C’è vita oltre la scuola, ovvero, tra demonio e santità
Data: Venerdì, 05 luglio 2019 ore 15:00:00 CEST
Argomento: Redazione


E mentre il sole avanza all’orizzonte e accende il giorno, il vento corre a mille all’ora, un vento caldo, docile, deciso, sanguigno, e annuncia la bella estate, come ogni anno; annuncia promesse, attese, mattine di fuoco, notti di luna piena, giorni passati a perdifiato. E gioia, gioia vera, indicibile. E’ l’estate gelida dei professori. Chi si ricorda più le nuvole e le piogge in classe, le ore di supplenza, le ore buche, le verifiche, le interrogazioni, le valutazioni!? Chi si ricorda dei registri e degli scrutini!? Che fine hanno fatto i libri e i professori!? Chi ricorda più del “giudizio ingiusto” su quel ragazzo, il migliore della classe!? C’è vita oltre la scuola?

A me danno pena i professori che nelle mattine d’estate rimangono da soli, che s’alzano al mattino con niente da fare. Qualcuno legge un foglio di libro per sentirsi vivo, altri innaffiano i gerani della verandina, altri pensano al percorso per il mare, altri ancora sognano col calendario in mano. Tutti in attesa del risveglio.

Ma, sia chiaro, non tutti gli insegnanti sono uguali. “Non semu tutti ‘i stissi!”.
Ho conosciuto professori che danno luce più del firmamento, che hanno il sole dentro, che quando li vedi sembrano volare, che quando ci parli ti senti sazio, come dopo il pranzo di natale. A volte sono meteore d’un cielo assai lontano, altre volte li tocchi solo per un attimo, altre volte ti fanno compagnia per un anno intero, ma il ricordo rimane sempre. Che meraviglia certi professori!

Altri hanno solo la maschera dell’insegnante, magari imbellettata, hanno il mantello ricurvo, nero di fuliggine, ma dentro non c’è niente, sono solamente istruttori, “impiegati d’un paesino di montagna”, capaci di stare in classe per cinque anni con un ragazzo, senza mai guardarlo dentro, senza mai chiedere dei suoi occhi, del suo cuore.
Che miseria! Piccoli istruttori, degni di vivere in un lazzaretto.

Ma noi lo sappiamo: “è più facile insegnare che educare. Perché per insegnare basta sapere, per educare è necessario essere”. E voi non lo sieteee!
Ma i ragazzi non sono per voi, non sono con voi, essi sono altro, sono altrove, più lontani della notte, più in alto del giorno, tre metri sopra il cielo, chilometri dai vostri abbecedari, anni luce dai vostri angusti scenari.

I ragazzi hanno sorgive d’acqua cristallina, petali purissimi di rose, cembali soavi d’angeli. I ragazzi sono nell’abbagliante splendore della loro prima alba. E anche se il cielo si fa buio, e il cuore pure, aldilà della montagna si prepara un cielo limpido, illuminante, lo stesso cielo, denso di sole e di vita.
E anche se piove, ancora ritornerà l’aurora e vivrete lunghissime mattine d’estate!

Coraggio ragazzi! Coraggio sempre!

Angelo Battiato





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