna pure dire che oltre il corpo, la visione e le altre
percezioni ogni giorno e ad ogni nostro risveglio, cioè nello stato di
Veglia ogni cosa risorge e si ricompone con tutti i nostri pensieri, le
nostre sensazioni, i nostri sentimenti, le nostre emozioni, le cose
buone e le difficoltà, cioè con tutto il nostro mondo e vita
particolari, che nel loro dipanarsi nel sistema organico corporeo
diventano molecole, secreti e composti corrispondenti.
L'ego dell'uomo si alimenta e si accresce in forza del pensiero avido,
che è in grado di determinare una reazione di ritorno, che in
definitiva è l'artefice della realtà fisica che ci circonda.
Tale ego è come una densa nebbia che ci impedisce di vedere davanti a
noi la maestosa montagna dell'Anima, dell'Infinità,
dell'Integralità della Vita.
Certamente possiamo ritenere questo di cui stiamo dicendo sconcertante,
inverosimile e incredibile, ma in realtà il mondo fisico, l'Universo è
nell'essenza generato dalla stupidità umana, ovviamente ciò inteso nel
senso della nostra decadenza in un mondo infelice, ossia nell'incubo
del mondo fisico intessuto dal dolore, dalla sofferenza, dal
decadimento e dalla morte.
Dio non vuole mai distruggere l'uomo, ma è l'uomo che vuole distruggere
l'uomo.
Questo è un punto fondamentale.
E così in questo mondo contorto e per molti versi assurdo ogni giorno
della nostra vita è così nel bisogno e nella necessità, nella
separazione e di certo non è integrale, non è nell'Armonia col
principio della Beatitudine, ed è nella separazione degli stati della
Veglia, del Sonno e del Sogno, che così non viviamo nella loro
integralità e continuità come invece dovremmo.
È il ritmo circadiano, del sonno-veglia, che confluisce in altri più
ampi: circa-settimanali, circa mensili, circa annuali e cosmici.
Tali ritmi vissuti nella separazione caratterizzano l'attuale stadio
della nostra evoluzione umana, che così sprofonda progressivamente e
con meccanismi quasi del tutto inavvertiti e sconosciuti da un'età
evolutiva ad un'età involutiva: due aspetti di un'unica cosa, frutto
dell'inganno della mente in quanto irreali.
Un inganno che come una rete imprigiona ogni essere umano nel ciclo
infernale ma illusorio di nascita, crescita, decadimento, vecchiaia,
malattia e morte.
All'inizio dopo la nostra nascita in questo mondo fisico noi accediamo
ad una prima fase della vita, ossia nell'età evolutiva, che a poco a
poco dall'infanzia passa nella giovinezza e poi nell'età adulta.
Al termine dell'età adulta si accede in un periodo diverso, di certo
regressivo della vita, cioè nella vecchiaia o nell'età involutiva di
cui si occupa ampiamente la geriatria, laddove il nostro corpo conosce
dei limiti enormi, tutta una serie di trasformazioni corporee quasi del
tutto negative, sempre più immersi nelle malattie, nel dolore e nella
sofferenza, che lentamente e inevitabilmente ci conducono nella morte,
ossia nell'illusione sconvolgente e paurosa della perdita del corpo
fisico.
In realtà la nascita, le varie fasi della vita, l'età evolutiva e
quella involutiva sono aspetti coesistenti, rotazionali ed invertibili
della vita, che nella sua vera natura è eterna, sempre nell'integralità
e nell'Infinità.
Il giovane ha dentro di sé il vecchio e il vecchio ha dentro di sé il
giovane, e in modo straordinario per la nostra comprensione, noi in
realtà siamo sempre in un'eterna giovinezza, forti e perfetti.
Ed ecco che possiamo dire che niente e nessuno nasce e niente e nessuno
muore veramente, in quanto nell'essenza siamo eterni.
Il tempo, come la stessa sua etimologia dice, è la divisione
artificiosa di un tutt'uno in passato, presente e futuro.
Pertanto tale divisione è un artificio della mente che proietta dinanzi
a noi una visione separata ed irreale di eventi nel senso lineare, che
dal passato è verso il futuro.
Invero tutti gli eventi sono coesistenti, sempre nell'Infinità,
simultanei e tutti vivi.
La vera realtà è un mondo fantastico e magico di Vita senza fine.
figura 1
figura 2
Figura 1-2 Lo scorrere lineare
degli eventi che vanno dal passato, al presente e al futuro non è vero,
in quanto essi sono tutti coesistenti, rotazionali, simultanei e tutti
vivi. Il passato non è morto, il presente non è l'attimo che
viviamo e il futuro non è il divenire, perché quando in un dato momento
di ogni presente noi osserviamo il mondo circostante è vero che vediamo
cose nuove e diverse, ma nello stesso istante noi siamo anche ciò che è
trascorso e ciò che saremo. Tutto questo trova una corrispondenza
sorprendente con gli stati di Sonno incosciente, Sogno e Veglia che
l'uomo sperimenta separatamente sul piano fisico. Tali stati e i vari
stati mentali di cui facciamo esperienza sono caratterizzati da una
frequenza elettromagnetica diversa, così come rilevato dall'EEG,
inventato nel 1929 da Hans Berger (Figura 2). Il Sonno profondo è la
nostra quotidiana caduta incosciente nel vasto oceano delle nostre
esperienze pregresse o nel passato, sia esso personale e sia esso
transpersonale. Quando siamo in tale stato possiamo avere un bagliore
di Luce della Coscienza, cioè il Sogno o il divenire da cui ad ogni
nostro risveglio spunta la Veglia. Così ogni giorno ci addormentiamo
nel passato in modo che la Coscienza possa rielaborarlo e al risveglio
risorgiamo nel presente e nel futuro, tutto continuando dal punto
d'interruzione che avevamo lasciato prima di addormentarci. Ma
talvolta, ai più fortunati, può succedere che la Coscienza illumini
simultaneamente tutti e tre questi stati ed è così che si sperimenta la
realtà vera, ossia uno stato diverso o 4° stato, integrale ed unitario
chiamato Turya, corrispondente al Nirvana, all'Illuminazione, dove
scompaiono ogni separazione tra di essi e il sonno da incosciente non è
più tale ma cosciente. Quindi nella vera realtà ciò che esiste è la
Coscienza o l'Anima che è sempre presente e desta e che tutto illumina
e rischiara. Ed ecco che la vita non è ordinaria ma straordinaria e
ogni cosa, se vogliamo, può cambiare positivamente in un istante se si
acquisisce la visione corretta dell'esistenza, che è sempre
nell'Infinità, nell'Integralità, nell'Eternità e nell'Unitarietà di
tutte le cose. Da Pixabay
Ma noi non crediamo facilmente a quanto sin qui abbiamo detto e con
tutto quello che di difficile ci capita nella vita o che siamo
costretti a vivere o che immaginiamo di vivere, cominciamo invece a
credere di non essere eterni ed immortali, bensì dei derelitti preda di
ogni necessità, di un beffardo destino e della morte, con tutti i
limiti imposti solo da un lato del mondo fisico, cioè quello negativo
dell'involuzione e dell'estinzione.
Si tratta di una evidente disarmonia tra due aspetti complementari ed
interattivi di una dualità illusoria, che è la causa della supremazia
indiscussa ed incontrastata del materialismo sull'idealismo, ossia
della mente sull'Anima.
È lo sprofondare in un incubo dove l'armonia tra i due lati
complementari della dualità illusoria del mondo fisico ossia tra il
positivo e il negativo delle cose è irrimediabilmente perduta, dove
ogni uomo conosce tutta una serie di limitazioni, di bisogni ed accede
così poco a poco nella vecchiaia, nel dolore, nelle sofferenze ed
infine nella morte.
Tutte le certezze e le cose costruite da ogni uomo quando era giovane e
forte, ora nella fase complementare della senescenza sembrano decadere,
votati al fallimento, per divenire prive di significato e valore,
niente di importante.
Difatti in tale fase l'uomo comincia a credere profondamente che è
nella degradazione della sua vita e così suo malgrado si ritrova in un
corpo decadente, fiacco e malandato, in cui ogni cosa gli appare
perduta per sempre, verso la sua inesorabile estinzione, sino a
giungere, presto o tardi, nell'epilogo drammatico ed illusorio della
sua vita o nella morte.
La biologia, la fisiologia e il metabolismo del suo corpo fisico
seguono tutte queste ataviche e forti convinzioni, cosicché l'armonia
tra le due fasi mutuanti di costruzione e distruzione, dell'anabolismo
e del catabolismo, si sbilanciano fortemente per protendersi solo verso
una sola polarità, ovvero verso la degenerazione e l'invecchiamento
delle cellule, dei tessuti e degli organi, ed è proprio così che ogni
individuo conosce il deterioramento del suo corpo, la vecchiaia, la
malattia, la sofferenza ed infine la morte.
L'artefice di questo triste scenario è lo strumento divino della mente
inconscia o recondita dell'uomo, che include tutte le possibilità e
potenzialità, poiché da molto tempo gli è sfuggita di mano e anziché
essere il dono del divino per vivere una vita bella e meravigliosa è
ormai fuori di sé, priva di ogni nostro controllo e ogni istante, senza
che noi ce ne accorgiamo, potentemente agisce a nostro sfavore, creando
il mondo fisico così come lo pensiamo ed immaginiamo nelle sue
profondità.
In definitiva l'attività della mente non è ininfluente, perché nel
corpo fisico essa si converte in molecole specifiche per gestire
l'intero metabolismo e fisiologia.
La psiche nasce dal cervello ed ha radici biologiche e così i pensieri
benefici e contorti sussistono e sono in vita tramite molecole
corrispondenti: benefiche e contorte.
La mente quando è molto attiva e se pensa ad una tossina o a un veleno
è capace di farli scaturire subito nel corpo con molta facilità,
provocando l'effetto corrispondente.
Perché l'interazione psicosomatica si svolge nel contesto di una
interazione strabiliante tra Coscienza, pensiero, azione, abitudine,
destino e corpo.
Gli effetti sul corpo di molecole di sintesi e farmacologiche si
fondano proprio su tale interazione e corrispondenza e in fondo poco
conta, se la sostanza sia prodotta all'interno o all'esterno del corpo,
cioè sia naturale o artificiale.
Si tratta dunque di una mente prodigiosa, che sovente è al di fuori
della nostra ordinaria consapevolezza, pressoché fuori controllo, ma
che in definitiva è lo strumento divino, straordinario e potente nelle
mani dell'uomo, da cui scaturisce l'intera realtà fisica, secondo degli
schemi o modelli personali e trans - personali prefissati, consolidati
dal tempo ed atavici, con tutta la sua complessità, meraviglia e
magnificenza.
Se riflettiamo bene la scienza non può offrire basi valide per spiegare
la realtà fisica, in quanto essa non esiste in quanto fenomenica.
Un albero, una casa e tutto ciò che osserviamo intorno a noi è un
insieme di fenomeni molecolari che l'esperienza ci aiuta ad organizzare.
In altri termini qui non è in discussione l'esistenza o meno del mondo
fisico fatto di particelle sub - atomiche, atomi e molecole, ma solo
evidenziare il fatto di come esse si aggregano all'esterno, in modo che
possano essere percepite secondo ciò che il cervello vuole che sia.
È come se la Natura giocasse con noi al gioco dell'ipotiposi, cioè nel
rendere presente alla nostra immaginazione dei fenomeni che non
esistono davvero.
Il mondo fisico è una proiezione complessa di cui sconosciamo il
meccanismo interiore da cui nasce.
Il mondo fenomenico non è il risultato di un riflesso, ma di
elaborazioni mentali per far sì che esso appaia non com'è nella sua
nudità, ma come desideriamo che sia e comunque non come è in realtà,
anche in relazione a degli schemi mentali già preesistenti del cervello.
Nell'ambiente, al di fuori di noi, non c'è veramente il mondo che
vediamo, bensì dall'ambiente si irradiano delle frequenze varie, suoni,
luci, colori, che poi la nostra immaginazione assembla secondo ciò che
il cervello desidera costruire in rapporto ai propri meccanismi
percettivi, alle esperienze pregresse, incluse quelle ataviche e
profonde.
Si arriva dunque ad una conclusione paradossale che per conoscere
l'Universo e ciò che ci circonda, non dovremmo usare la mente o il
corpo fisico, cioè la parte fisica od organica, in quanto essa
costruisce la rete dell'inganno o l'illusione di un mondo esistente di
per sé, che però non è vera e così imprigiona e incatena l'uomo nel
materialismo, ovvero nell'idea o nel limite dell'esistenza esclusiva
della materia che si auto organizza e si auto assembla nelle varie
forme da se stessa.
figura 3
figura 4
Figure 3-4 Statua ermetica del
Disinganno (1753-54) o della liberazione dall'inganno della mente del
Queriolo, nella Cappella di Raimondo Sangro Principe di
Sansevero, che si trova a Napoli, costruita nel XVI sec. La statua
raffigura un uomo avvolto da una fitta rete da cui tenta di liberarsi.
Accanto a lui un genio alato simbolo della luce e dell'Illuminazione,
ossia dell'intelletto umano capace di sovrastare l'istinto e la
passione, di liberarsi dalla mente e dall'ego avido. Il piede scalzo
poggia sul mondo che rappresenta l'ignoranza terrena per confluire
nella Sapienza propria dell'Illuminazione, dove si vede il mondo così
com'è e non come appare ai nostri occhi e sensi. Comunemente si pensa
che mente e corpo siano separati, ma non è così. Il pensiero difatti
sfocia nel corpo in un processo biochimico che si realizza nella
compagine del cervello. Possiamo dire che ogni molecola deriva da un
pensiero, sentimento ed emozione specifici. Alla fine la mente è il
risultato di una serie di esperienze. Essa è l'insieme delle esperienze
fatte e dello scontro delle nuove sensazioni con quelle fatte in
precedenza. Ogniqualvolta siamo coinvolti in un'azione scaturisce una
reazione mentale che crea karma o destino. Il pensiero quindi di per sé
non può essere produttivo, ma soltanto reattivo ad un'esperienza
precedente. Il pensiero, la mente creano la separazione e l'isolamento,
quindi si contrappongono all'Amore, perché dove c'è pensiero esiste il
desiderio e dove c'è desiderio non può esserci Amore. L'Amore non si
fonda sulla separazione ma è la conseguenza di una visione unitaria.
Innalzarsi nell'intelligenza significa vedere ogni cosa che costituisce
l'Universo come unità come un organismo del quale facciamo parte. La
conclusione è che per giungere alla Verità ed Amare veramente dobbiamo
disattivare la mente, cioè espandere ed elevare la nostra Coscienza per
vederci come un tutto - parte di un tutt'uno organico e funzionale.
Senza pensiero saremo nella Verità perché il pensiero stesso la
respinge. Per fare questo occorre intraprendere un percorso e un
processo di decondizionamento, rinunciando a tutto ciò che è il
possedere e all'ingordigia senza tregua della mente che ogni giorno
domina il nostro ego. Da Dominio pubblico
"Se qualcuno vi si
avvicina con un dono e voi non lo accettate, a chi appartiene il dono?"
Domandò il samurai. "A chi ha tentato di regalarlo", rispose uno
dei discepoli.
" Lo stesso vale per l'invidia, la rabbia e gli insulti", disse il
Maestro.
Marcello Castroreale
mcastroreale@alice.it
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